Movimenti per la pace

In Assemblea la mostra del fotografo Luciano Nadalini contro le guerre

Cover movimenti per la pace

C’è un uomo seduto sul Nettuno di Bologna, appoggiato alla statua dalla quale sventola una bandiera della pace. E poi c’è un sit-in, precursore dei moderni flash-mob, con bici e giovani lanciati a terra lungo via Indipendenza. Un carro armato dipinto con i colori della pace si staglia su uno sfondo grigio fumo in Iraq. Sono solo alcune delle foto di Luciano Nadalini, parte della mostra “Movimenti per la pace”.

Il fotografo emiliano, classe 1951, ha documentato 30 anni di storie di strada a Bologna e in Italia, e realizzato servizi fotografici in vari paesi del mondo. Ha lavorato per l'Unità, l'Espresso, Panorama, Famiglia Cristiana e il Venerdì di Repubblica. Dai missili contro Lampedusa del 1986, ad Action for Peace, dalla giornata mondiale per la pace del 2003 ai sit-in di Piazza Nettuno a Bologna per la liberazione di Simona Pari e Simona Torretti. Le foto della mostra ripercorrono vent'anni di cortei e striscioni portatori di messaggi universali contro i nuovi conflitti che scoppiavano in Iraq, nei Balcani, in Congo e in Colombia

All'inaugurazione della mostra, oltre alla presidente dell'Assemblea Simonetta Saliera, anche l'arcivescovo Matteo Maria Zuppi, Yassine Lafram e Daniele De Paz, i due presidenti della comunità islamica ed ebraica di Bologna. L'esposizione, ospitata in viale Aldo Moro 50, vuole essere un messaggio forte e chiaro da parte di un’istituzione che ha il dovere di proteggere e custodire un diritto, quello alla pace, sancito dalla Costituzione. "Abbiamo iniziato ad aggiungere aggettivi di fianco alla parola guerra, guerra intelligente, guerra umanitaria - ha spiegato Saliera - per renderla socialmente accettabile. Con tutto quello che ne consegue: fame, morte, distruzioni e migrazioni. L'antidoto a questa nuova barbarie può essere solo un’educazione alla pace. La storia di Luciano Nadalini, fotografo e cittadino socialmente impegnato racconta come si possa contribuire, anno dopo anno, a costruire una cultura della pace denunciando gli orrori della guerra. Questa mostra è nata anche come omaggio a tutti i cittadini che non hanno mai rinunciato all'impegno civile e politico per dare anima e corpo all'articolo 11, quello che dice che l'Italia ripudia la guerra”.

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