#UEverofalso: i fondi UE spesi nel Meridione vanno tutti alla mafia. Sarà vero?

#UEverofalso: i fondi UE spesi nel Meridione vanno tutti alla mafia. Sarà vero?

Questa affermazione è falsa e priva di qualunque fondamento fattuale. Le procedure di controllo dei fondi strutturali prevedono svariate tappe di controllo, durante le quali al minimo sospetto di irregolarità il flusso dei fondi è interrotto fino a chiarimento. Questo meccanismo limita al minimo il rischio di frodi e irregolarità. La percentuale di frodi (incluse possibili infiltrazioni della criminalità organizzata) nella gestione dei fondi strutturali, anche nelle regioni del Sud dell'Italia, è minima e ammonta a circa 0,2% (vedi punto 4 di questo MEMO). I casi di infiltrazioni criminose, ancora più rari, sono stati individuati e sanzionati.

Le innegabili difficoltà incontrate dalle regioni del Sud Italia nell'utilizzare i fondi europei non sono legate alle frodi o alla malavita quanto piuttosto a carenze amministrative nella gestione e nel controllo dei fondi. Nonostante i progressi compiuti dalla fine del 2011 e lo scatto in avanti del 2012, l'Italia è ancora distante dagli standard degli Stati membri più virtuosi. Certamente si può e si deve fare di più.

Per venire incontro a queste difficoltà la Commissione sta discutendo con il governo italiano una serie di misure destinate a migliorare e rafforzare le amministrazioni preposte alla gestione dei fondi. In particolare, piani di rafforzamento amministrativo che ciascuna regione o Ministero dovrà sottoscrivere per gestire i fondi. La Commissione considera inoltre essenziale che l'Agenzia per la coesione territoriale sia pienamente operativa fin dall'inizio della nuova programmazione al fine di monitorare l'utilizzo dei fondi, individuare tempestivamente eventuali problemi e intervenire per assistere le amministrazioni in difficoltà.

Più in generale, nei negoziati in corso sul cosiddetto accordo di partenariato che definisce la strategia per l'utilizzo dei fondi nella nuova programmazione finanziaria 2014-2020, la Commissione è attenta affinché queste strategie concentrino le risorse su un numero limitato di misure, che stabiliscano obiettivi chiari e misurabili per ogni programma, e che le strutture preposte alla gestione di questi fondi rispettino dei criteri di efficienza e trasparenza.

La soluzione al problema, quindi, non è togliere risorse all'Italia, come ha chiesto Grillo e come altri ripetono, bensì migliorare la capacità di spendere tutti i fondi ricevuti e di spenderli bene.

I fondi per le politiche di coesione sono preziosi, perché servono a ridurre il divario tra le regioni d'Europa e a offrire opportunità di sviluppo ai cittadini che vi abitano. Per l'Italia queste risorse sono indispensabili per consentire alle regioni meno sviluppate di raggiungere, gradualmente, quelle più sviluppate. Soprattutto in un periodo come questo, in cui la crisi colpisce più duramente le parti dell'Europa (e dell'Italia) meno sviluppate, i fondi strutturali rappresentano, se ben utilizzati, un'autentica opportunità di crescita. Nella situazione attuale, le risorse UE possono anche contribuire a svolgere per il nostro Paese quel ruolo che gli economisti definiscono "anticiclico".

Per ulteriori informazioni:

Report Olaf 2013 (EN)pdf

#UEverofalso: la gestione dei fondi strutturali Ue in Italia è fuori controllo. Sarà vero?

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