Donne. Due risoluzioni Pd e Si approvate in Commissione per rafforzare principi legge 194 su Ivg

Mori: coinvolgere anche Conferenza nazionale Parità. Su atto Si (votato da M5s) si sfilano i dem Boschini e Paruolo su questione medici obiettori. Prodi (Mdp) sottolinea obiezione a Cento al 100%

13/11/2017 14:00

Rafforzare i principi espressi dalla legge 194 del 1978 (sull’interruzione volontaria di gravidanza), monitorare la sua applicazione, attivarsi in caso di criticità e garantire i diritti della donna. Principi inseriti in due risoluzioni,  presentate da Sinistra italiana e dal Partito democratico, entrambe approvate questa mattina in commissione Politiche per la salute, presieduta da Paolo Zoffoli.

“Entrambi gli atti di indirizzo- ha sottolineato Roberta Mori, prima firmataria del documento dei democratici, siglato anche da Marcella Zappaterra– hanno un orizzonte comune: quello di garantire un diritto costituzionale e di dare supporto in una fase molto delicata e personale alle donne che decidono di interrompere la gravidanza. Per questo con la nostra risoluzione chiediamo di garantire le condizioni per la piena applicazione della 194, norma che racchiude tutti gli elementi fondamentali per assicurare alle donne l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza. Inoltre chiediamo di proporre nell’ambito della commissione salute della Conferenza delle regioni e delle province autonome, l’attivazione di un gruppo di lavoro per riflettere sulle strategie e pensare azioni da mettere in campo con l’obiettivo di sostenere e implementare l’applicazione della legge con il coinvolgimento della Conferenza nazionale degli organismi regionali di pari opportunità”.

Risoluzione, votata dai dem e da Sinistra italiana, che non ha però trovato il favore del Movimento 5 stelle, che si è astenuto: “E’ un atto vago- ha sottolineato Raffaella Sensoli– quando si parla di tavoli di lavoro c’è sempre il rischio che finisca tutto in una bolla di sapone. Servono invece soluzioni immediate”. Astensione trasformata in voto favorevole per l’atto di Sinistra italiana. “Chiediamo- ha spiegato Yuri Torri, primo firmatario assieme al capogruppo Igor Taruffi– di prevedere una verifica puntuale sulla presenza di ginecologi e anestesisti obiettori nelle singole strutture, di attivarsi affinché anche in Emilia-Romagna vengano garantiti alle donne tutti i diritti della 194, come l’accesso a contraccettivi ormonali nei Consultori. Inoltre chiediamo di valutare valori percentuali sopra i quali la Regione possa decidere, come già fatto dal Lazio, di attuare interventi specifici volti a garantire il pieno diritto di scelta della donna. Infine invitiamo la Giunta ad aprire un tavolo di discussione che possa avviare un percorso di modifica della 194, fissando soglie oltre le quali non sia accettabile la presenza di medici obiettori”.

Giuseppe Boschini Giuseppe Paruolo (Pd) hanno fatto una scelta opposta a quella di altri consiglieri dem, vista la libertà di voto sull’atto d’indirizzo di Si decisa dal gruppo Pd. “Se il tema è garantire l’applicazione della legge sono concorde- ha argomentato Paruolo- ma se è invece quello di mettere in discussione un principio costituzionale come l’obiezione di coscienza allora non posso che oppormi. E’ anche poco centrato come tema in Emilia-Romagna dove il servizio è ampiamente garantito . E’ quindi una forzatura che faccio fatica a capire”. Mentre è stato Boschini a criticare “il riferimento alla Regione Lazio e alle azioni che ha portato avanti. E’ inoltre impensabile oggi avviare un percorso di modifica della norma, che già quando è stata approvata era un punto di bilanciamento. Non solo: fissare soglie a diritti costituzionali non è affatto prudente. Servirebbe ragionare nuovamente su questo documento”.

Chi ha invece lodato entrambi gli atti è stata Silvia Prodi (Misto-Mdp): “Sono lodevoli entrambe le risoluzioni: quella di Sinistra italiana ha il merito di sottolineare situazioni delle singole aziende ospedaliere che a volte hanno medie ben al di sopra di quelle regionali, per quanto riguarda l’obiezione di coscienza. Un esempio è l’ospedale di Cento dove l’obiezione di coscienza è al 100 per cento”.

E’ stato invece Daniele Marchetti della Lega nord a mettere in evidenza lo “scontro politico e ideologico tra due forze della maggioranza. Atti che, tra l’altro, vanno anche contro le dichiarazioni del governo regionale che ha sempre parlo di situazione costantemente monitorata e sotto controllo”.

In Emilia-Romagna nel 2016 il tasso di medici obiettori di coscienza è stato del 51,8 per cento, dato tra i più bassi d’Italia, secondo solo a quello della Valle d’Aosta. Nel 2014 circa un terzo dei medici anestesisti erano obiettori (32,7 per cento contro il dato nazionale del 48,4) e circa un quarto del personale non medico (24,1 per cento, in Italia è il 45,8).

(Andrea Perini)

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