Punti di luce

La mostra, realizzata in collaborazione con lo Yad Vashem di Gerusalemme, è composta da 30 pannelli che raccontano storie di donne che resistettero alla Shoah

Cover punti luce

Attraversarono la banalità del male. Resistettero alla violenza dei tanti “omini piccoli piccoli” che avevano insanguinato l’Europa di metà ‘900. Ci fu chi si separò dai propri figli affidandoli a sconosciuti pur di salvarli dalla deportazione dei nazisti.

A 72 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha dedicato la festa dell’8 marzo 2017 alle donne che resistettero alla Shoah, mantennero alta la propria dignità come risposta alla follia della Shoah, con “Punti luce. Essere una donna nella Shoah”.

La mostra, realizzata dal Parlamento di viale Aldo Moro in collaborazione con la sezione museale dello Yad Vashem di Gerusalemme è composta da 30 pannelli che raccontano di storie e sentimenti al femminile.

All'inaugurazione erano presenti Simonetta Saliera, presidente dell’Assemblea legislativa, Roberta Mori, presidente della Commissione Parità e Diritti delle Persone dell’Assemblea regionale, Rita Chiappini, rappresentante per l’Italia dello Yad Vashem, e Yiftach Ashkenazi, direttore della sezione Mediterraneo della Scuola Internazionale di studi sulla Shoah dello Yad Vashem di Gerusalemme.

“Abbiamo voluto celebrare l’8 marzo in una maniera un po’ particolare, pensando a quelle donne che trovarono la forza di combattere la Shoah non rinunciando alla propria dignità nei lager, proprio mentre la follia nazista sostituiva l’individualità dei nomi degli uomini e delle donne e con numeri tatuati per annullare la persona umana”, ha spiega Saliera nel giorno dell'inaugurazione della mostra. E ha poi ricordato come “grazie al lavoro dell’Assemblea la mostra Spots of light esposta permanentemente allo Yad Vashem di Gerusalemme è ora disponibile tradotta per il pubblico italiano”.

La mostra è stata aperta fino al  7 aprile 2017. 

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