Associazione Pereira, progetto “Liberi dalle mafie”

Per il terzo anno Associazione Pereira partecipa a conCittadini con un progetto multidisciplinare dedicato ai temi della cittadinanza, della legalità e della memoria.

A raccontarci questi differenti percorsi è Matteo Pasi, presidente e co-fondatore dell’associazione, che dal 2010 organizza percorsi formativi nelle scuole coinvolgendo ogni anno oltre 200 classi in Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Lazio. Una rete che può contare su collaborazioni con importanti realtà, tra le quali Avviso Pubblico, l’Associazione dei familiari delle vittime della strage alla Stazione di Bologna, Libera, Arci, Sos Impresa, Associazione Paolo Pedrelli e Associazione Giocatori Anonimi.  

Il percorso dell’Associazione Pereira, che oggi conta quindici soci e dodici fra volontari e collaboratori, nasce nel 2008, con la produzione di documentari dedicati alla violazione dei diritti del popolo curdo in Turchia, al dramma dei giovani bosniaci a Tuzla e Sarajevo durante la guerra in Bosnia Erzegovina, ma anche sui beni e terreni confiscati alla mafia. Senza dimenticare Un Solo Errore – Bologna, 2 agosto 1980, finalista al Premio Ilaria Alpi 2013 come “miglior inchiesta televisiva italiana” e al Sardinia Film Festival 2012 come “miglior documentario italiano”.  

 I percorsi formativi nelle scuole, nati inizialmente per sostenere la produzione dei documentari, ben presto sono diventati il nostro impegno a tempo pieno in particolare con l’offerta didattica del progetto multidisciplinare Liberi dalle Mafie (ma non solo) che raggiunge ogni anno le menti e i cuori di migliaia ragazze/i emiliano romagnoli - spiega Matteo Pasi -. Il nostro è un approccio maieutico e coinvolgente, in grado di coinvolgere studenti e docenti delle Scuole Secondarie di II Grado di Bologna e Imola in attività riguardanti i temi di cittadinanza, legalità e memoria".

Quattro i laboratori dedicati rispettivamente al tema delle mafie in Italia, alla Strage del 2 agosto 1980, al gioco d’azzardo e al ruolo delle donne a partire dall’epoca fascista fino ad arrivare all’Italia di oggi.

Una variegata offerta formativa che può contare su testimonianze dirette di familiari di vittime di mafia, di usura, di rappresentanti di cooperative sorte su beni confiscati alle mafie; ma anche dei racconti dei superstiti, dei familiari di vittime e dei soccorritori della Strage alla stazione di Bologna, oltre che quello dell’autista dell’autobus 37, tristemente famoso per il trasporto dei corpi delle vittime agli obitori della città. Infine, non manca la presenza, fra gli ospiti, di giornalisti, psicologi e associazioni di auto-aiuto per giocatori d’azzardo patologici. 

Quello che rende importante e significativo ciò che facciamo è il contatto con i giovani, che con i loro occhi rivolti al futuro possono decidere liberamente e in piena consapevolezza il proprio percorso, sviluppando una capacità critica sulla realtà che ci e li circonda. A questo proposito mi è anche successo di confrontarmi con una ragazza che, grazie agli elementi appresi dal laboratorio formativo, ha intuito una possibile connivenza della sua famiglia con la criminalità organizzata. Per lei non è stato facile, tuttavia penso sia stata una presa di coscienza determinante per indirizzare verso la strada giusta le sue scelte di vita. Il nostro è un lavoro impegnativo, ma che ci restituisce molto. Io non lo cambierei con nessun altro al mondo”, conclude con voce appassionata Pasi. 

Di seguito alcuni dei prossimi appuntamenti, che si terranno nell’ambito del progetto "Liberi da mafie e Corruzione": il 2 maggio a Bologna, presso l’Istituto Rosa Luxemburg con ospiti Antonio Anile e Giancarlo Melandri e il 3 maggio a Imola, presso l’Istituto Paolini-Cassiano, alla presenza del testimone Donato Ungaro, giornalista, ex collaboratore della Gazzetta di Reggio, che a scapito della propria carriera ha acceso i riflettori su ‘ndrangheta e corruzione politica in Emilia Romagna.

 

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