IPSAS Aldrovandi Rubbiani

Memoria

Titolo: "Per non perdere il filo”

Il progetto Per non perdere il filo prende ispirazione da alcune considerazioni di Primo Levi che individua un filo ininterrotto tra fascismo e olocausto. Per Levi, infatti, il lager non è altro che «il pieno compimento del fascismo» che, «inteso come consacrazione del privilegio e della disuguaglianza», può costituire ancora una minaccia. Allo stesso modo, però, - aggiunge Levi - «c’è un altro filo ininterrotto, nato in Italia prima che altrove, l’antifascismo». Il percorso didattico, articolato in due tappe dedicate a due date del calendario civile, il Giorno della Memoria e all’Ottantesimo anniversario della Liberazione di Bologna, si pone l’obiettivo di rimarcare la responsabilità italiana nella deportazione politico-razziale e di riflettere sul lascito valoriale dell’antifascismo. Nel tentativo di indagare i nodi problematici tra storia e memoria, il progetto sarà volto a valorizzare altre date del calendario civile che aiutino a far riflettere gli/le studenti sul fatto che la deportazione politico-razziale non è stata solo subita dagli italiani, ma anche agita. L’esito sarà un’installazione realizzata nel cortile di via Pietralata 60, ex sede della «scuoletta ebraica». Il filo dell’antifascismo tornerà a dipanarsi in un secondo momento di condivisione, volto a celebrare la Liberazione di Bologna. A partire dalla lettura di alcune lettere dei deportati e condannati a morte della Resistenza italiana e dallo studio delle bandiere delle brigate partigiane bolognesi, le/gli studenti saranno guidati nell’individuazione e nella rielaborazione dei valori che l’antifascismo e la lotta di Resistenza hanno trasmesso. Tali valori diventeranno protagonisti di tanti drappi che, cuciti insieme alle copie dei vessilli delle brigate partigiane, diventeranno un’unica grande bandiera da sventolare con gioia e determinazione davanti al Sacrario dei partigiani, riunendo simbolicamente passato e presente, memoria e impegno per il futuro.

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