Il progetto Pegasus è il vincitore del Premio giornalistico Daphne Caruana Galizia 2021

Il progetto Pegasus,coordinato dal Consorzio Forbidden Stories, ha vinto la prima edizionedel premio giornalistico del Parlamento europeo per le sue rivelazioni sullo spionaggio governativo ai danni di giornalisti, politici e oppositori.

Il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha aperto la cerimonia di premiazione che si è tenuta nella Sala Stampa Anna Politkovskaya del Parlamento europeo e ha detto che l’assassinio della giornalista “è momento di svolta per il giornalismo europeo, per la nostra politica e le nostre società”. “Bisogna trovare misure efficaci per sanzionare coloro che limitano la libertà dei media e attaccano i giornalisti e assicurarsi che lo stato di diritto non si minato nei nostri stati membri perché è la spina dorsale del giornalismo indipendente; (...) lo dobbiamo a tutti i giornalisti coraggiosi che sono stati uccisi”. Ha poi concluso: “Vorremmo che [questo premio] diventasse un simbolo potente per creare una maggiore consapevolezza e spingere a fare di più. Senza giornalismo indipendente non ci sono società libere”.

A nome dei 29 membri della giuria, il segretario generale della Federazione internazionale dei giornalisti, Anthony Bellanger, ha consegnato il premio del valore di 20.000 euro, a Sandrine Rigaude Laurent Richard, in rappresentanza del consorzio di giornalisti.

Dal 22 giugno al 1º settembre 2021, oltre 200 giornalisti provenienti dai 27 paesi dell'Unione europea avevano presentato le loro opere giornalistiche a una giuria.

 

Cos’è il Progetto Pegasus

Il Progetto Pegasus è un'iniziativa giornalistica internazionale realizzata sotto il coordinamento del consorzio di giornalisti Forbidden Stories, la cui missione è quella di indagare sui giornalisti assassinati, imprigionati o minacciati.

Dalla sua nascita, nel 2017, Forbidden Stories e i suoi partner hanno proseguito il lavoro di Daphne Caruana Galizia, ma anche di giornalisti assassinati per le loro indagini, ad esempio su reati ambientali o sui cartelli messicani.

In partenariato con oltre 30 organi di informazione in tutto il mondo e circa 100 giornalisti, Forbidden Stories si basa su una rete fortemente impegnata nel giornalismo collaborativo. Per il suo lavoro, Forbidden Stories ha vinto prestigiosi riconoscimenti in tutto il mondo, tra cui l'European Press Prize e il Georges Polk Award.

 

Riassunto della storia vincitrice

Nel luglio 2021 il consorzio, composto da più di 80 giornalisti e 17 organizzazioni dei media, tramite una fuga di notizie senza precedenti, ha scoperto che più di 50.000 numeri telefonici appartenenti a persone provenienti da tutto il mondo sono stati selezionati per essere sottoposti a sorveglianza da governi e clienti della società di sorveglianza israeliana NSO Group tramite il loro software di hacking noto sotto il nome di "Pegasus" e ha mostrato come questa tecnologia sia stata sistematicamente utilizzata per questi fini da anni. Il consorzio Forbidden Stories e Amnesty International hanno avuto accesso ai registri dei numeri di telefono selezionati dai clienti della NSO in più di 50 paesi fin dal 2016, rivelando che i numeri di telefoni contenuti appartenevano ad almeno 180 tra giornalisti, paladini dei diritti umani, figure religiose, politiche e militari provenienti da India, Messico, Ungheria, Marocco e Francia.

I giornalisti del progetto Pegasus, coordinati da Forbidden Stories con il supporto tecnico del Security Lab di Amnesty International, hanno passato al setaccio questi registri, spingendosi fin dietro le quinte di questa organizzazione di sorveglianza, cosa che non era mai stata possibile, in questa misura, prima.

Il consorzio ha scoperto che, contrariamente a quanto sostenuto per anni dal gruppo NSO anche in un recente rapporto sulla trasparenza, questo spyware è stato ampiamente utilizzato in modo improprio. Dai dati trapelati è emerso che almeno 180 giornalisti sono stati presi di mira in India, Messico, Ungheria, Marocco e Francia. Tra gli obiettivi potenziali figurano anche difensori dei diritti umani, esponenti del mondo accademico, imprenditori, avvocati, medici, leader sindacali, diplomatici, politici e diversi capi di Stato.

 

Il Premio giornalistico Daphne Caruana Galizia

Il Premio giornalistico Daphne Caruana Galizia, è stato istituito il 16 ottobre 2020 nell’anniversario della sua scomparsa. Il Premio è un riconoscimento al giornalismo d’eccellenza che riflette i valori europei.

Daphne Caruana Galizia è stata una giornalista maltese, oltre che una blogger e un’attivista contro la corruzione. Nel suo lavoro, ha riferito ampiamente di corruzione, di riciclaggio di proventi illeciti, di crimine organizzato, della compravendita di passaporti per acquisire la cittadinanza maltese e del relativo collegamento del governo dell’isola allo scandalo dei Panama Papers. Per questo è stata vittima di vessazioni e minacce, che sono culminate nell’attacco terroristico che ha posto fine alla sua vita: il 16 ottobre 2017 è morta a causa dell’esplosione di una bomba nascosta nella sua auto.

Il Parlamento europeo sostiene con convinzione l’importanza della libertà di stampa: nella risoluzione adottata a maggio 2018 ha invitato gli stati membri ad assicurare un adeguato finanziamento pubblico agli organi di stampa e a promuovere un giornalismo plurale, indipendente e libero. Il Parlamento ha inoltre sottolineato ancora una volta l’importanza della libertà di stampa nel contesto della pandemia di COVID-19.