166ª Sessione plenaria del Comitato europeo delle Regioni: i pareri adottati
Personale sanitario: sfide e soluzioni a livello regionale
Uno dei primi pareri adottati nel corso di questa Sessione porta la firma di Birgitta Sacrédeus, Consigliera regionale del Dalarna (Svezia): con questo documento le città e le regioni dell'UE hanno sottolineato all'unanimità che un sistema sanitario ben funzionante è un pilastro fondamentale della resilienza sociale dell'UE. Il parere segnala che le carenze di manodopera nel settore sanitario richiedono una serie di soluzioni su misura, in quanto le loro cause profonde variano da regione a regione.
Inoltre, avverte che le zone prive di una buona assistenza medica sono in genere in ritardo sul piano economico, il che rappresenta un rischio per la stabilità e mette a dura prova i servizi di emergenza.
Poiché gli enti locali e regionali sono spesso responsabili dell'assistenza sanitaria, dell'assistenza sociale e di altri servizi sociali, il parere sostiene che dovrebbero essere coinvolti attivamente nello sviluppo e nell'attuazione di tutte le strategie e di tutti i piani dell'UE in materia di forza lavoro in questi settori.
Sebbene non tutte le regioni le sperimentino allo stesso modo, molti territori, in particolare le zone rurali e remote, devono far fronte a notevoli sfide in termini di personale. Il parere invita pertanto gli Stati membri a utilizzare i dati disponibili per individuare i deserti medici, investire e migliorare l'accesso all'assistenza sanitaria nelle zone scarsamente servite.
Citazione di Birgitta Sacrédeus: "L'offerta di competenze richiede sforzi a tutti i livelli e da diverse prospettive. Alla luce della sfida demografica e del fatto che l'intera società ha bisogno di manodopera, non è possibile concentrarsi esclusivamente sull'aumento del numero di personale. Non esiste una soluzione semplice. Occorrono molte misure diverse".
Le regioni metropolitane e le zone urbane funzionali come motori socioeconomici di investimenti sostenibili nel quadro della politica di coesione 2021-2027
Le regioni metropolitane e le "aree urbane funzionali" hanno un ruolo fondamentale nel promuovere gli investimenti sostenibili, la crescita economica e uno sviluppo territoriale equilibrato in Europa. Riconoscendo ciò, i rappresentanti locali e regionali hanno adottato all'unanimità un parere, elaborato da Carmine Pacente, consigliere comunale di Milano e presidente della commissione consiliare Fondi europei e PNRR, che contiene la richiesta di una politica di coesione post-2027 con una dimensione urbana più forte.
Il CdR ha ribadito la necessità di uno sviluppo territoriale equilibrato in Europa, guidato dalla centralità delle aree urbane e dalla cooperazione tra queste aree e quelle rurali. In tale contesto, strategie urbane e metropolitane forti potrebbero contribuire ad affrontare alcune delle sfide più urgenti per l'intera Unione europea, come i cambiamenti demografici, la transizione verde, digitale e industriale e la carenza di alloggi a prezzi accessibili.
I leader locali e regionali hanno inoltre avvertito che i meccanismi di finanziamento a gestione centralizzata, come il dispositivo per la ripresa e la resilienza, potrebbero indurre i governi nazionali a trascurare le priorità locali. Infine, con questo parere si invitano gli Stati membri a sperimentare meccanismi di incentivazione, in base ai quali i fondi inutilizzati, provenienti da politiche centralizzate, potrebbero essere reindirizzati direttamente verso programmi regionali per essere usati a vantaggio delle aree urbane e metropolitane.
Citazione di Carmine Pacente: "Riconoscendo il ruolo crescente delle aree urbane e metropolitane, il parere chiede un rafforzamento dell'agenda urbana dell'UE. Chiede, per esempio, di aumentare i finanziamenti del Fondo europeo di sviluppo regionale a favore dello sviluppo urbano. Infine, il parere incoraggia gli Stati membri a introdurre nei loro programmi nazionali di gestione concorrente riserve finanziarie per le aree urbane e metropolitane volte a sostenere gli investimenti".
Il ruolo delle città e delle regioni nel piano europeo per gli alloggi a prezzi accessibili
Con un parere elaborato dal sindaco di Barcellona Jaume Collboni Cuadrado, le città e le regioni dell'UE esortano la Commissione europea a presentare un “piano per la casa” che sia ambizioso e molto concreto nel sostenere i loro sforzi per affrontare la crisi abitativa, una questione che va assumendo sempre più rilevanza in tutta Europa. Il parere sottolinea che il tema degli alloggi di qualità a prezzi accessibili deve diventare un obiettivo esplicito nel prossimo bilancio pluriennale dell'Unione europea.
