Report sulla Conferenza di Attuazione del Green Deal Europeo – La Legge Europea sul Clima

Report sulla Conferenza di Attuazione del Green Deal Europeo – La Legge Europea sul Clima

Berlaymont, sede della Commissione Europea

Il 28 Gennaio 2020, la Commissione Europea (CE) ha organizzato una conferenza pubblica di alto livello sull’attuazione del Green Deal Europeo – la Legge Europea sul clima. L’obiettivo è stato riunire tutti i portatori di interesse ed offrir loro l’opportunità di esprimersi nella discussione per la finalizzazione ed adozione della prima Legge Europea sul Clima.

 

Discorso di punta

Frans Timmermans, Vicepresidente Esecutivo della CE, ha aperto la conferenza invitando tutti gli esponenti dei vari settori ad intervenire e contribuire al dibattito, in modo da rendere la futura Legge il più significativa ed efficace possibile. Ha altresì richiamato il principale obiettivo, vale a dire rendere l’Unione Europea (UE) il primo continente ad impatto climatico zero entro il 2050, attuare il Meccanismo di Equa Transizione ed agire collettivamente in questo senso.

In sostanza, ha sostenuto che ad oggi è ancora possibile raggiungere tale scopo in quanto, rispetto al passato, vi sono a disposizione maggiori conoscenze scientifiche e denaro, oltre che una tecnologia più avanzata per trasformare in realtà la cosiddetta Equa Transizione.

 

Sessione I – Diventare il primo Continente al Mondo ad impatto climatico zero entro il 2050: benefici della Transizione Verde

 

Il discorso introduttivo è stato tenuto da Grlić-Radman, Ministro degli Affari Esteri ed Europei della Croazia, che ha enfatizzato l’importanza di far procedere di pari passo crescita e sostenibilità nel percorso verso l’obiettivo comune. A questo proposito, ha sostenuto che i benefici che possono derivarne sono molti, tra cui un settore industriale amico dell’ambiente, tecnologie smart, un’efficace economia circolare ed un’agricoltura verde e salutare. Da ultimo ha indicato gli step successivi, dalla creatività nel definire nuovi approcci nell’impiego e ruolo della tecnologia, fino alla garanzia che nessuno sia lasciato indietro dal punto di vista sociale.

Tavola Rotonda, moderata da Mauro Petriccione, DG per Azione Climatica, CE

La tavola rotonda comprendevaMarco Mensink, DGConsiglio Europeo dell’Industria Chimica (Cefic); Pascal Canfin, Presidente del Comitato ENVI, Parlamento Europeo;Wendel Trio, DirettoreRete per l’Azione Climatica (CAN) Europa; Alexander Canal, Segretario GeneraleGenerazione Clima Europa; Walburga Hemetsberger, ADSolarPower Europe.

 

Quest’ultimo punto è stato ulteriormente affrontato durante la Tavola Rotonda, ad esempio dall’AD di solarPower Europe Hemetsberger. Ha menzionato in tono entusiasta che l’energia solare potrebbe essere rivoluzionaria nella lotta al cambiamento climatico: questa tecnologia innovativa permetterebbe con ogni probabilità di ridurre in modo netto le emissioni nocive, oltre che i costi nel settore energetico.

Altri esperti hanno aggiunto che una tale rivoluzione – definita la Quarta Rivoluzione Industriale d’Europa – eliminerebbe la dipendenza dell’Unione dalle importazioni di combustibili fossili e confermandola al tempo stesso la leader nel settore manifatturiero. Su una nota finale, si creerebbero maggiori opportunità di lavoro per i cittadini e lo sviluppo regionale fiorirebbe, in quanto l’energia solare richiede lavoratori altamente qualificati e trasforma potenzialmente le aree sinora dedicate all’energia fossile in aree più competitive.

Sessione II – Contributo di tutte le politiche alla neutralità climatica ed a una Transizione Socialmente Equa

La seconda parte è stata inaugurata da Kurtyka, Ministro del Clima della Polonia, ed è stata incentrata sulla necessaria compartecipazione di tutte le politiche all’obiettivo comune. Il Ministro ha sottolineato che, mentre la visione è chiara, quel che rimane ancora da determinarsi è come raggiungere la meta. Da qui il suggerimento di creare una politica comprensiva ed internamente coerente che coinvolga tutti i settori produttivi.

Dall’energia ai trasporti, le parole guida devono essere ‘il bisogno di cambiare il modo in cui si produce, si comunica, si consuma e si trattano l’ambiente, l’energia, la gestione dei rifiuti, l’agricoltura’. Definita come Rivoluzione Copernicana, in sostanza una nuova strategia che presti particolare attenzione alle questioni sociali diventa oltremodo urgente.

