Approvato il brevetto unitario europeo, ma Italia e Spagna non partecipano

In tre votazioni distinte, i deputati hanno approvato nell'ultima sessione il cosiddetto "pacchetto brevetto" (brevetto unitario, regime linguistico e tribunale unico), considerato un contributo decisivo alla messa in atto di un’agenda per il rilancio dell’economia e della crescita. 

Il nuovo brevetto sarà meno caro e più efficace del sistema attuale nel proteggere le invenzioni di persone e imprese. Il nuovo sistema offrirà automaticamente protezione in tutti i 25 Stati membri che partecipano, tagliando cosi i costi per le aziende UE e migliorandone la competitività. Quando il nuovo sistema sarà a pieno regime, il nuovo brevetto potrebbe costare solo €4.725, rispetto ai €36.000, secondo stime della Commissione europea. 

Secondo il Commissario Ue Michel Barnier, responsabile per il mercato interno e i servizi, “Le cifre parlano chiaro: negli Usa, nel 2001, sono stati depositati 224 mila brevetti, in Cina 172 mila mentre qui in Europa solo 62 mila. Una delle ragioni per questo gap è senza dubbio il costo proibitivo e la complessità delle procedure per ottenere la protezione di un brevetto nel mercato unitario”. 

Come ottenere un brevetto unitario? 

Qualsiasi inventore potrà richiedere un brevetto unitario all'Ufficio europeo dei brevetti. Il brevetto sarà disponibile in inglese, francese e tedesco. Le domande dovranno essere redatte o accompagnate da una traduzione in una di queste tre lingue. Le spese di traduzione saranno totalmente rimborsate per le PMI, le organizzazioni no profit, le università e le organizzazioni pubbliche di ricerca con sede nell'UE. 

Entrata in vigore 

L'accordo internazionale che crea il tribunale unico entrerà in vigore il 1° gennaio 2014 o dopo che Francia, Germania e Gran Bretagna, più altri 10 paesi, ne abbiano completato la ratifica. Gli altri due atti entreranno in vigore dal 1° gennaio 2014 o dalla data di entrata in vigore dell'accordo internazionale. 

La posizione di Italia e Spagna

Italia e Spagna, non partecipano alle nuove regole per l’imposizione del trilinguismo, con la conseguente esclusione di italiano e spagnolo, ma è proseguita perché comunque il costo del brevetto europeo risulta maggiore rispetto all’equivalente negli Stati Uniti.

Germania e Francia hanno infatti respinto la soluzione più economica, che prevedeva l’uso solo dell’inglese. Spagna e Italia si sono opposte in base ai minori costi della lingua unica, inizialmente appoggiate dai Paesi membri con gli idiomi meno parlati. Ne è nato uno scontro frontale protrattosi per decenni perché era necessaria l’unanimità. Fino a quando il Trattato di Lisbona ha reso più agevole la «cooperazione rafforzata», che consente a un gruppo di Paesi membri di procedere senza quelli contrari. La concessione del rimborso dei costi di traduzione (a piccole imprese, centri di ricerca pubblici o entità no profit) ha convinto tutti tranne Italia e Spagna e questo anche perché recentemente la Corte europea di giustizia ha dato ragione a Roma e Madrid contro il trilinguismo nei bandi per assunzioni nelle istituzioni comunitarie ed ha ribadito il principio dei Trattati sulla pari dignità di tutte le 23 lingue ufficiali dell’Ue.

Le imprese italiane e spagnole potranno comunque beneficiare del brevetto unico negli altri 25 Paesi membri, dove varrà il trilinguismo, e del tribunale unico per le vertenze (dove l’adesione è già a 27). In Italia e Spagna continueranno a registrare i brevetti nelle lingue locali. In realtà, anche i concorrenti degli altri 25 Paesi, quando vorranno tutelarsi sugli importanti mercati italiano e spagnolo, saranno costretti ad utilizzare l’italiano e lo spagnolo.

Il ministro degli Affari europei Enzo Moavero ha apprezzato il via libera al brevetto, ma ha confermato che «l’Italia attenderà la sentenza della Corte».  

 

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