Crisi dei rifugiati: la Commissione rivede le azioni del 2015 e stabilisce le priorità per il 2016

Crisi dei rifugiati: la Commissione rivede le azioni del 2015 e stabilisce le priorità per il 2016

In occasione della sua riunione settimanale, il collegio dei Commissari ha discusso della crisi dei rifugiati, passando in rassegna le misure adottate nel 2015 e le iniziative da presentare questa primavera. L'aumento senza precedenti delle domande di tutela internazionale in Europa l'anno scorso è stato un importante banco di prova per il sistema europeo comune di asilo e l'area Schengen. La Commissione europea ha reagito alla crisi con misure immediate e continua a collaborare con gli Stati membri e paesi terzi partner per gestire il flusso di rifugiati, proteggere le frontiere europee e affrontare alla radice la questione delle pressioni migratorie. Il 2016 sarà un altro anno importante per progredire verso un sistema di asilo basato sulla solidarietà e l'equa ripartizione delle responsabilità.

Il Primo Vicepresidente della Commissione Frans Timmermans ha dichiarato: "Possiamo superare questa crisi solo se agiremo insieme. Nel 2016 dobbiamo raggiungere risultati tangibili nel controllo dei flussi illegali e delle nostre frontiere, fin dalle prossime settimane e dai prossimi mesi. Per far sì che ciò succeda, l'UE deve intensificare i propri sforzi. Le proposte avanzate dalla Commissione devono essere adottate e gli approcci su cui si è convenuto nel 2015 devono essere pienamente attuati. Dobbiamo assicurare che i punti di crisi ("hotspot") siano pienamente operativi, con una corretta registrazione dei nuovi arrivi e il rilevamento delle impronte digitali, tenendo conto anche dei movimenti secondari. Dobbiamo far decollare il regime di ricollocazione e rimpatriare chi non ha il diritto di rimanere. Dovremmo inoltre migliorare la cooperazione con i paesi terzi per affrontare il problema alla radice e bloccare il flusso, oltre a rendere più efficaci i rimpatrio e la riammissione. Nel 2016 dovremo ripristinare le normali condizioni di operatività di Schengen, facendo in modo che gli Stati membri non sentano l'esigenza di introdurre o prorogare i controlli alle frontiere interne. La Commissione farà quanto in suo potere per raggiungere questo obiettivo e proporrà azioni lungimiranti e risolute per garantire che il nostro sistema di asilo sia in grado di rispondere alle sfide future e per contribuire a una gestione sostenibile dei flussi migratori."

Il Commissario europeo Dimitris Avramopoulos ha aggiunto: "Il 2016 è l'anno del bivio. Le decisioni e azioni comuni delineeranno il futuro della nostra Unione - perché la posta in gioco è proprio l'identità della nostra Unione. Da un lato dobbiamo intervenire con urgenza in materia di punti di crisi, ricollocazione, reinsediamenti, guardie di frontiera europee e un ritorno alla normale operatività di Schengen. Dall'atro lato dobbiamo dimostrare coraggio e prendere in mano il nostro futuro. Per questo motivo la Commissione sta già lavorando alacremente alla revisione del sistema di Dublino, a un meccanismo permanente di reinsediamento e a un pacchetto globale sulla migrazione e l'integrazione. Non possiamo perdere di vista il contesto più ampio della sfida."

Le principali azioni del 2015

Un'agenda europea sulla migrazione

Prima del suo insediamento nel novembre 2014, la Commissione Juncker ha inserito la migrazione tra le proprie priorità politiche. Nel 2015 siamo intervenuti con azioni immediate per affrontare la sfida più impellente: il salvataggio di vite umane in mare. Parallelamente abbiamo elaborato una strategia globale per una migliore gestione dei vari aspetti della migrazione.

Il 13 maggio la Commissione ha presentato la sua agenda europea sulla migrazione in risposta alla crisi. Due settimane più tardi, il 27 maggio, ha presentato il primo pacchetto di attuazione dell'agenda, che comprende anche la proposta di ricollocare 40 000 persone da Grecia e Italia, reinsediare 20 000 persone che si trovano all'esterno dell'UE e realizzare un piano di azione UE contro il traffico di migranti, oltre a triplicare il budget e i mezzi impiegati nella ricerca e nel salvataggio in operazioni marittime. È stato affrontato anche il tema degli orientamenti sulle impronte digitali, volti ad aiutare gli Stati membri nella registrazione dei migranti.

