167ª Sessione plenaria del Comitato europeo delle Regioni: i pareri adottati
1. Attuare l'azione per il clima in vista del contributo dell'UE alla COP 30 dell'UNFCCC
Il Comitato europeo delle regioni (CdR) si aspetta che la Conferenza sul clima COP30 di quest'anno catalizzi l'impegno degli enti locali e regionali nell'accelerare un'azione per il clima socialmente giusta.
La sessione plenaria del CdR ha adottato il 3 luglio un parere guidato da Nadia Pellefigue (FR/PSE), vicepresidente della regione Occitania, che illustra i messaggi chiave delle città e delle regioni dell'UE per la Conferenza sul clima COP30 dell'UNFCCC che si terrà a Belém (Brasile) dal 10 al 21 novembre. In particolare, nell'accelerare un'azione per il clima socialmente giusta, è fondamentale riconoscere la leadership e le responsabilità degli enti locali e regionali, tenere conto delle circostanze socioeconomiche locali e regionali e garantire il sostegno a tutti i settori dell'economia per promuovere la transizione, la sostenibilità e la competitività dell'Europa. Gli enti locali e regionali dovrebbero inoltre svolgere un ruolo più formale nelle strutture di pianificazione e governance climatica dell'UE.
Il Comitato invita l'UE e tutte le parti dell'accordo di Parigi a sostenere la diplomazia climatica subnazionale e la cooperazione tra città e regioni a livello mondiale. Ricorda che, nonostante alcuni governi nazionali abbiano fatto marcia indietro sugli impegni in materia di clima e il deplorevole ritiro degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi, le autorità subnazionali di tutto il mondo si sono impegnate a conseguire gli obiettivi climatici.
Le regioni e le città hanno inoltre esortato ad affrontare il deficit di finanziamento per la mitigazione dei cambiamenti climatici. Il parere sottolinea che le città e le regioni non si limitano ad attuare politiche, ma plasmano attivamente i mercati per soluzioni industriali pulite e devono pertanto essere dotate degli strumenti finanziari per realizzare la transizione verde.
Per migliorare la resilienza alle catastrofi climatiche gravi e più frequenti, il Comitato sottolinea la necessità di integrare le conoscenze locali nelle strategie di adattamento, anche in quelle nazionali. Con la COP30 in corso in Amazzonia, i leader locali e regionali ritengono che il Brasile sia nella posizione ideale per sostenere gli sforzi volti ad allineare l'adattamento ai cambiamenti climatici con il ripristino e la conservazione della natura e rafforzare il nesso natura-clima.
2. Cibersicurezza degli ospedali e dei prestatori di assistenza sanitaria
Il CdR ha invitato gli Stati membri a coinvolgere pienamente le loro regioni nello sviluppo e nell'attuazione di strategie di sicurezza informatica per proteggere i loro sistemi di assistenza sanitaria.
In un parere elaborato da Daniela Cîmpean (RO/PPE), presidente del consiglio della contea di Sibiu, e adottato dal CdR il 3 luglio, i leader locali sostengono che la sicurezza informatica nell'assistenza sanitaria è una vera sfida in materia di sicurezza, da affrontare a livello locale, regionale, nazionale ed europeo, in quanto gli ospedali potrebbero diventare un obiettivo degli attori malevoli in un periodo di accresciute tensioni geopolitiche. Pertanto, è urgente intervenire con misure che contrastino l'aumento delle minacce informatiche ed è necessaria una maggiore formazione in tutto il settore sanitario.
I membri del CdR hanno inoltre esortato la Commissione europea a fornire maggiore chiarezza sulle opportunità di finanziamento a sostegno del lavoro degli enti locali e regionali volto a rafforzare i sistemi digitali nel settore sanitario. La Commissione e gli Stati membri sono inoltre invitati a garantire che gli esperti nominati dalle autorità regionali siano coinvolti nella rete dei responsabili europei della sicurezza delle informazioni.
3. Equità intergenerazionale: un approccio locale e regionale alla costruzione di società inclusive e sostenibili
Nel parere guidato da Tine Radinja (SI/Verdi), sindaco di Škofja Loka, i leader locali e regionali hanno esortato l'Unione europea a porre l'equità intergenerazionale e una prospettiva giovanile al centro delle sue politiche. Hanno chiesto politiche a lungo termine e adeguate alle esigenze future in materia di finanze pubbliche, protezione dell'ambiente e assistenza sociale affinché le generazioni attuali e future possano prosperare, sottolineando che le risposte alle sfide sociali e ambientali odierne non devono compromettere i diritti, il benessere e le opportunità delle generazioni future.
Le città e le regioni hanno affermato che costruire un futuro equo e sostenibile per tutte le generazioni sia una responsabilità condivisa che deve includere tutti i livelli di governance. Hanno sottolineato il ruolo chiave degli enti locali e regionali nella creazione di comunità inclusive e sostenibili coinvolgendo i giovani nel processo decisionale locale. A tale proposito, il CdR ha invitato gli Stati membri a prendere seriamente in considerazione l'abbassamento dell'età di voto a 16 anni per le elezioni locali e regionali.
