L'Ue sulla stampa europea
La Germania e i Paesi Bassi hanno messo lo stop all'apertura di un nuovo capitolo nel processo di adesione turca in seguito alla repressione da parte di Ankara dei movimenti di protesta di piazza Taksim
I tempi sono stretti per l'Ucraina. Se Kiev vuole ottenere la firma di un accordo di associazione e di libero scambio con l'Unione europea, dovrà prima dare delle rassicurazioni in materia di stato di diritto. In particolare, la liberazione di Ioulia Timochenko, l'ex primo ministro. A fine Novembre un summit del Partenariato orientale avrà luogo a Vilnius e in quella sede si prenderà una decisione sul futuro dell'Ucraina. In questo articolo, il ministro degli esteri di Kiev, Leonid Kojara, ci spiega la posizione del suo Paese
La Commissione europea ha annunciato un'imminente guerra legale contro il governo britannico che vorrebbe negare agli immigrati UE la possibilità di usfruire dei benefits sociali nel Regno Unito. Una prospettiva che potenzialmente escluderebbe dai diritti di welfare centinaia di migliaia di cittadini UE che attualmente vivono e lavorano nel Regno Unito e che costituirebbe una palese violazione del diritto di non discriminazione tra cittadini europei sancito nei trattati UE.
La lezione che abbiamo imparato dalla Germania è che le riforme strutturali possono dare frutti solo se c'è crescita. Berlino deve dare l'opportunità agli altri Stati membri di rendere compatibili queste due politiche
Lo scorso Giovedì François Hollande ha promesso di far uscire l'Europa dal suo torpore. La Commissione europea attende ora le proposte concrete del Presidente francese per un'Unione europea politicamente ed economicamente più integrata.
David Cameron in questi giorni è stato investito da nuove pressioni affinchè il Regno Unito esca dall'Unione europea dopo che un altro pezzo grosso del partito dei Tory si è schierato per il no all'Europa. E viene criticata anche la promessa fatta dal Primo ministro di tenere un referendum sull'uscita dall'UE dopo il 2015.
Il Partito dell'Indipendenza del Regno Unito (Ukip), il partito eurofobo di Nigel Farage, si è affermato come terza forza politica nel Regno Unito e ha inferto un duro colpo al Partito Conservatore di david Cameron, che ha perso più di 400 dei 2700 seggi in palio nelle elezioni locali di questi giorni. Il suo slogan? No all'Unione europea e no all'immigrazione.
L’allargamento dell’Ue ha moltiplicato le lingue ufficiali e le spese di traduzione. Per semplificare le cose c’è chi vorrebbe usare solo l’inglese, ma nei paesi latini l’opposizione sembra insormontabile