In vista della presentazione del piano europeo per gli alloggi a prezzi accessibili, previsto dalla Commissione europea per l'inizio del 2026, la leadership locale e regionale dell’UE sottolinea che il suo coinvolgimento nella preparazione e nell'attuazione del piano è essenziale: poiché la sfida degli alloggi assume forme diverse in tutta l'UE, e deve quindi essere risolta a livello locale e regionale, i membri del Comitato reputano fondamentale che venga affrontata tenendo conto delle specificità di ogni territorio, senza le quali non è possibile progettare un piano europeo che possa definirsi adeguato.
In risposta a queste richieste, la Commissione ha proposto di dare agli Stati membri la possibilità di riprogrammare parte dei loro fondi di coesione per investirli nelle politiche abitative. Sebbene i leader locali e regionali abbiano accolto con favore il riconoscimento della gravità della crisi abitativa e della necessità di un sostegno europeo per affrontarla, hanno avvertito che lo spostamento delle risorse all'interno della sola politica di coesione non risolverà la crisi. Pertanto, l’introduzione di nuove priorità nel prossimo bilancio pluriennale dell’Unione europea deve essere sostenuta da adeguati finanziamenti europei. Dal punto di vista del sostegno finanziario da destinare al contrasto alla crisi abitativa, il CdR incoraggia gli Stati membri a riassegnare le risorse non reclamate dai rispettivi piani nazionali per la ripresa e la resilienza verso strumenti finanziari che sostengono la costruzione di unità abitative a prezzi accessibili in partenariato con gli enti locali.
Inoltre, il Cdr sostiene che tutti gli investimenti pubblici in alloggi a prezzi accessibili dovrebbero essere esclusi dai calcoli sulla spesa pubblica fatti nel quadro della governance economica dell'UE, in quanto sono essenziali per il benessere sociale dei cittadini. Le città e le regioni esortano ad affrontare le strozzature esistenti nei regolamenti dell'UE che alimentano la speculazione dei mercati immobiliari e sottolineano l'importanza di istituire un registro per la trasparenza nel settore immobiliare, nonché di fornire strumenti per la regolamentazione degli affitti a livello locale e garantire il mantenimento della proprietà fondiaria da parte delle autorità locali.
Infine, è ritenuta fondamentale anche la piena attuazione del quadro dell'UE per regolamentare gli affitti a breve termine, in particolare per quanto riguarda gli obblighi delle piattaforme di rispettare le normative regionali e locali e di fornire dati affidabili agli enti locali e regionali.
Costruire lo Spazio europeo della ricerca: una prospettiva locale e regionale
Il CdR sostiene il rafforzamento degli ecosistemi europei di ricerca e innovazione (R&I), da realizzare attraverso uno Spazio europeo della ricerca (SER). Accoglie con favore il forum del SER quale piattaforma per un dialogo strutturato tra Commissione, Stati membri e parti interessate per allineare le politiche di R&I. Sollecita la piena integrazione degli enti locali e regionali nel forum del SER per garantire una reale governance multilivello e un ruolo partecipativo degli stessi. La relazione di monitoraggio e il quadro di valutazione del SER mancano di una dimensione regionale, pertanto si chiede alla Commissione europea che vengano integrati con indicatori regionali, per garantire una valutazione più articolata dei risultati in materia di R&I in tutti i territori.
Nel parere elaborato da Melanie Kühnemann-Grunow (PSE), membro della Camera dei rappresentanti di Berlino, il CdR ha osservato che il SER dovrebbe incoraggiare le regioni a concentrarsi sullo sviluppo urbano sostenibile, sull'innovazione inclusiva e sulla resilienza ai cambiamenti climatici. Ha proposto inoltre di rafforzare il ruolo degli ecosistemi regionali e locali nei partenariati europei, al fine di massimizzarne l'impatto e l'inclusività, mediante un ruolo più attivo degli enti regionali e locali nelle strutture decisionali e di governance.
È stato suggerito di creare programmi di leadership territoriale in materia di innovazione rivolti agli attori pubblici e privati nelle regioni con scarsi risultati in termini di R&I, al fine di rafforzare le capacità necessarie ad accedere ai programmi di ricerca europei. Si raccomanda di far leva su programmi come Interreg e FSE+ e sullo strumento per gli investimenti in materia di innovazione interregionale per promuovere l'innovazione e il trasferimento di conoscenze e aumentare la partecipazione delle regioni periferiche e ultraperiferiche alle reti di cooperazione europee.
Il CdR ha sottolineato che l'approccio in materia di SER deve includere la collaborazione transfrontaliera, la mobilità di una forza lavoro qualificata e l'accesso alle infrastrutture di ricerca, assicurando la protezione e la promozione dei diritti dei lavoratori.
La Commissione ha ribadito la necessità di migliorare l'attuazione delle missions definite da Horizon Europe, come la mission sulle città intelligenti e a impatto climatico zero, da realizzare mediante la partecipazione attiva degli enti locali e regionali. Esorta a migliorare le sinergie tra Horizon Europe e politica di coesione, assegnando maggiori risorse alle regioni con risultati inferiori alle aspettative e promuovendo la collaborazione intraregionale e interregionale.