Un secondo pacchetto di attuazione è stato presentato dalla Commissione europea il 9 settembre. Il pacchetto prevede anche proposte di ricollocazione di ulteriori 120 000 richiedenti asilo da Stati membri particolarmente sotto pressione, un meccanismo permanente di ricollocazione di crisi, un elenco europeo comune di paesi d'origine sicuri, un piano d'azione sul rimpatrio e un manuale sul rimpatrio, nonché una proposta di istituzione di un fondo fiduciario per l'Africa con una dotazione di bilancio di 1,8 miliardi di euro. Allo stesso tempo, l'attuazione della di un approccio basato sui punti di crisi avviato in Grecia e in Italia, con il sostegno della Commissione europea, di Frontex e delle agenzie EASO. A ottobre sono iniziate le prime ricollocazioni, ma la strada per raggiungere gli obiettivi concordati è ancora lunga.

Misure di bilancio

In termini di sostegno finanziario, la Commissione ha già proposto modifiche ai bilanci del 2015 e del 2016, aumentando di 1,7 miliardi di euro le risorse stanziate per la crisi dei rifugiati. Ciò significa che nel 2015 e nel 2016 la Commissione spenderà quasi 10 miliardi di euro per contrastare la crisi dei rifugiati. In procedura accelerata, sia il Parlamento europeo che gli Stati membri in sede di Consiglio hanno approvato il bilancio rettificativo della Commissione. Gli Stati membri si sono impegnati a fornire finanziamenti corrispondenti a quelli dell'UE per l'UNHCR, il Programma alimentare mondiale e altre organizzazioni pertinenti (500 milioni di euro), il Fondo fiduciario regionale dell'UE per la Siria (500 milioni di euro) e il Fondo fiduciario di emergenza per l'Africa (1,8 miliardi di euro).

Gestione dei flussi migratori

In collaborazione con paesi terzi partner, la Commissione ha adottato una serie di misure volte a gestire meglio i flussi migratori e a bloccare gli arrivi in Europa.

Alla luce della situazione critica sulla rotta dei Balcani occidentali, il 25 ottobre il Presidente Juncker ha convocato una riunione dei leader di governo dei paesi situati su questa rotta. In quest'occasione è stato convenuto un piano d'azione che si articola su 17 punti. Da allora la Commissione e gli Stati membri coinvolti tengono una videoconferenza settimanale per garantirne il corretto seguito (finora si sono svolte 11 videoconferenze).

Il 15 ottobre abbiamo concordato un piano d'azione comune con la Turchia, inaugurato in occasione del vertice UE-Turchia del 29 novembre. Il piano d'azione rientra in un programma globale di cooperazione basato sulla responsabilità condivisa, su impegni reciproci e sul conseguimento di risultati. Il 24 novembre la Commissione ha proposto di istituire lo strumento per la Turchia a favore degli immigrati al fine di coordinare il contributo complessivo di 3 miliardi di euro dell'UE a favore dei Siriani che godono di protezione temporanea nelle comunità di accoglienza turche. Il 15 dicembre la Commissione ha proposto la creazione di un programma volontario di ammissione umanitaria gestito con la Turchia e destinato alle persone sfollate a causa del conflitto in Siria.

Il 12 novembre, in occasione del vertice sulla migrazione di La Valletta, i capi di Stato e di governo dell'UE e dell'Africa hanno discusso del rafforzamento della cooperazione e di come affrontare le cause che hanno dato origine alla crisi. Da questo vertice è scaturito un elenco di azioni concrete che saranno realizzate entro la fine del 2016. Nel quadro dello stesso vertice è stato istituito ufficialmente il fondo fiduciario dell'UE per l'Africa, con una dotazione complessiva di 1,8 miliardi di euro di risorse dell'UE.

Pacchetto sulle frontiere

Il 15 dicembre la Commissione ha presentato un "pacchetto sulle frontiere", che racchiude una serie di misure importanti per rendere più sicure le frontiere esterne dell'UE, gestire la migrazione in maniera più efficace e proteggere la libera circolazione all'interno dell'area Schengen. La Commissione ha proposto di istituire una guardia costiera e di frontiera europea, rafforzando il mandato di Frontex. Il pacchetto comprende anche proposte relative a un documento di viaggio per il rimpatrio dei cittadini di paesi terzi che soggiornano illegalmente nell'UE e un programma volontario di ammissione umanitaria gestito con la Turchia per le persone sfollate a causa del conflitto in Siria.

Prospettive per il 2016

Il 2016 sarà dedicato al raggiungimento di risultati chiari e tangibili e all'attuazione delle misure decise, ma anche all'impostazione delle nostre future politiche, tra l'altro adottando il più rapidamente possibile le proposte già annunciate. È necessaria un'azione comune a livello europeo.

