Tasse: le proposte del Parlamento europeo per un fisco onesto e sicuro in Europa

image european Union/PEE’ risaputo che la potestà tributaria non rientra nelle competenze dell’Unione europea ma in quelle attribuite agli Stati membri. L’Unione europea dispone solo di competenze limitate in materia, e qualsiasi misura fiscale deve essere adottate all'unanimità dagli Stati membri.

Allo stato attuale abbiamo un quadro variegato ed estremamente differenziato per ciò che concerne regimi fiscali ed aliquote nei diversi stati membri, che creano distorsioni e discriminazioni lasciando ampio spazio a comportamenti opportunistici sia dei singoli cittadini ma, cosa ancor più grave, degli stessi Stati membri.

Un maggiore coordinamento europeo a livello fiscale sarebbe indispensabile per consentire a oltre 500  milioni di cittadini di perseguire uno sviluppo equilibrato dei territori, garantendo anche ai più deboli un futuro in un'Unione europea sicura e equanime. Un coordinamento fiscale è indispensabile affinchè L’UE possa raggiungere gli obiettivi prefissati dalle proprie strategie comuni a lungo termine, fornendo le risorse indispensabili sia all’Unione che agli stati membri per perseguirle, ma anche per consentire al Mercato unico di dispiegare tutte le sue potenzialità di fronte ad un mondo globalizzato sempre più aggressivo, dove le grandi multinazionali riescono anche in Europa a trovare i loro paradisi fiscali.

Dalla fondazione della Comunità europea ad oggi diversi tentativi sono stati fatti per costruire una fiscalità europea, o almeno per tentare processi di armonizzazione, ma non hanno mai prodotto risultati.

Il Parlamento europeo ha poteri consultivi in materia fiscale, salvo per le questioni di bilancio, per le quali agisce in qualità di colegislatore. Il 1 marzo 2018, in seguito alle continue rivelazioni degli ultimi cinque anni (Luxleaks, i Panama Papers, Football leaks e Paradise papers), il Parlamento europeo ha istituito la commissione speciale sui reati finanziari, l'evasione e l'elusione fiscale (TAX3), che ha lavorato un anno con l’obiettivo di districare quella che oramai è diventata una jungla a livello europeo, con paesi che fanno il proprio gioco in concorrenza fra di loro, e fornire una visione di prospettiva europea.

La Commissione Tax 3 ha presentato in aula la propria relazione finale, dopo un lavoro che ha previsto 18 audizioni su temi di particolare interesse, 10 scambi di opinioni con i ministri delle finanze e i commissari europei e 4 missioni conoscitive - negli Stati Uniti, nell'isola di Man, in Danimarca, e in Estonia e in Lettonia. Le proposte della Commissione includono la revisione del sistema per affrontare i reati finanziari, l'evasione e l'elusione fiscale, in particolare migliorando la cooperazione in tutti i settori tra le molteplici autorità coinvolte, e l'istituzione di nuovi organismi a livello UE e mondiale.

Il quadro conoscitivo risultante da questo lavoro non è per niente brillante. Risulta piuttosto evidente quanto in un’Unione europea dove le istituzioni comunitarie sono sempre più deboli a favore degli stati membri, gli stati tendano sempre di più a fare i propri interessi a scapito dei vicini. A farne le spese i cittadini più deboli ma anche le prospettive di sviluppo dell'intera Unione europea.

Nel testo approvato si rileva che:

  • la Commissione dovrebbe avviare senza indugio i lavori su una proposta volta a istituire una forza di polizia finanziaria europea e una intelligence finanziaria UE;
  • dovrebbe essere istituito un organismo di controllo antiriciclaggio dell'UE;
  • dovrebbe essere istituito un organismo fiscale globale all'interno delle Nazioni Unite;
  • negli Stati membri manca la volontà politica di combattere l'evasione/elusione fiscale e la criminalità finanziaria;
  • sette paesi dell'UE (Belgio, Cipro, Ungheria, Irlanda, Lussemburgo, Malta e Paesi Bassi) presentano le caratteristiche di un paradiso fiscale e facilitano una pianificazione fiscale aggressiva;
  • i Paesi Bassi, agevolando una pianificazione fiscale aggressiva, privano gli altri Stati membri dell'UE di 11,2 miliardi di euro di gettito fiscale;
  • i visti e i passaporti ‘d'oro’ dovrebbero essere progressivamente eliminati, mentre quelli offerti da Malta e Cipro sono stati segnalati per la loro debole due diligence;
  • il sistema di frode cum-ex mostra chiaramente che la via da seguire sono le convenzioni fiscali multilaterali e non bilaterali;
  • gli informatori e i giornalisti investigativi devono essere protetti in maniera migliore e dovrebbe essere istituito un fondo UE per aiutare i giornalisti investigativi.

 

La pagina web del Parlamento europeo "Tassazione trasparente": http://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/priorities/accordi-fiscali