Previsioni economiche di autunno 2019: una strada in salita

Luci ed ombre nelle previsioni economiche d’autunno della Commissione europea pubblicate ieri dalla Commissione europea.

L'economia europea

L'economia europea vive il suo settimo anno consecutivo di crescita e, secondo le previsioni, continuerà a crescere nel 2020 e nel 2021. I mercati del lavoro restano solidi e la disoccupazione continua a diminuire.

Tuttavia l'ambiente esterno è diventato molto meno favorevole e regna l'incertezza, con ripercussioni soprattutto sul settore manifatturiero, che sta anche vivendo cambiamenti strutturali. Di conseguenza, l'economia europea sembra avviarsi verso un periodo prolungato di crescita più contenuta e di inflazione modesta.

Il perdurare delle tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e la Cina e gli elevati livelli di incertezza sul piano politico, in particolare per quanto riguarda il commercio, hanno frenato gli investimenti, l'industria manifatturiera e gli scambi internazionali. Con una crescita del PIL globale destinata a restare modesta, la crescita in Europa dipenderà dalla forza dei settori maggiormente orientati verso il mercato interno, i quali, a loro volta, potranno contare su un mercato del lavoro propizio alla crescita delle retribuzioni, su condizioni di finanziamento favorevoli e, in alcuni Stati membri, su misure di stimolo fiscale.

Per questi motivi le previsioni di crescita dl Pil in UE sono state riviste al ribasso. Per l'UE nel suo complesso, si prevede un aumento del PIL dell'1,4% nel 2019, 2020 e 2021.

La disoccupazione nell'UE registra il tasso più basso dall'inizio del secolo. Anche se la creazione netta di posti di lavoro probabilmente rallenterà, si prevede che il tasso di disoccupazione nella zona euro continui a scendere. Secondo le previsioni, nell'UE il tasso di disoccupazione scenderà al 6,3 % quest'anno, assestandosi al 6,2 % nel 2020 e nel 2021.

A livello europeo l'inflazione nella zona euro ha subito un rallentamento a causa del calo dei prezzi dell'energia e al fatto che le imprese hanno in gran parte scelto di ridurre i margini per assorbire costi salariali più elevati, anziché trasferire questi ultimi ai clienti.

Infine, da segnalare che complessivamente in Unione europea scendono i livelli del debito pubblico per il quinto anno consecutivo, aumentano leggermente i disavanzi.

L’economia italiana

Nelle previsioni economiche troviamo anche la situazione dei diversi paesi e, per quanto riguarda il nostro paese la Commissione rileva che l'economia italiana è in stallo dall'inizio del 2018 e ancora non mostra segnali significativi di ripresa.

La stima sul Pil 2019 rimane pertanto invariata, ma peggiora per gli anni successivi e. Nel 2020 c'è una "modesta" ripresa della crescita, "grazie a domanda esterna e spesa delle famiglie, che però è attenuata dal mercato del lavoro in deterioramento". Con un Pil che sale di 0,1% nel 2019 e di 0,4% nel 2020, l'Italia resta ultima per crescita nella Ue in entrambi gli anni. Nelle nuove previsioni economiche della Commissione europea, è l'Irlanda al top nel 2019 (+5,6%), seguita da Malta (+5%). La Germania è penultima con 0,4%, ma recupera nel 2020 (+1%).

Per quanto riguarda le previsioni sul debito italiano si prevede che nel 2019 salirà a 136,2%, e nel 2020 a 136,8%. Le cause principali sono "debole crescita del Pil nominale, deterioramento dell'avanzo primario" e "costo in aumento delle misure passate" che ricadono sugli anni successivi.

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