Allargamento dell’Unione europea e politica di vicinato

09.07.2018

Il processo politico ed economico che costituisce l’integrazione europea è aperto a tutti i paesi d’Europa disposti ad aderire ai trattati istitutivi e a recepire l’intero acquis comunitario.

A norma dell’articolo 237 del trattato di Roma, ogni Stato europeo può domandare di diventare membro della Comunità. L’articolo F del trattato di Maastricht aggiunge che i sistemi di governo degli Stati membri "si fondano sui principi democratici". Quindi L’Unione europea è aperta a tutti i paesi europei che soddisfano i criteri democratici, politici ed economici per l’adesione.

Con una serie di allargamenti successivi l’UE è passata da sei a 28 Stati membri. Sono candidati all’adesione numerosi altri paesi. Il Regno Unito ha recentemente deciso di procedere alla richiesta di uscita dall'Unione europea. Attualmente sono ancora in corso i negoziati fra Regno Unito e Unione europea.

Per ogni nuovo trattato di adesione è necessaria l’unanimità di tutti gli Stati membri. Prima di ogni allargamento, l’UE deve inoltre verificare la propria capacità di assorbimento e la capacità di funzionamento delle sue istituzioni.

Paesi europei ed anno di adesione:

Anno di adesionePaesi

1.1.1958

Belgio
Francia
Germania
Italia
Lussemburgo
Paesi Bassi
1.1.1973Danimarca
Irlanda
Regno Unito

1.1.1981

Grecia
1.1.1986Portogallo
Spagna
1.1.1995Austria
Finlandia
Svezia
1.5.2004Cipro
Estonia
Lettonia
Lituania
Malta
Polonia
Repubblica ceca
Slovacchia
Slovenia
Ungheria
1.1.2007Bulgaria
Romania
1.7.2013Croazia

Nuovi candidati all'adesione

La Turchia:

paese membro della NATO, da tempo legata all'Unione europea da un accordo di associazione, ha presentato la propria domanda di adesione nel 1987. A causa della posizione geografica e della storia politica di tale paese, l'UE ha esitato a lungo prima di accettarne la candidatura. Gli sviluppi degli ultimi anni, con l'islamizzazione del paese e con il peggioramento degli standard democratici della Turchia di Erdogan hanno generato un seria battuta d'arresto dei negoziati.

I Balcani occidentali:

Questi paesi, la maggior parte dei quali apparteneva un tempo alla Jugoslavia, guardano sempre più all'Unione europea per accelerare il processo di ricostruzione economica, migliorare le relazioni reciproche, devastate dalle guerre etniche e religiose, e rafforzare le proprie istituzioni democratiche. Nel novembre 2005 l'UE ha concesso lo status di "paese candidato" all'ex repubblica iugoslava di Macedonia. Altri potenziali candidati sono l'Albania, la Bosnia-Erzegovina, il Montenegro e la Serbia.

Fino a dove è prevedibile si spingano le frontiere esterne dell’UE?

Non esistono risposte semplici a tali interrogativi, tanto più che ogni paese ha una visione diversa dei propri interessi geopolitici ed economici.

I paesi baltici e la Polonia sono favorevoli all'adesione dell'Ucraina. Il possibile ingresso della Turchia solleverà la questione dello status di alcuni paesi caucasici come la Georgia e l'Armenia. L'Islanda, la Norvegia, la Svizzera e il Liechtenstein, pur soddisfacendo le condizioni per l'adesione, non sono membri dell'Unione europea in quanto l'opinione pubblica di tali paesi non è attualmente a favore dell'adesione.

Permane poi il problema della situazione politica della Bielorussia e della posizione strategica della Moldova ed è evidente che l'eventuale adesione della Russia comporterebbe squilibri politici e geografici difficilmente accettabili in seno all'Unione europea.

Politiche di vicinato:

Le cosiddette politiche di vicinato erano una delle priorità della Commissione Prodi, insieme alle politiche di allargamento. Esse puntavano a creare una Unione europea grande, in grado di portare nel mercato mondiale un grande mercato europeo competitivo e in grado di mantenere il più possibile la guerra lontana dai propri confini esterni.

Per gestire le relazioni con i paesi vicini, candidati all'adesione o non candidati, l'Unione europea si avvale di due politiche parallele.

• Gli accordi di stabilizzazione e di associazione offrono la possibilità di candidarsi all'adesione al termine di un processo negoziale. I primi accordi di questo tipo sono stati conclusi  con la ex repubblica Jugoslava di Macedonia, seguite dall'Albania. Per l'ingresso ufficiale della Macedonia nell'UE restava uno scoglio rappresentato dalla disputa greco-macedone sul nome scelto dalla nuova repubblica, "Macedonia", scoglio che appare quasi superato da un recentissimo accordo che vedrebbe cambiare il nome in "Nuova Macedonia". Altri paesi che potrebbero eventualmente candidarsi all'adesione in tale contesto sono la Bosnia-Erzegovina, il Montenegro e la Serbia.

• Nel quadro della politica di prossimità l'UE conclude accordi commerciali e di cooperazione con i paesi del Mediterraneo meridionale, del Caucaso meridionale e dell'Europa dell'Est che per il momento non sono giudicati ammissibili a candidarsi all'adesione. Tali politiche dovrebbero essere dirette a cercare di mantenere buoni rapporti di vicinato e ad allontanare possibilità di crisi ai confini dell'UE. 

Purtroppo, gli stati europei negli ultimi decenni hanno avuto serie difficoltà ad essere uniti di fronte al resto del mondo e questo è successo anche nei confronti del nord Africa e del Medio Oriente, i nostri vicini, appunto. Guerre e rivolte hanno toccato i confini esterni dell'UE sia a sud che ad est e l'Unione europea si è trovata in forte difficoltà. Anzi, i flussi migratori generati da queste aree di instabilità si sono rivolti verso i paesi europei con numeri molto importanti ed il tema della sicurezza di fronte a fenomeni di terrorismo di matrice islamica hanno prodotto nel cuore stesso dell'Unione europea un sentimento di grande insicurezza, minando la fiducia dei cittadini europei.