 

Tavola Rotonda, moderata da Céline Gauer, Segretario Generale Aggiunto, CE

La Tavola comprendeva William Todts, Direttore EsecutivoTrasporti & Ambiente (T&E); Eric-Mark Huitema, Direttore GeneraleAssociazione Europea dei Produttori di Automobili (ACEA); Pekka Pesonen, Segretario GeneraleCopa Cogeca; Monica Frassoni, Presidente Alleanza Europea per Salvare l’Energia (EU-ASE); Ed Daniels, Vice-Presidente Esecutivo Strategia e PortfolioShell; Luca Visentini, Segretario GeneraleConfederazione Europea delle Unioni Sindacali (ETUC); Cecilia Bonefeld-Dahl, Direttore GeneraleDigitalEurope.

La discussione ha progredito con due esperti, Todts, Direttore Esecutivo, Trasporti & Ambiente (T&E) e Huitema, Direttore Generale, Associazione Europea dei Produttori di Automobili (ACEA), d’accordo sul fatto che mentre i trasporti restano l’unico settore in cui le emissioni sono ancora in aumento, al tempo stesso proprio in questo settore una Rivoluzione di tal specie può apportare nuove possibilità. L’elettrificazione dei veicoli e di altri mezzi di trasporto è in questo senso esemplare e rappresenta verosimilmente una triplice vittoria: fine dell’inquinamento da ed importo di petrolio, nonché della crisi in cui versa attualmente lo stesso settore trasporti.

Huitema ha comunque messo in guardia su un punto: per realizzare la rivoluzione, è di vitale importanza predisporre un chiaro quadro normativo che guidi la creazione di tecnologie a zero-emissioni; tale quadro dovrebbe poi essere completato con discipline legali per altri settori quali trasporto aereo e marittimo (che ad oggi ricadono ancora al di fuori di qualsiasi legge Europea). In secondo luogo, occorrono anche interventi di tipo materiale: dalla semplice installazione di colonnine di ricarica per le auto elettriche alla creazione e sviluppo di nuovi mezzi di trasporto.

Anche l’efficienza energetica è stata al centro del dibattito. Frassoni, Presidente dell’Alleanza Europea per Salvare l’Energia ha per esempio affermato che, benché sinora la disciplina UE per il miglioramento dell’efficienza energetica ha dato buoni risultati, la strada è ancora lunga; dunque la imminente Legge sul Clima è la perfetta chance per allineare l’attuale quadro legislativo e finanziario ed integrarlo con tale fine. Ha poi sottolineato l’importanza di definire chiare priorità dei fondi e le loro destinazioni, al fine di dare la spinta finale verso l’efficienza energetica. Le sue osservazioni hanno inoltre invitato ad una radicale revisione in questo campo – argomento esaminato in dettaglio dal DG di DigitalEurope Bonefeld-Dahl.

Bonefeld-Dahl ha infatti presentato il digitale come il fattore scatenante l’auspicata trasformazione, visto il suo potenziale di ridurre in modo drastico le emissioni attraverso l’uso innovativo delle tecnologie. Allo stesso tempo, ha esortato a massicci investimenti in Ricerca ed Innovazione a questo scopo, per esempio nell’impiego di esistenti tecnologie in griglie ad efficienza energetica, al fine di cambiare il comportamento di produttori e consumatori.

Da ultimo, ha proposto una riforma del sistema di scambio di quote di emissione UE – fiore all’occhiello della Politica Europea Clima ed Energia – in maniera duplice: primo, integrando le energie rinnovabili e quelle a basse emissioni. Secondo, sviluppando una strategia che preservi al tempo stesso la competitività delle industrie Europee e la giustizia sociale in fase di transizione.

Il discorso di chiusura della sessione è stato tenuto dal Segretario Generale della Confederazione Europea dei Sindacati Visentini, che ha lodato l’intento della Conferenza di permettere a ciascun rappresentante di categoria di contribuire al design del Green Deal.  In questo senso, ha affermato che una Transizione – per essere realmente socialmente equa ed inclusiva – deve tenere in conto le difficoltà incontrate dai lavoratori, specialmente quelli meno qualificati. Questa categoria infatti è la prima che rischia di assistere ad un netto calo di posti di lavoro a seguito della Transizione Verde, come esperienze passate di cambiamenti di paradigmi economici dimostrano. Pertanto, Visentini ha ribadito che nell’attuazione della Transizione, il Green Deal Europeo deve essere in grado di tenere in considerazione le differenze caratteristiche dei vari settori produttivi.