L'Unione europea deve rafforzare ulteriormente il proprio impegno rispetto al 2016 nei seguenti ambiti:

  • ricollocazione: le 160 000 ricollocazioni decise in occasione del Consiglio di settembre sono state concretizzate solo in 272 casi. Al fine di ottenere risultati concreti in termini di ricollocazione, gli Stati membri in prima linea e gli Stati membri di destinazione delle persone ricollocate devono attuare tempestivamente le due decisioni di ricollocazione, in particolare notificando e incrementando i posti immediatamente disponibili per la ricollocazione e accogliendo persone ricollocate;

  • reinsediamento: stando alle informazioni ottenute dagli Stati membri e dai paesi associati, nel 2015 avrebbero dovuto essere reinsediate 5 331 persone. Alla fine dell'anno scorso la Commissione ha avuto conferma del fatto che sono stati eseguiti solo 779 reinsediamenti. Entro fine 2017 dovrebbero essere reinsediate complessivamente 22 504 persone;

  • punti di crisi: dei 5 punti di crisi individuati in Grecia, solo uno è pienamente operativo (Lesbo). dei 6 punti di crisi individuati in Italia, ad oggi ne sono operativi due (Lampedusa e Trapani); la piena operatività dei punti di crisi è necessaria per le attività di ricollocazione;

  • rimpatrio: L'Europa deve aumentare il tasso di rimpatrio di coloro che non hanno il diritto di rimanere in Europa dando attuazione al piano d'azione sul rimpatrio e compiendo progressi in materia di accordi e negoziati di riammissione;

  • Schengen: la priorità per il 2016 dovrebbe essere data al ripristino della normale operatività di Schengen, facendo sì che gli Stati membri non debbano introdurre o prorogare in via eccezionale i controlli alle frontiere interne;

  • guardia costiera e di frontiera europea: il Parlamento europeo e il Consiglio devono giungere a una rapida conclusione dei negoziati, rispettando l'impegno assunto in occasione del Consiglio europeo di dicembre.

Il collegio dei Commissari ha discusso anche di altre iniziative necessarie nell'attuale contesto di crisi. Gli avvenimenti dell'anno scorso hanno evidenziato che il sistema di Dublino nella sua forma attuale non è sostenibile, pertanto, come annunciato lo scorso settembre, la Commissione elaborerà, entro marzo, una proposta di riforma del sistema di Dublino, nel quadro dei lavori per un sistema comune di asilo. Al fine di ridurre l'attuale ricorso a rotte illegali, la Commissione sta inoltre elaborando un pacchetto di misure sulla migrazione legale, che prevede anche la riforma della direttiva sulla Carta blu. Saranno proposte anche misure in materia di integrazione.

A fine 2016 la Commissione presenterà una un ulteriore pacchetto sul traffico di migranti. La raccomandazione della Commissione per un programma volontario di ammissione umanitaria con la Turchia dovrebbe essere integrata da azioni sul campo e da un quadro per i reinsediamenti più strutturato. In marzo la Commissione avanzerà una proposta per garantire un approccio comune europeo in futuro.

La dimensione esterna dovrebbe essere volta soprattutto a cooperare con paesi terzi, ad affrontare il problema alla radice e, in particolare, a bloccare i flussi migratori illegali verso l'Europa e a rimpatriare chi non ha diritto a una protezione internazionale. Le partnership e cooperazioni con i principali paesi di origine, di transito e di destinazione continueranno a svolgere un ruolo importante, ad esempio nel quadro dei processi di Khartoum e Rabat, del dialogo Africa-UE su migrazione e mobilità, del processo di Budapest e del processo di Praga.

Le future esigenze finanziarie dovranno essere valutate nel contesto di una revisione intermedia del quadro finanziario pluriennale.

Per ulteriori informazioni

Agenda europea sulla migrazione

Primo pacchetto di attuazione dell'Agenda europea sulla migrazione

Secondo pacchetto di attuazione dell'Agenda europea sulla migrazione

Terzo pacchetto di attuazione dell'Agenda europea sulla migrazione (pacchetto sulle frontiere)

Agenda europea sulla migrazione - documentazione per la stampa

Agenda europea sulla migrazione - documentazione legislativa

Accordo su un budget UE per il 2016 che aumenti a quasi 10 miliardi di euro il finanziamento complessivo a favore della risposta alla crisi dei rifugiati nel 2015 e 2016

Riunione sulla rotta di migrazione dei Balcani occidentali

Punto della situazione sulle misure adottate in risposta alla crisi dei rifugiati

SCHEDA INFORMATIVA: Un'agenda europea sulla migrazione - situazione attuale: gennaio 2016

Gestione della crisi dei rifugiati - situazione attuale e azioni future

Dal sito European Union Newsroom