Le priorità della Commissione europea fino alle elezioni del PE nel 2019

Nella prima riunione del 2018 il Collegio dei Commissari ha discusso le priorità istituzionali per quest'anno, un anno in cui realizzare la riforma dell’Unione economica e monetaria, garantire la sicurezza delle frontiere dell’UE, rivedere il sistema di asilo dell’UE, ripristinare Schengen, completare il Mercato unico digitale e avvicinare i Balcani occidentali all’Unione.

Gli obiettivi della Commissione Junker sono quelli di dar seguito al Libro bianco sul futuro dell’Europa ed ai contenuti del discorso sullo stato dell’Unione.  

Concretamente il Piano di lavoro della Commissione europea prevedeva per quest’anno 89 fascicoli prioritari. 29 di questi sono già stati portati a termine e si prevede di concluderli tutti entro maggio 2019.

Si sono inoltre passate in rassegna le principali nuove proposte previste per il 2018, che si concentrano sul tema dell’equità, e che integreranno la tabella di marcia per un’Unione più unita, più forte e più democratica.

Per poter realizzare questo impegnativo lavoro entro le prossime elezioni europee di metà 2019, lo scorso 14 novembre, a seguito del discoso sull’Uione, il Presidente Juncker ha istituito una nuova task force per la sussidiarietà, la proporzionalità e "per fare meno in modo più efficiente".

La task force è presieduta da Frans Timmermans, il primo vicepresidente responsabile per la qualità della legislazione, le relazioni interistituzionali, lo Stato di diritto e la Carta dei diritti fondamentali. Sarà composta da altri 9 membri: tre provenienti dai parlamenti nazionali, tre dal Parlamento europeo e tre dal Comitato delle regioni. Essa formulerà raccomandazioni sul modo migliore per applicare i principi di sussidiarietà e proporzionalità, individuando i settori per i quali la competenza potrebbe essere nuovamente delegata o ritornare in via definitiva agli Stati membri, nonché modalità per coinvolgere maggiormente gli enti locali e regionali nella definizione e nell’attuazione delle politiche dell’UE.

Contesto

il 15 luglio 2014 il presidente Juncker ha presentato “Gli orientamenti politici” del suo mandato ed ha esortato la Commissione a concentrarsi su dieci ambiti di intervento e ne hanno permeato il lavoro degli ultimi 3 anni, prevedono che l'attività sia lasciata quanto più possibile nelle mani degli Stati membri.

La Commissione ha ulteriormente sviluppato questo concetto nel suo Libro bianco sul futuro dell'Europa del 1º marzo 2017 il quale presenta 5 scenari possibili. Ogni anno inoltre il Presidente della Commissione europea pronuncia dinnanzi al Parlamento europeo il discorso sullo Stato dell’Unione, nel quale illustra la situazione dell’Unione europea ed indica ai parlamentari la strada che intende percorrere per il futuro.

Uno dei 5 scenari delineati nel Libro bianco sul futuro dell’Europa è intitolato "Fare meno in modo più efficiente". In questo scenario l'UE a 27 si concentra sul produrre risultati maggiori in tempi più rapidi in alcuni settori, intervenendo meno in altri.

Tale scenario non può che far riferimento ai principi di sussidiarietà e proporzionalità, sanciti all'articolo 5 del Trattato sull'Unione europea.

Il principio di sussidiarietà mira a garantire che le decisioni siano prese nel modo più vicino possibile ai cittadini e che l'UE intervenga solo quando la sua azione risulti più efficace di quella intrapresa a livello nazionale, regionale o locale. Il principio di proporzionalità limita l'esercizio delle competenze dell'UE a quanto necessario per il conseguimento degli obiettivi sanciti nei trattati. Un esempio dell'applicazione di tali principi sotto l'attuale Commissione è il fatto che il controllo degli aiuti di Stato sia già stato ampiamente restituito alle autorità nazionali e che il 90% di tutte le misure di aiuto di Stato siano affidate alle autorità nazionali, regionali e locali.