Uno studio cartografa per la prima volta le politiche di ristorazione scolastica nell'UE

Nel quadro delle azioni intraprese dalla Commissione europea per contribuire a ridurre l’obesità infantile, il servizio scientifico interno della Commissione, il Centro comune di ricerca (CCR), ha pubblicato la prima relazione completa sulle politiche di ristorazione scolastica in Europa, da cui emerge l’importanza attribuita dai paesi europei al contributo della ristorazione scolastica per la salute, lo sviluppo e i risultati scolastici dei bambini. In tutti i paesi esaminati (i 28 Stati membri dell’UE + Norvegia e Svizzera) sono stati emanati orientamenti in materia di ristorazione scolastica, che variano tuttavia notevolmente. Le misure nazionali per promuovere un’alimentazione sana nelle scuole prevedono orientamenti volontari, ad esempio per i menù e le quantità, ma anche divieti assoluti, tra l'altro in materia di commercializzazione, di distributori automatici e di bevande zuccherate.

Distribuzione delle politiche alimentari obbligatorie (arancione) e volontarie (blu) nell'UE28 + Norvegia e Svizzera

Tonio Borg, Commissario responsabile per la Salute, ha dichiarato: "Quasi un bambino su tre in Europa è in sovrappeso o obeso, e quindi rischia di sviluppare una serie di malattie che possono essere evitate, tra cui il diabete di tipo 2. Le scuole sono importanti partner, il cui contributo si affianca all'impegno da noi profuso per incoraggiare i bambini a sviluppare abitudini alimentari sane, affinché possano crescere in buone condizioni di salute, avere buoni risultati scolastici e sviluppare appieno le loro capacità. La prima valutazione delle politiche in materia di ristorazione scolastica costituisce pertanto un importante contributo alla lotta da noi intrapresa contro l’obesità."

Máire Geoghegan-Quinn, Commissaria responsabile per la Ricerca, l'innovazione e la scienza, ha aggiunto: "Questa relazione è un buon punto di partenza per i decisori politici, gli educatori e i ricercatori in Europa per analizzare le possibili correlazioni tra politiche in materia di ristorazione scolastica e salute pubblica e per valutare l'efficacia della promozione di abitudini alimentari sane."

Contesto

La relazione prende in esame i più recenti documenti politici nazionali per analizzarne le norme e gli orientamenti sui prodotti alimentari disponibili nelle scuole primarie e secondarie. Descrive tali politiche in base a criteri comuni, quali i cibi consentiti o vietati, i livelli nutrizionali, le strutture di ristorazione, i servizi di catering e le restrizioni alla commercializzazione.

La relazione offre anche una panoramica della normativa, il che costituisce un importante passo verso la valutazione dell’impatto di tali politiche sull’obesità infantile.

Ecco alcuni dati salienti tratti dalla relazione:

più del 90% delle politiche esaminate contengono norme sugli alimenti intese ad assicurare menù equilibrati. Seguono poi gli orientamenti sulla grandezza delle porzioni (76%) e sugli standard nutrizionali dei pasti (65%);

molto comuni sono le restrizioni o le raccomandazioni relative alla disponibilità di bevande (65-82%), che nella maggioranza dei casi sono a favore della messa a disposizione (gratuita) di acqua potabile e vietano specificamente bevande analcoliche (zuccherate);

il miglioramento dell’alimentazione dei bambini, l’insegnamento di una dieta e di abitudini di vita sani nonché la riduzione o la prevenzione dell’obesità infantile sono i principali obiettivi generali condivisi dalla maggior parte dei paesi;

i dolci e gli snack salati sono vietati dalla maggior parte delle politiche, che oscillano dal permesso occasionale al divieto assoluto;

il 59% delle politiche raccomanda o impone di misurare i risultati della politica in materia di ristorazione scolastica. I risultati di cui è richiesta più comunemente la misurazione riguardano l'offerta di prodotti alimentari nelle scuole e la percentuale di bambini che mangia a scuola;

le calorie e i grassi sono i parametri più comuni inclusi negli standard energetici e nutrizionali del pranzo (utilizzati rispettivamente nel 65% e nel 56% delle politiche);

i prodotti offerti dai distributori automatici sono soggetti a restrizioni in circa la metà dei paesi presi in esame. Le misure vanno dalla raccomandazione dell'offerta di prodotti più sani, al divieto dei cibi non salutari, al divieto assoluto di installare distributori automatici negli edifici scolastici;

pratica comune è anche la limitazione alla commercializzazione di prodotti alimentari non salutari.

La cartografia delle politiche di ristorazione scolastica è stata realizzata con l’ausilio del gruppo UE di alto livello sull’alimentazione e l’attività fisica a sostegno della strategia UE 2007 in materia di alimentazione, sovrappeso e obesità, nonché del piano d’azione dell’UE sull’obesità infantile 2014-2020.

Link

Per consultare la relazione:

https://ec.europa.eu/jrc/en/publication/eur-scientific-and-technical-research-reports/mapping-national-school-food-policies-across-eu28-plus-norway-and-switzerland

La proposta della Commissione europea di integrare e rafforzare i regimi esistenti di ristorazione scolastica (IP/14/94)