Il mondo cambia velocemente: gli anni '90

09.07.2018

Gli anni novanta si aprono quindi dal punto di vista istituzionale europeo con una florida stagione di riforme, nate dalle intuizioni politiche della Commissione Delors e volte a creare una Comunità europea più solida per gestire il più grande allargamento della storia europea, quello dei paesi dell'Europa dell'est, usciti dal blocco sovietico a seguito della caduta della cortina di ferro, che hanno fatto richiesta di adesione ed hanno avvito il lungo percorso che si concluderà nel 2004 con l'ingresso di 10 nuovi paesi nell'Unione europea.

A livello internazionale  la caduta del muro di Berlino modifica radicalmente gli equilibri mondiali ed apre scenari politici ed economici inediti.

La Commissione europea presieduta da Jaques Santer  (PPE) è stata in carica dal 1995 al 15 marzo 1999, quando è stata costretta, in anticipo rispetto alla scadenza naturale del proprio mandato, alle dimissioni, a causa del rifiuto di dimettersi di un suo componente, la commissaria  francese Edith Cresson, per uno scandalo di corruzione. A settembre 1999 entrò in carica l'italiano Romano Prodi, che resse la Commissione europea fino a fine mandato, nel 2004.

L’Europa necessaria alle nuove trasformazioni in atto non può più essere quella del passato. Occorre pensare ad un’Europa politica oltre che economica ed occorre accorciare le distanze fra gli stati rendendo l'Unione europea in grado di fare fronte alle nuove sfide sia interne che esterne.

Convenzione di Schengen

Il decennio incomincia con la firma della Convenzione di Schengen.Si tratta di un Trattato internazionale che prevede la soppressione dei controlli alle frontiere.

Fu firmata inizialmente il 19 giugno 1990 da Benelux, Germania Ovest e Francia, in applicazione dell'Accordo di Schengen del 1985. Si aggiunsero poi via via altri paesi europei, fra i quali l'Italia nello stesso 1990.

Viaggiatori di qualsiasi nazionalità possono spostarsi in questi paesi senza esibire il passaporto alle frontiere. Da allora, altri paesi, compresa l’Italia, sono entrati a far parte dello spazio Schengen, in cui ci si muove liberamente senza obbligo del passaporto. Lo Spazio Schengen è l’insieme dei territori nazionali dei Paesi che applicano la Convenzione

Il Trattato di Maastricht - 1993

Con l’entrata in vigore del Trattato di Maastricht il 1 novembre 1993 la costruzione europea assume una nuova dimensione. La Comunità europea, essenzialmente economica per ambizioni e contenuto, diviene Unione Europea.

Il Trattato sull’Unione europea segna una tappa importante nell’integrazione europea poiché consente di avviare l’integrazione politica.

L’Unione europea da esso creata è sostenuta da tre pilastri (chiamato "Il tempio greco).

Questi tre pilastri sono:

  1. le comunità europee: Il fulcro della CE è rappresentato dal mercato interno con le sue libertà fondamentali. Vi si applica il cosiddetto processo del metodo comunitario, ossia proposta della Commissione europea, adozione da parte del Consiglio e del Parlamento europeo (colegislazione) e controllo del rispetto del diritto comunitario da parte della Corte di giustizia.
  2. la cooperazione in materia di politica estera e di sicurezza comune (PESC). Dopo la caduta del muro di Berlino scoppiano conflitti regionali e si intensificano gli attacchi del terrorismo internazionale. Alla base della politica estera e di sicurezza comune dell’UE c’è il cosiddetto "soft power", che consiste nell’uso della diplomazia, facendo leva se necessario sul commercio, gli aiuti e i contingenti di pace per risolvere i conflitti e promuovere la concordia a livello internazionale. La cooperazione in questi settori non presuppone cessione di sovranità ma solo cooperazione intergovernativa.
  3. la cooperazione in materia di giustizia e di polizia (GAI). I cittadini europei sono oggi liberi di viaggiare, lavorare e vivere in qualsiasi parte dell’UE. Per godere appieno di questa possibilità senza precedenti essi devono però essere certi di potersi muovere e attendere alle loro occupazioni in tutta sicurezza. La cooperazione negli affari interni e giudiziari intende assicurare a tutti i cittadini uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia, adottando misure comuni in materia di prevenzione e di lotta contro la criminalità, il razzismo e la xenofobia. Anche in questo caso il processo decisionale è intergovernativo.

In sintesi il Trattato di Maastricht:

  • rafforza ulteriormente i poteri del Parlamento europeo;
  • istituisce una cittadinanza europea, che si aggiunge a quella nazionale;
  • vara l’unione economica e monetaria (UEM) e definisce precise norme relative alla Moneta unica e questioni relative alla cooperazione economica (parametri di Maastricht sui bilanci degli stati membri);
  • Istituisce la politica estera e di sicurezza;
  • Istituisce una più stretta cooperazione in materia di giustizia e affari interni.