Sessione III – Introduzione: Vladis Dombrovskis, Vicepresidente Esecutivo, CE

 Il discorso di apertura è stato pronunciato da Dombrovskis, Vicepresidente Esecutivo della CE. Per rendere sostenibile la Transizione Verde – ha sostenuto – occorre un solido piano finanziario, a cominciare da un budget extra di 260 miliardi all’anno per finanziare i progetti, aiutare le persone a ridurre le emissioni e costruire un sistema di trasporto a basse emissioni. Il piano, oltre ad essere sostenibile, deve altresì coinvolgere sia il settore pubblico che quello privato poiché, nonostante un aumento di investimenti proveniente dalla BCE, è pur sempre evidente che tali investimenti pubblici possano ottenere i risultati sperati solamente con un concomitante supporto privato.

Gli investimenti saranno accompagnati da un miglioramento legislativo e politico. Un nuovo sistema tassonomico a guida delle imprese ed un nuovo regime di etichettatura per prodotti verdi verranno adottati. Ad ogni modo, poiché non ogni dettaglio può essere esplicitato in legge, Dombrovskis ha proposto la collaborazione con esperti su altri livelli. Infine, ha ribadito che una cooperazione tra i vari stakeholder e l’UE sarà cruciale per il raggiungimento degli obiettivi.

Tavola Rotonda, moderata da Marco Buti, CE

Buti ha reiterato gli obiettivi UE, sostenendo che, mentre il budget UE contribuirà, allo stesso modo anche il settore privato dovrà mobilitarsi.

La Tavola ha convenuto Ester Asin, Direttore WWF, Ufficio Politiche Europee; Emma Navarro, VP, n Banca Europea per gli Investmenti (EIB); Luiz Awazu Pereira da Silva, Vicedirettore Generale, Banca per i Regolamenti Internazionali (BIS); Guntram Wolf, Direttore Bruegel; Pierre Wunsch, Governatore, Banca Nazionale del Belgio.

Asin, commentando in generale sull’aspetto finanziario, ha sostenuto che gli attuali tassi di investimento sono bassi e che il WWF richiede che almeno la metà del budget UE sia impiegato. Ciononostante, l’impegno della CE non sarà sufficiente: è vero che il Piano Sostenibile Europeo è un buon punto di partenza ma alcune problematiche restano, come ad esempio l’assenza di un responsabile per la coordinazione e la coerenza. La missione sarà dunque quella di far confluire verso un’unica direzione tutti gli strumenti a disposizione. Ha concluso ricordando che la strada non sarà scevra da ostacoli, specialmente a livello nazionale, e che la collaborazione tra Stati Membri (SM) è necessaria per assicurare coerenza.

Navarro ha rammentato l’efficacia degli interventi della BCE nell’ambito del Green Deal, sia per aver finanziato numerosi progetti in tutto il mondo dal 2012, sia per aver mobilitato miliardi in investimenti sostenibili riconducibili ad un ben definito piano politico. Questo impegno continuerà in sinergia con la CE e gli SM.

Awazu Pereira da Silva ha esordito menzionando la sempre crescente consapevolezza del cambiamento climatico nel settore finanziario ed industriale, sostenendo che il Green Deal è un’opportunità di allineare politiche sinora differenti e migliorarle attraverso la cooperazione. La BCE contribuirà con azioni nel settore finanziario, ad esempio identificando migliori prezzi e nuovi strumenti di finanziamento per una transizione più sostenibile per società ed investitori. Alla fine, ha menzionato l’aspetto di equità legato alla Transizione, che a suo avviso richiede un meccanismo di compensazione per coloro che non sono necessariamente preparati ad essa sul piano sociale.

Wolf ha evidenziato tre grandi criticità del piano avanzato: il denaro pubblico non è sufficiente, l’incertezza frena ancora l’impegno alla causa degli investitori privati, anche gli SM devono essere incoraggiati ad investire nella Transizione Verde. Similmente, Wunsch ha aggiunto che nel concentrarsi troppo sugli investimenti si rischia di trascurare il vero problema, ossia la correzione dei prezzi.

Inoltre, ha rimarcato l’importanza del sostegno pubblico negli investimenti; ad esempio, quelli nell’energia verde hanno aiutato alla riduzione dei prezzi negli ultimi 15 anni.

Alla discussione sono seguite numerose domande ed interessanti spunti di riflessione.

La Conferenza è stata chiusa da Timmermans, il quale ha dimostrato un’attitudine positiva circa il futuro: anche in mancanza della soluzione perfetta l’UE riuscirà a trovare quella ottimale grazie alla cooperazione con gli stakeholders. In particolare, l’UE dovrà garantire prevedibilità agli investitori ed esortarli a dedicarsi appieno alla Transizione. La Legge sul Clima sarà d’aiuto, per esempio, a stabilire un meccanismo di correzione. Quel che occorre è un reale cambiamento per il futuro che, benché arduo, è un obiettivo che può essere verosimilmente raggiunto.

 

Autori: Margherita Trombetti e Jasmine Faudone – vincitrici Premio di laurea “L’Europa che sarà” 2020