“Climate change”, 2mila partecipanti al webinar su clima e migrazioni
Il webinar, moderato da Davide Giachino (ricercatore e formatore sovranità alimentare ed Educazione alla Cittadinanza Globale), ha trattato i vari aspetti legati al cambiamento climatico. Ad aprire l’evento è stata Emma Petitti, presidente Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, che porgendo i saluti istituzionali ha voluto condividere alcune delle scelte strategiche della Regione Emilia-Romagna sui temi dello sviluppo sostenibile e del cambiamento climatico. A partire dal Patto per il Lavoro e per il Clima, sottoscritto a fine 2020 dalla Regione Emilia-Romagna e da oltre 55 sigle in rappresentanza dell’intera comunità regionale, che, spiega Emma Petitti “punta a obiettivi fra i quali la completa decarbonizzazione entro il 2050, il 100% di energie rinnovabili al 2035 e il 3% del Pil regionale destinato alla ricerca”. La presidente dell’Assemblea legislativa ha ricordato anche l’investimento di oltre 3,6 miliardi di euro per la mobilità sostenibile in Emilia-Romagna, di cui 1 miliardo direttamente dalla Regione per interventi da realizzare nel prossimo triennio su trasporto pubblico, mobilità pulita e ciclopedonale, logistica e merci su ferro. “Forte è stato inoltre l’impegno - continua Petitti - a favore della riforestazione con 4,5 milioni di alberi, uno per ogni residente, che nei prossimi 4 anni andranno a costituire il nuovo orizzonte verde della regione”. Sono inoltre previsti fondi regionali a cittadini, imprese e associazioni, per produrre energia pulita, grazie ad un progetto di legge della Giunta regionale finalizzato alla promozione e al sostegno delle comunità energetiche rinnovabili e dell’autoconsumo collettivo e, conclude la presidente, un “bando regionale per la solidarietà e il recupero alimentare per sostenere attività solidaristiche di recupero, stoccaggio e distribuzione di alimenti a favore delle persone in povertà”.
La mattinata dedicata ad indagare il rapporto fra clima e migrazioni è proseguita con l’intervento di Maurizio Martina, vicedirettore Generale della FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura) che ha sottolineato la stretta correlazione fra alcune esperienze di sistemi agricoli e allevamenti intensivi con l’aumento delle emissioni di gas serra. In questo senso, il vicedirettore ha auspicato “il raggiungimento di un nuovo modello di agricoltura integrata, che racchiuda in sé una sostenibilità non solo alimentare ma anche economica e sociale”. Martina ha anche sottolineato come in Europa l’utilizzo sempre maggiore di tecniche di agricoltura biologica, agroecologica e conservativa sia il risultato di “esperienze virtuose per migliorare la condizione ambientale delle nostre produzioni agricole”. L’auspicio è quello di “reinventare le azioni delle istituzioni pubbliche, delle imprese ma anche i comportamenti dei cittadini verso un consumo più informato e consapevole”. Per raggiungere questo importante e ambizioso obiettivo, conclude Martina “occorre lavorare sulla tutela e valorizzazione della biodiversità, puntando a quella pluralità delle produzioni che è fondamentale per una agricoltura equilibrata”.
Fra i relatori del seminario online anche l’attivista per il clima Giulia Bonetti, volontaria per le Nazioni Unite e contract manager ECMWF (Il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine). Ventotto anni, una laurea in finanza all’Università di Bologna e un lavoro in cinque paesi diversi (Italia, Francia, Spagna, Regno Unito e Germania), Giulia Bonetti ha raccontato a studenti e insegnanti il suo impegno nel volontariato: per lo United Nations Environment Program è capo-redattrice di un canale YouTube dedicato agli effetti del cambiamento climatico; mentre, per il Brussels Advisors Programm dell’organizzazione Young Professionals in Foreign Policy ha il compito di consigliare i giovani che vogliono intraprendere una carriera in ambito internazionale. Nel suo intervento, la giovane attivista per il clima emiliano-romagnola ha raccontato com’è nata la sua passione per la questione ambientale, che l’ha portata a rappresentare i giovani di tutto il mondo allo allo Youth Summit 2021 - il principale evento annuale con cui l'istituzione delle Nazioni Unite della Banca Mondiale coinvolge le giovani generazioni nella discussione sul futuro del globo - e a partecipare alla Cop 26 di Glasgow, il summit più importante sul clima organizzato dalle Nazioni Unite.
A conclusione dell’evento ha preso la parola Andrea Stocchiero, policy officer FOCSIV (Federazione Servizio internazionale Volontariato), che ha spiegato la relazione fra ambiente e migrazioni analizzando l’ultimo rapporto dell’International Panel of Climate Change. Nel documento, realizzato dal principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici, si mostra come a livello mondiale negli ultimi dieci anni il tasso annuo medio di migranti superi i 20 milioni di persone. In particolare, i continenti dove maggiori sono stati gli spostamenti a causa di calamità naturali legate ai cambiamenti climatici sono l’Asia e l’America del Nord. “Il report - conclude Andrea Stocchiero - fornisce alcuni suggerimenti per governare al meglio il fenomeno inevitabile delle migrazioni: ridurre le emissioni di gas serra, adottare dei piani nazionali di adattamento per governare gli spostamenti, che per la maggior parte avvengono all’interno di Paesi della stessa regione, e sostenere i migranti nella gestione degli impatti causati dai cambiamenti climatici”.
Forte è stata la partecipazione degli studenti, testimoniata dalle tante domande rivolte ai relatori del webinar. I ragazzi, ad esempio, hanno chiesto a Maurizio Martina quali sono le azioni concrete promosse dalla FAO per promuovere politiche agricole più eque e sostenibili. A Giulia Bonetti, invece, gli studenti hanno manifestato il proprio interesse rispetto alla possibilità di impegnarsi in prima persona come “attivisti del clima” per un futuro più sostenibile. Infine, non è mancato un quesito per Andrea Stocchiero sul tema delle migrazioni e della relativa drammatica crisi non solo umanitaria ma anche ambientale del conflitto fra Ucraina e Russia.