 

Il Trattato di Amsterdam - 1999

Il Trattato di Amsterdam, che modifica il Trattato sull’Unione Europea e i Trattati istitutivi delle comunità europee, è entrato in vigore il 1 maggio 1999. Con questo Trattato, sicuramente il meno conosciuto, L'Unione europea si rafforza:

- Il metodo comunitario si applica a importanti settori che avevano fin li fatto capo al terzo pilastro quali l’asilo, l’immigrazione, l’attraversamento delle frontiere esterne, la lotta contro la frode e la cooperazione doganale nonché a una parte della cooperazione "Schengen".

- La politica sociale ottiene lo stesso status fino ad allora dato alla politica economica e la promozione di un livello elevato di occupazione diviene uno dei grandi obiettivi dell’Unione. La legislazione sociale viene sviluppata in settori come la libera circolazione dei lavoratori, la protezione della loro salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, le pari opportunità fra uomini e donne.

- La politica estera e di sicurezza di Maastricht è risultata insufficiente. Con Amsterdam si intende perseguire una difesa migliore degli interessi economici dell’Unione attraverso l’estensione delle competenze ai settori chiave della proprietà intellettuale e dei servizi; indirizzi strategici comuni in materia di politica estera e di sicurezza.

- Istituzioni più efficienti in vista di un ulteriore allargamento dell’Unione europea e per assolvere meglio le responsabilità conferite dal Trattato UE. Amsterdam aumenta considerevolmente la responsabilità del Parlamento facendo della regola della co-decisione una regola di applicazione quasi generale.

L'introduzione della moneta unica: l'EURO

Il 1º gennaio 1999 viene introdotto l’Euro in undici paesi (ai quali si aggiungerà la Grecia nel 2001) esclusivamente per le transazioni commerciali e finanziarie. Nel 2002 l’euro si è sostituito completamente alle varie valute nazionali. L’introduzione della moneta unica è una delle tappe più significative della storia dell’integrazione europea. A completamento del mercato interno, l’Unione economica e monetaria costituisce un vero e proprio salto politico nel processo di unificazione europea. Riunire le monete, vale a dire ciò che per molti secoli ha rappresentato per i Paesi europei il simbolo e lo strumento della loro sovranità, è stata un’impresa che non ha avuto precedenti nella nostra storia dopo l’impero romano né equivalenti nel mondo.

La nascita dell’Euro è il risultato di una lunga e paziente evoluzione. Già nel 1970 era stato proposto la creazione di un’Unione economica e monetaria, ma solo all’inizio degli anni ’90 gli Stati membri raggiungono un accordo per dare l’avvio alla nascita di una moneta unica. L'euro (€)è oggi la valuta ufficiale di 19 paesi membri dell'UE. Questi paesi costituiscono la cosiddetta area dell'euro (o eurozona). 

Le nuove sfide per il futuro

Gli anni '90 sono senz'altro anni importanti nella storia dell'integrazione europea, sono però anche gli anni nei quali i semi dei futuri problemi che aggrediranno l'Unione europea iniziano a mettere radici.

Assistiamo ad uno sviluppo velocissimo delle nuove tecnologie. L’ information and communication technology (ICT) fa in pochi anni passi da gigante, tanto che sembra oggi impossibile che all’inizio degli anni '90 solo pochi potessero disporre di Internet o della telefonia mobile.

Analogamente è fortissimo lo sviluppo delle tecnologie utilizzate nella scienza e le applicazioni pratiche in campo medico, sul mercato, ma anche nel campo delle energie alternative, fino a poco tempo prima praticamente sconosciute ai più.

Lo sviluppo di nuove potenzialità in alcuni campi, per esempio in quello della genetica, apre la strada a interrogativi etici e religiosi sui quali è difficile trovare una sintesi condivisa.

L’economia diventa sempre più globale, e gli stati nazionali hanno sempre meno in mano le leve per dirigere la propria economia. In definitiva la globalizzazione economica sfugge di mano agli stati nazionali ed è sempre più in mano a poteri economici globalizzati.

Il termine globalizzazione viene usato sempre più spesso, si parla di globalizzazione economica, globalizzazione culturale, globalizzazione tecnologica, globalizzazione dei diritti umani, e così via.

Contemporaneamente crescono spinte localistiche, che si contrappongono alle distorsioni sociali che derivano dallo sviluppo frenetico della globalizzazione, al quale gli stati nazionali faticano a imporre regolamentazioni in grado di arginare l'aumentare delle disparità sociali.

La globalizzazione economica offre potenzialità, ma produce anche un aumento della forbice fra ricchi e poveri, fra nord e sud del mondo ma anche all’interno degli stessi stati europei e l’Europa accusa forti difficoltà nel farvi fronte con il proprio modello di welfare, che inizia a segnare serie difficoltà nella sua sostenibilità.

