Roberto Di Caro. Taccuino per immagini

In Assemblea 50 scatti del giornalista de L'Espresso raccontano le più importanti crisi internazionali, dalla guerra in Afghanistan alla "rivoluzione arancione" dell'Ucraina

Taccuino per immagini

I mujaheddin al fronte, la resa della roccaforte talebana di Kunduz, il conflitto contro Al Qaeda in Kurdistan e gli attentati a Baghdad. I cinquanta scatti, cento nel catalogo, del fotografo del settimanale L’Espresso Roberto di Caro raccontano le principali crisi internazionali: la guerra in Afghanistan del 2001, la guerra in Iraq del 2003, la “rivoluzione arancione” in Ucraina del 2004, l’Iran degli ayatollah, il terremoto ad Haiti del 2010. La mostra “Roberto Di Caro. Taccuino per immagini“, curata da Sandro Malossini e promossa dall’Assemblea legislativa, è stata inaugurata in viale Aldo Moro dalla presidente dell’Assemblea legislativa regionale Simonetta Saliera. Presente anche Marilena Pillati, vice sindaco del Comune di Bologna.

“Queste immagini ci raccontano luoghi dove la guerra non finisce mai, sono una finestra sul mondo- ha spiegato la presidente Saliera- e ci fanno guardare oltre i nostri confini, verso persone che vivono in scenari di violenza ma cercano ogni giorno di portare avanti la loro quotidianità pacificamente”. Nelle immagini in mostra, infatti, scorre una quotidianità per noi difficilmente immaginabile: un Afghanistan senza pace da decenni, la frenesia del ritorno alla normalità nell'Iraq dopo la caduta di Saddam, l’ayatollah Khamenei e il vertice del potere in Iran alla musallah di Tehran, la folla in piazza a chiedere democrazia a Kiev, la vita ad Haiti nei terribili giorni del terremoto fra le rovine e i palazzi ancora in fiamme.

"Il mio è un mestiere bellissimo- ha raccontato Di Caro– mi sono trovato in situazioni uniche e irripetibili, dove la storia ti scivola davanti in tutte le sue contraddizioni, speranze e delusioni feroci".

La mostra vuole portare al pubblico il lavoro di Di Caro come giornalista e fotoreporter di guerra che ha lavorato in Afghanistan, Iran, Iraq, Kurdistan, Ucraina e Haiti – spiega il curatore Molossini. "Ogni immagine che abbiamo scelto è accompagnata da un testo che racconta come è nato lo scatto e da alcune mail che mandava al figlio dai contesti di guerra".