Cile - Emilia-Romagna "Tempo d'esilio"
"Ringraziamo l'Assemblea legislativa regionale per questa mostra, questo convegno: per la giornata odierna che ci ricorda la tragedia del colpo di Stato ma anche la forza del Cile per la ricostruzione della democrazia".
E' Fernando Ayala, ambasciatore del Cile in Italia a spiegare il senso di "Tempo d'esilio", la mostra realizzata dal Parlamento di viale Aldo Moro in collaborazione con l'Istituto Parri e il Museo della Memoria di Santiago del Cile. La mostra, inaugurata questa mattina in Regione dal diplomatico sudamericano e dalla Presidente dell'Assemblea Simonetta Saliera, ripercorre la storia dell'esilio e poi del ritorno in patria di quanto, perseguitati dalla giunta militare di Pinochet, trovarono rifugio a Bologna e in Emilia-Romagna. Ayala è netto: "Questa mostra è la conferma del segno di amicizia tra i nostri Paesi", spiega tra gli applausi dei tanti che non hanno voluto mancare al taglio del nastro: protagonisti dell'epoca come Leonardo Barcelò, pareti dei sopravvissuti, coloro che accolsero i cileni fuggiti da Pinochet, docenti e ricercatori universitari. A far da cornice alla visita guidata ai 27 pannelli di "Tempo d'esilio", il poeta Osckar Ahan, universalmente riconosciuto come l'erede di Pablo Neruda, anche lui vittima delle violenze dei golpisti. Han ha letto alcune sue poesie: un inno alla vita e alla libertà contro la violenza e la dittatura. "Quanto avvenne 44 anni fa ci indignò, ci mobilitammo. Dimostrammo che i profughi e i democratici cileni non erano soli", sottolinea Saliera che ricorda con orgoglio come "l'ambasciata italiana fu tra le poche che non chiusure le porte in faccia a chi era perseguitato: è una scelta di cui dobbiamo essere fieri e che permise di salvare molte vite umana. La mostra di oggi è anche un omaggio al coraggio di quei diplomatici che, nelle ore più difficili della vita della democrazia cilena, seppero mantenere alte parole come onore, dignità, umanità". Realizzata dalle storiche Cinzia Venturoli e Rosella Ropa, "Tempo d'esilio" racconta la vicenda umana di chi dal Cile fuggì per sfuggire alla morte inflitta da Pinochet agli avversari politici, l'accoglienza che Bologna e l'Emilia-Romagna riservarono agli esiliati cileni, e anche l'impegno della politica italiana per il ritorno della democrazia in Cile. Dall'allora Presidente della Camera (e futuro Capo dello Stato) Sandro Pertini ai sindaci di Bologna Renato Zangheri e Renzo Imbeni: "sono i volti - sottolinea Saliera - di una generazione di italiani che non avevano dimenticato i tanti democratici italiani costretti all'esilio dal fascismo. E che quindi seppero accogliere i nuovi esiliati e scuotere le coscienze internazionali"