La politica di coesione come motore essenziale per la realizzazione degli obiettivi e delle riforme dell'UE - Come continuare a far leva sul suo approccio basato sui risultati nel rispetto del decentramento, dei partenariati e della governance multilivello
I membri del CdR sono molto preoccupati per la proposta avanzata dalla Commissione europea di dotare ciascuno Stato membro di un piano nazionale unico per gli investimenti dell'UE che colleghi le riforme fondamentali agli investimenti. Hanno sottolineato che è essenziale mantenere i programmi regionali come strumenti principali per erogare i fondi della politica di coesione, visto che l'approccio locale è il più adatto per individuare le sfide e le esigenze specifiche di ciascuna regione. Un Piano unico per Stato risulterebbe lontano dalle esigenze di ciascun territorio e quindi dai bisogni dei cittadini europei: è importante dare alle regioni la flessibilità nel selezionare gli investimenti più appropriati alle loro realtà locali. Il messaggio è contenuto in un parere elaborato da Isabelle Boudineau (FR/PSE), membro del Consiglio della regione francese Nuova Aquitania, su richiesta della presidenza polacca del Consiglio dell'UE.
Il CdR ricorda che la politica di coesione ha avuto un’influenza considerevole sullo sviluppo socioeconomico delle regioni dell’UE, soprattutto su quelle meno sviluppate. Sottolinea comunque che vi sono dei margini di miglioramento della stessa, in termini di semplificazione delle procedure, che permetterebbe di migliorarne l’efficacia.
I leader locali e regionali hanno chiesto un semestre europeo modernizzato, che preveda un approccio strategico pluriennale e una dimensione territoriale, il che renderebbe la politica di coesione ancora più efficiente. Il CdR sostiene l’istituzione di un quadro globale volto a orientare la programmazione e l'attuazione della politica di coesione. Il legame tra il semestre europeo e tale politica è già stato rafforzato, ma i due strumenti non sono ancora coerenti tra loro: il primo è un ciclo politico annuale basato sul dialogo tra la Commissione e i governi nazionali, mentre la seconda si basa sulla programmazione pluriennale, sulla governance multilivello su un approccio basato sul territorio. Secondo i membri del CdR, il semestre europeo dovrebbe quindi coinvolgere attivamente gli enti locali e regionali nell’elaborazione delle relazioni e raccomandazioni per paese, non soltanto consultarli.
Il CdR sostiene che la futura politica di coesione deve essere attuata sulla base della sussidiarietà attiva, nel rispetto dei principi di decentramento, di governance multilivello e di partenariato. Sottolinea inoltre il rafforzamento delle capacità istituzionali dei partner (tra cui enti locali di piccole dimensioni) attraverso seminari, formazioni e strutture di networking.
Rafforzare la posizione degli agricoltori nella filiera agroalimentare
Al fine di rafforzare la posizione degli agricoltori nella filiera agroalimentare, i leader locali e regionali hanno adottato all'unanimità un parere scritto dalla Presidente del Consiglio regionale della Puglia, Loredana Capone (IT/PSE), in cui hanno richiesto misure supplementari per garantire redditi equi e stabili agli agricoltori, nonché per prevenire nuove crisi.
Il CdR ha chiesto ulteriori modifiche del regolamento che istituisce un'organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli, al fine di garantire agli agricoltori prezzi che coprano almeno i costi di produzione, e sostenere gli agricoltori in caso di eventi imprevisti.
Il parere sottolinea che una regolamentazione proattiva del mercato è più efficiente e meno costosa degli interventi messi a punto in reazione alle crisi. Città e regioni chiedono quindi la creazione di un meccanismo per attivare automaticamente riduzioni volontarie della produzione in caso di superamento delle soglie di approvvigionamento. Considerata l'attuale instabilità geopolitica mondiale, il parere raccomanda anche la creazione di riserve agricole strategiche a livello dell'UE per salvaguardare la sicurezza alimentare e la stabilità del mercato durante le crisi future.
Le regioni e le città esortano inoltre a rafforzare l'applicazione delle norme contro le pratiche commerciali sleali, proponendo la creazione di una piattaforma europea dedicata composta dalle autorità competenti di tutti gli Stati membri, che contribuirebbe a coordinare l'attuazione delle misure stabilite dal regolamento. Il CdR attende l'imminente revisione della direttiva sulle pratiche commerciali sleali nel 2025, ma ritiene necessario introdurre misure nazionali più rigorose, ampliare l'elenco delle pratiche vietate, punire gli acquisti al di sotto dei costi di produzione e promuovere buone pratiche.
Relatrice Loredana Capone: "È tempo di porre fine alle pratiche commerciali sleali e garantire un reddito equo e dignitoso a coloro che ci nutrono. Nessun agricoltore dovrebbe essere costretto a vendere in perdita: l'UE deve garantire prezzi equi in linea con i costi di produzione. Le crisi climatiche e idriche stanno già colpendo duramente i nostri agricoltori: la Commissione deve investire ora per proteggere il nostro cibo e coloro che lo producono."





