Partecipazione. Sì in Aula a proposta di Si, Misto-Mdp e Pd per coinvolgere i cittadini nelle scelte degli enti locali

Approvata la legge con il sì della maggioranza e l’astensione delle opposizioni. La norma favorirà la partecipazione dei cittadini all’elaborazione delle politiche pubbliche

17/10/2018 19:22

L’Aula dà il suo via libera alla nuova legge sulla partecipazione, con il voto a favore di Sinistra Italiana, Partito democratico, Gruppo misto-Mdp e l’astensione di Gianluca Sassi (Misto), Forza Italia, Misto-Mns, Lega nord e Movimento Cinque Stelle.

Il progetto di legge, a prima firma Yuri Torri (Si) a cui si sono aggiunte le firme di Igor Taruffi (Si), Silvia Prodi (Misto-Mdp) e dei consiglieri regionali del Partito democratico Roberto Poli, Stefano Caliandro, Massimo Iotti, Luca Sabattini, Roberta Mori e Paolo Zoffoli, punta a favorire la partecipazione dei cittadini all’elaborazione delle politiche pubbliche e a rafforzare il senso di cittadinanza attiva, in particolare in occasione di scelte importanti e strategiche per un territorio. “Un percorso lungo, articolato- ha spiegato Torri- che ci ha consentito di aprire un confronto e raccogliere impressioni e consigli su come modificare e superare la legge 3 del 2010”. Una nuova norma nata dopo incontri, audizioni e il confronto con altre Regioni che sulla partecipazione hanno puntato già da qualche anno, come la Toscana.

Nella legge di 23 articoli approvata in Aula ci sono diverse novità, a partire dal tipo di linguaggio da utilizzare per essere compresi anche da soggetti non qualificati, fino ai processi partecipativi in merito alla destinazione dei beni immobili confiscati alla mafia, perché “i cittadini- ha aggiunto Torri- con i loro comportamenti possono mettere un freno ai comportamenti malavitosi”.

Per il relatore di minoranza e consigliere del Movimento Cinque Stelle Andrea Bertani c’è però una mancanza importante: “Avrei sostituito la figura del tecnico di garanzia con un’Autorità di garanzia, perché è fondamentale garantire un fattore di terzietà”, anche per capire come vengano selezionati i progetti e poi ripartiti i fondi. “La democrazia- ha rimarcato Bertani- non va esercitata solo ogni cinque anni, quando si vota, ma tutti i giorni, anche se è apprezzabile si sia arrivati a ripensare la legge 3 del 2010. Questa nuova legge supera parzialmente alcuni limiti, ma sarebbe stato importante riaffermare il concetto di democrazia diretta”. Secondo Gian Luca Sassi (Misto) “l’astensionismo degli ultimi anni ha dimostrato come le istituzioni vengano viste dai cittadini come poco credibili, per questo serve che la democrazia venga rafforzata in momenti nuovi o che venga rivisitata: si tratta di un travaso di potere decisionale, in modo da far sentire i cittadini responsabilizzati”.

Le affermazioni dell’opposizione non trovano d’accordo Massimo Iotti (Pd): “Questa è una regione che ha un patrimonio: le associazioni, importanti anche per mobilitare e veicolare i progetti”. E mostra dubbi sulle richieste avanzate dal M5s sulla figura del tecnico di garanzia: “Non capisco come mai- ha detto il dem-, proprio perché dipendente della Regione, non possa avere carattere di terzietà. L’Autorità di garanzia è una forzatura, perché il processo deve essere coinvolgente e nel processo di dialogo e confronto si deve arrivare a co-decisione,  frutto appunto di un lavoro partecipativo”. Gli fa eco Giuseppe Boschini (Pd): “La democrazia rappresentativa va difesa, noi tutti siamo qua perché qualcuno ha scritto il nostro nome sulla scheda elettorale e non è una delega per 5 anni”. Inoltre: “Le autorità o le invochiamo sempre e le rispettiamo sempre, o non le invochiamo mai”.

Secondo Giancarlo Tagliaferri di Fratelli d’Italia, all’interno della legge, c’è “la novità dell’ampliamento della platea dei soggetti titolari del diritto di partecipazione a stranieri e apolidi residenti. Al di là dei roboanti proclami, ci troviamo di fronte un semplice restyling della vecchia legge, niente di più e niente di meno. La partecipazione, quella vera, non consiste nello ‘sfogatoio’, nel costruire un luogo fisico o virtuale in cui riversare il malcontento permettendo a ciascuno di dire la propria. La partecipazione con la ‘P’ maiuscola è invece quella che prevede un coinvolgimento effettivo nelle decisioni”.

L’assessore Emma Petitti ha spiegato come uno degli obiettivi della legge sia quello di “far crescere competenze legate alle buone pratiche e realizzate anche sinergie fra diversi livelli istituzionali, per far sì che i cittadini non si sentano solo coinvolti ma si sentano fautori delle scelte che si compiono”.

(Margherita Giacchi)

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