In realtà l'Unione europea, pur essendo l'area del mondo che nell'ultimo dopoguerra ha sviluppato il miglior modello di welfare, creando per le popolazioni europee una situazione di benessere diffuso e di uguaglianza sostanziale sconosciuti in altre aree del mondo, non ha mai comunitarizzato le politiche sociali, come non ha messo in comune le politiche economiche o del lavoro, le politiche fiscali e monetarie ecc.... Le competenze continuano ad essere degli stati e, pur mantenendo nelle strategie molte buone intenzioni, gli stati non riescono a trovare un fronte comune sufficientemente forte da consentire all'UE nel suo complesso per porsi di fronte al mondo che cambia con un un'unica faccia ed un'unica politica.

Contemporaneamente la popolazione europea invecchia e nascono nuove paure nei cittadini europei. Gli europei si erano abituati a pensare al futuro in maniera positiva. L'ascensore sociale funzionava. Negli ultimi 50 anni i figli avevano progressivamente migliorato le condizioni di vita rispetto ai padri. Nella seconda metà degli anni '90 l’imminente ingresso in Europa dei paesi dell’Est europeo inizia a spaventare i popoli europei dell'Europa a 15. E se il benessere acquisito dovesse essere spartito con i nuovi arrivati? 

Infine aumenta la coscienza ambientalista e i cittadini europei si preoccupano di come proteggere l’ambiente. Le risorse non sono infinite e l'ambiente in cui viviamo è a rischio. Il biologo statunitense Barry Commoner pubblicò negli anni '70  il libro "Il Cerchio da chiudere", nel quale sintetizza il suo pensiero in quattro principi che oggi possono apparire scontati, ma che a quell'epoca non lo erano affatto. E' alla fine degli anni '80 e per tutti gli anni 90 che iniziano a circolare queste idee e ad organizzarsi associazioni ed anche partiti ambientalisti. I quattro principi di Barry Commoner sono i seguenti:

  1. Tutto è connesso a tutto il resto. In altre parole, tutti gli esseri viventi condividono lo stesso ambiente e, quel che influenza uno, influenza tutti.
  2. Tutto deve andare a finire da qualche parte. Ovvero, in natura non si può mettere la spazzatura sotto il tappeto.
  3. La Natura sa come fare. I cambiamenti nel sistema naturale rischiano di essere dannosi per il sistema.
  4. Le cene gratis non esistono. Lo sfruttamento della natura implica la trasformazione delle risorse da utili a inutili.

Nel dicembre 1999 la giornalista statunitense Naomi Klein pubblica un libro che nel giro di pochi mesi diventa un best seller. non è un romanzo ma un saggio giornalistico: "No logo".  Il saggio è una critica al sistema capitalistico di stampo consumista ed all'utilizzo del brand in maniera eticamente scorretta con l'aumento dello sfruttamento del lavoro in varie parti del mondo. I limiti della globalizzazione sregolata iniziano ad essere conosciuti. Questo libro diviene uno dei testi di riferimento del cosiddetto "movimento no global".

A Seattle si tennero nel ’99  i lavori della Terza sessione ministeriale del WTO, l’Organizzazione mondiale del commercio. In agenda, l’abbattimento delle barriere doganali per le merci provenienti dai paesi ricchi e lo scavalcamento delle leggi ambientali locali in forza dei princìpi del libero commercio. Esplose la protesta di più di 700 organizzazioni e di oltre 60mila persone per le strade di Seattle, che hanno fisicamente impedito lo svolgimento dei negoziati.

Le immagini televisive che racconteranno in Italia ed in Europa i fatti di Seattle lasciano gli europei sbigottiti. Riecco immagini con scontri con la polizia, lacrimogeni, idranti, ragazzi vestiti di nero con il volto coperto che spaccano le vetrine ecc... Agli italiani ed ai tedeschi quelle immagini hanno ricordato gli anni settanta, gli anni di piombo. Ci hanno fatto pensare che le cose non stavano più andando tanto bene. La locomotiva si stava forse fermando, lasciando indietro tanta gente che si riteneva così insoddisfatta da mettere a ferro e fuoco una città?

Le radici ambientaliste di questo inizio sono profonde, ma il movimento no-global (antiglobalizzazione), nel tempo aggiunge e/o sostituisce altri elementi di contestazione alla globalizzazione, e si organizza sotto la stessa definizione in tante parti del mondo occidentale, assumendo caratteristiche e forme diverse e spesso adottando la violenza come forma di lotta. Forse, in definitiva, il termine no-global è semplicemente un termine giornalistico entro il quale inserire tante cose diverse.

Approfondimenti:

Il Trattato di Mahastrict (RAI storia , video 34,21 minuti)

La storia. Il mercato unico europeo (EuroparlTV - video 4,17 minuti)

Seattle. Guerra alla globalizzazione (RAI storia, video 0,49 minuti)