Fondazione Fossoli, “Transizioni e confini”: la lectio magistralis di Mila Orlić

Martedì 12 dicembre si è svolta all’Auditorium A. Loria di Carpi, la lectio magistralis di Mila Orlić, Università di Rijeka (Fiume) dal titolo “Transizioni e confini. L’Alto Adriatico nel lungo dopoguerra”.

Si è trattato della IV edizione di questa iniziativa della Fondazione Fossoli, avviata nel 2020 per aprire riflessioni su temi cruciali nella storia del Novecento a partire dalle vicende del campo di Fossoli. Tra queste c’è quella del Villaggio San Marco istituito nel 1954 per ospitare i profughi giuliano-dalmati, di cui nel 2024 corre il 70° anniversario. 

A questa drammatica storia di conflitto, esilio ed accoglienza, sarà anche dedicato il Viaggio della Memoria dedicato ai docenti, della primavera 2024, che avrà come destinazione il territorio del confine adriatico. 

Nella sua approfondita trattazione, Mila Orlić ha ripercorso il significato complesso della parola confine, barriera ma anche spazio di transito tra luoghi, come dimostrano le vicende storiche del confine adriatico nel dopoguerra. Sottolinea anche l’importanza, in una relazione di scambio con gli altri paesi coinvolti, di non usare l’espressione italocentrica “orientale”, ma la più corretta che si incentra sull’esatta localizzazione geografica del Mar Adriatico. 

L’indagine storica di Orlić consente di aprire una riflessione sulla necessità di non banalizzare i confini come qualcosa di immodificabile – così non è stato nemmeno dopo la firma del Memorandum di Londra del 1954 – e di non cristallizzare le identità degli abitanti sulla base dei confini stessi o di come le popolazioni stesse in certe fasi scelgono di autodefinirsi: si evidenzia anzi una certa “oscillazione delle identità”, non sempre corrispondenti a quanto emergeva dai censimenti, con una certa disponibilità all’adattamento alle sistemazioni più “comode”, e ampie fasce non nazionalizzate anche nel primissimo dopoguerra. 

La grande lezione di questo prezioso appuntamento è stata quella dell’importanza di analizzare i fatti storici per contrastare le semplificazioni, specialmente in contesti complessi come quelli di confine. 

Maggiori informazioni sul sito della Paesaggi della Memoria.

 

 

 

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