Il CdR ha sottolineato che affrontare le disuguaglianze socioeconomiche strutturali che colpiscono in modo sproporzionato le comunità emarginate, comprese le donne, i migranti e le persone che vivono in povertà, è fondamentale per porre fine ai cicli di povertà intergenerazionale a lungo termine. Ciò comprende l'elaborazione di politiche giovanili inclusive adattate alle realtà rurali e alle zone periferiche, azioni mirate per i giovani che non lavorano né seguono un percorso scolastico o formativo (NEET) e un migliore accesso alla protezione sociale per coloro che si trovano in situazioni vulnerabili.
I leader locali e regionali hanno richiesto l'uso sistematico di strumenti di previsione a tutti i livelli di governance per informare sull'elaborazione delle politiche e sulla pianificazione strategica, garantendo che le esigenze delle generazioni future siano sistematicamente prese in considerazione nell'elaborazione delle politiche. Hanno inoltre esortato l'introduzione di un "test delle politiche giovanili" per valutare in che modo le misure incidono sui giovani oggi e in futuro.
4. Norme di mercato e misure di sostegno nel settore vitivinicolo
I leader locali e regionali hanno chiesto al commissario europeo all'agricoltura, Christophe Hansen, una maggiore attenzione ai territori nel quadro della politica agricola comune post-2027.
A seguito del confronto con il commissario Hansen è stata approfondita l'importanza economica e culturale del settore vitivinicolo - in particolare nelle zone rurali – che impiega oltre 3 milioni di persone nell'Unione europea. I membri del CdR hanno chiesto un ulteriore sostegno regionale per affrontare sfide come eventi meteorologici estremi, tensioni geopolitiche internazionali e l'evoluzione delle tendenze dei consumatori. I leader locali hanno inoltre sottolineato la necessità di migliorare la regolamentazione del mercato e di rafforzare le tutele per i produttori di vino.
Il parere adottato, di cui è relatore Roberto Ciambetti (IT/ECR), Presidente del Consiglio regionale del Veneto, sollecita inoltre una migliore sinergia tra la PAC e le politiche di coesione per migliorare la resilienza idrica dei vigneti. Il testo raccomanda anche l'uso di fondi del settore non spesi per rafforzare gli sforzi di gestione delle crisi, garantendo così un settore vitivinicolo europeo competitivo, sostenibile e radicato a livello regionale.
Poiché la PAC dovrebbe essere oggetto di una profonda riforma nell'ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale post 2027, durante il dibattito con il commissario europeo Hansen sono emerse preoccupazioni in merito alla possibilità che la gestione della politica agricola venga trasferita interamente nelle mani dei governi nazionali, come conseguenza della fusione di diversi fondi. I rappresentanti locali e regionali hanno quindi chiesto una cooperazione rafforzata a tutti i livelli di governance per dare un ruolo più importante alle regioni nella definizione delle politiche della PAC e rispondere efficacemente alle esigenze locali, garantendo nel contempo una concorrenza leale.
5. Revisione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione
Con migliaia di lavoratori europei che rischiano la dislocazione del lavoro a causa della globalizzazione, il CdR ha adottato il parere del relatore Christophe Rouillon (FR/PES), sindaco di Coulaines, in cui si chiede un urgente incremento del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione. Si tratta di uno strumento speciale con cui l’UE supporta i lavoratori europei che hanno subito l'esternalizzazione del proprio lavoro, aiutandoli a trovare una nuova occupazione. Il Fondo incentiva un’economia europea più dinamica e competitiva supportando lo sviluppo di nuove competenze e l’occupabilità delle persone dislocate.
Il CdR ha accolto con favore la proposta della Commissione europea di ampliare l’ambito di applicazione del Fondo per supportare i lavoratori che rischiano la dislocazione del proprio lavoro. Questa misura rafforzerebbe la natura emergenziale del Fondo, che già sostiene i lavoratori prima che perdano il posto di lavoro. Tuttavia, i leader locali e regionali hanno chiesto che il Fondo sia accessibile a partire da una soglia di 150 licenziamenti, non di 200 come proposto dalla Commissione. Questo rispecchierebbe meglio le realtà delle regioni meno popolate e delle economie dominate da piccole e medie imprese, rendendo il Fondo più accessibile.
I membri del CdR hanno chiesto un maggiore coinvolgimento delle autorità locali e regionali nella gestione del Fondo, in quanto esse sono maggiormente in grado di identificare le competenze necessarie e inoltre possono contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’aiuto fornito dal Fondo. Infatti, i leader locali e regionali hanno sottolineato la necessità di dare maggiore visibilità di questo strumento, in modo che lavoratori, PMI ed enti locali siano consapevoli della sua esistenza e del suo potenziale.
Il CdR ha esortato l’inclusione di tale strumento finanziario nel prossimo Quadro finanziario pluriennale post 2027. Considerando che l’UE deve affrontare profondi cambiamenti economici, il budget del Fondo deve essere in grado di rispondere prontamente alle fasi di recessione economica e non soltanto nei periodi di stabilità. Infine, è stato sottolineato che il Fondo dovrebbe essere meglio integrato con i percorsi di transizione industriale, che sono fondamentali per raggiungere un’economia verde, digitale e resiliente.





