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Racconti di un vice-questore, Gianpaolo Trevisi, EMI 2008

Scrive Gad Lerner nella prefazione di questo libro: "Sapere che esistono ufficiali di polizia "armati" dell´umanità di Gianpaolo Trevisi, e capaci di scrivere storie belle come queste che state per leggere, non è di per sé motivo di stupore. (...) Vorrei spiegarvi allora perchè l´incontro con il libro del vice-questore suscita in me, niente meno, l´orgoglio di essere suo concittadino. (...) Empatia, Simpatia. Sintonia, Compassione. Identificazione . Ma per dirla in maniera più immediata, quello che ammiro di più in Trevisi è la capacità di mettersi nei panni degli altri. Virtù essenziale per chi voglia comunicare efficacemente, ma anche per chi non abbia dimenticato il senso profondo del prendersi cura: attività che dovrebbe contraddistinguere l´essere umano come animale dotato dell´istinto della socialità. Treveisi, badate, non è un poliziotto debole di stomaco che piange le sue vittime. E´ un ufficiale che ha capito come sia necessario per fare davvero il proprio dovere entrare in realzione con l´interlocutore. (..)"

Bastano le parole di Gad Lerner per capire che questi racconti nascono in realtà dall´ascolto: l´ascolto di un poliziotto che ha lavorato davvero all´Ufficio stranieri di Verona e che ha capito che nella vita è importante essere strabici -come lui stesso sostiene- ovvero cercare di adottare anche un punto di vista diverso. E diverse sono le storie delle persone che da ogni parte del mondo giungono nell´Ufficio a chiedere di poter rimanere qua. "L´Africa in un cassonetto", "La penna clandestina", "Il volo sbagliato" "E fuori il mare" : ogni racconto narra un caso, un personaggio, e lo fa in modo delicato, sensibile, con un finale a sorpresa e...un po´ da sogno. Sogno di chi tutti i giorni combatte (disarmato) per un mondo migliore.

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Gianpaolo Trevisi
EMI, 2008

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