Tana libera tutti

Per il Saharawi day 2016 in mostra le foto di Livia Tassinari sul popolo del deserto

Cover Saharawi day 2016

Un labirinto di diciotto immagini tematiche, suddivise in nove coppie di foto. Da un lato la vita nei campi profughi, dall'altro quella nei territori liberati. Due stili di vita, ma la stessa voglia di libertà. Due modi di esistere, la stessa dignità. È "Tana Libera tutti", la mostra fotografica dell'artista Livia Tassinari ospitata in Assemblea e inaugurata dalla presidente Simonetta Saliera e da Gabriele Delmonte, consigliere regionale e componente dell'Intergruppo di Amicizia con il Popolo Saharawi. in occasione del “Saharawi Day”: il giorno in cui la Regione Emilia-Romagna accoglie come da tradizione i ragazzi saharawi ospiti in regione all'interno degli accordi di cooperazione tra l'amministrazione di viale Aldo Moro e il governo della Repubblica Democratica Saharawi.

Gli scatti di Livia Tassinari, effettuati nel corso della missione istituzionale della Regione Emilia-Romagna in Saharawi, permettono al visitatore di paragonare in tempo reale le differenze di vita di quel popolo tra i territori liberati e i campi profughi. "Il Sahara Occidentale dista circa 4000 chilometri dall'Italia. Un lungo viaggio, un viaggio nel tempo ma soprattutto nel silenzio. Il popolo Saharawi nel 1975, in fuga dai propri territori invasi dal Marocco, ha dovuto ‘scegliere’ se vivere in campi profughi nell'hammada- il deserto algerino- o nomade nei territori liberati. ‘Scegliere’ se fermarsi e sopravvivere con gli aiuti inviati dall'Onu o continuare a viaggiare nel deserto con le proprie forze. Tifariti, ‘capitale’ dei territori liberati, dista 320 chilometri da Rabouni, centro politico/amministrativo dei campi profughi. Sette ore di viaggio in jeep nel deserto più ostile, una tavola di sabbia e sassi in cui, di tanto in tanto, fa capolino qualche arbusto. La vita procede lenta e scandita dal rumore del forte vento che soffia costantemente. Le grandi differenze dei due stili di vita sono decretate soprattutto da fattori ambientali, perché il cuore del popolo Saharawi resta unito in un unico desiderio: la libertà", ha spiegato Liva Tassinari che opera all'interno del "Progetto 3 S".

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Comunicato