Double play

La riflessione sui rapporti tra fotografia e pittura è alla base della ricerca artistica di Fabio Torre negli ultimi vent’anni. Contrariamente a quanto potrebbe sembrare non è mai stato negli obiettivi dell’autore un gioco di trompe l’oeil per far sembrare fotografia ciò che è invece pittura, mentre si tratta di una riaffermazione della pratica pittorica che va a cercare i suoi elementi nel medium privilegiato della fotografia. Il gioco si complica quando non si tratta solo di rendere il “fotografico” attraverso l’artificio pittorico, ma quando poi si sceglie di muoversi nei “luoghi” stessi della fotografia classica: il bianco e nero, il provino a contatto, il ritratto, infine addirittura le macchine fotografiche assunte ad icone vagamente pop nel loro giganteggiare lo spettatore. Il risultato è appunto un doppio gioco di sguardi: chi è l’osservatore e chi l’osservato? E quando nei ritratti di artisti ed amici il soggetto compare più di una volta nello stesso dipinto cosa accade? La ripetizione del soggetto ne rafforza la presenza, ma al contempo la depotenzia togliendogli unicità. E l’osservatore si trova intrigato nel gioco di sguardi in un ambiguo dialogo a tre.

Fabio Torre (Bologna 1955) vive e lavora a Bagnarola di Budrio. Ha all’attivo negli ultimi vent’anni oltre trenta mostre personali in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero.