Associazione Lucertola Ludens, progetto "Festa del Diritto al gioco - undicesima edizione"
INTRECCI LUDICI
di Renzo Laporta – email: ciao@dirittoalgioco.it
Il Progetto della Festa del diritto al gioco è arrivato alla sua undicesima edizione e dal 2015 aderisce al progetto conCittadini ritrovandosi pienamente nella promozione della cittadinanza attiva.
Nel suo procedere e sin dall’inizio è stato un plurale di collaborazioni, sempre alla ricerca di meticciamenti e possibilità di influenzare il territorio, per liberare il gioco da vincoli e ostacoli culturalie fisici che impediscono, limitano l’espressione ludica di bambine e bambini, arrivando anche agli adulti, a partire dalle organizzazioni locali con cui si ha affinità per metodi, finalità modalità di rapportarsi.
Ma dopo alcune edizioni si è visto che era necessario andare al di là del proprio Comune per intrecciare relazioni con nuovi soggetti che operavano tanto in Regione che a livello nazionale, fondamentale assumere come elemento identitario il condividere e il confronto attivo, facendo qualcosa assieme capace di promuove il gioco da protagonisti come anche politiche del gioco che incidano sugli ostacoli che impediscono al gioco stesso di manifestarsi, soprattutto all’aperto e negli spazi pubblici.
E’ stato fondamentale incontrare l’associazione Marinando per assimilare il concetto di inclusione, tanto che si è arrivati a cambiare il logo del Progetto. Con loro e la rete che ne è nata, si è proceduto convinti verso la progettazione della prima area giochi inclusiva di Ravenna, realizzata al Parco Ipazia; nel reciproco e per più edizioni, si è supportata la festa di fine anno scolastico che Marinando svolge - in un crescendo di adesioni di classi - a Marina di Ravenna, quando si offre ai gruppi classe l’opportunità di andare in barca, e per chi aspetta il turno di avere pause attive e ludiche.
Ricordo la bella esperienza con le scuoline multi classi dei dintorni di Piacenza, con cui subito dopo il periodo del lockdown ci si è inventati lo scambio online di giochi e giocattoli, per poiritrovarsi ad accogliere queste classi in gita a Ravenna al Parco della pace.
Convinti il conflitto sia parte del giocare e con esso l’apprendimento delle dinamiche per “so-stare bene nel litigio”, si è approdato facilmente alla collaborazione con Psicologia Urbana e Creativa (PUC). Insieme si sono portati avanti i laboratori “Litigare stanca”, connessi al progetto sull’educazione alla nonviolenza da poco approdato a conCittadini. In esso l’animazione si intreccia con metodi e tecniche di promozione dell’interazione socialesensibile all’espressione/comprensione delle emozioni - a partire dalla rabbia, riconoscendo in esse e nel loro ascolto, la chiave di volta per imparare a “litigare con rispetto”; e molte volte si è avuto prova che la semplice comprensione reciproca dell’emozione porta le parti a tornare a giocare assieme dopo avere attraversato commoventi momenti di interazione umana.
È stata inizialmente una richiesta del Progetto della Festa del gioco di sei anni fa di adottare un servizio di animazione di qualità dall’associazione Circo sotto sopra, per portare durante la Festa di celebrazione dell’Articolo 31 di ogni fine maggio, un arricchimento con l’acrobatica ludica dei suoi operatori e operatrici al Parco delle Manifiorite.
E quest’anno assieme a CINNICA di Bolognasi concorre a colorare di più strade e piazze del capoluogo felsineo, andando noi verso il loro progetto di gioco diffuso, senza dissociare questo dall’energica richiesta che devono fare gli adulti alle amministrazioni locali di riconquistare tempi e spazi pubblici per riconsegnarli anche all’esercizio dell’autonomia di movimento dei bambini e delle bambine.
In tutto questo si fa sintesi che la promozione del gioco risulta vana se non si associa il recupero e passaggio della tradizione senza coerenti politiche sul gioco: che se ne fanno i bambini e le bambine di oggi delle nostre città di quei bravi/e animatori e animatrici che con responsabilità educativa si fanno carico del tramando della cultura ludica (nonché del suo rinnovamento, giustamente stimolando creatività e protagonismo delle nuove generazioni) se poi non si può giocare, esercitare autonomamente quanto si apprende, negli spazi pubblici?