Giovani. In Assemblea legislativa tre commissioni congiunte con esperti per lotta al cyberbullismo/ foto

Le commissioni Cultura, Sanità e Parità riunite con Garante minori, Corecom e Polizia postale. Cosenza (Corecom): “Non demonizzare nuovi media, ma aumentare la consapevolezza sul loro uso”

08/02/2017 15:34

Una intesa tra soggetti diversi per combattere bullismo e cyberbullismo a partire dalla formazione: è il protocollo “Media e minori” firmato alla fine dello scorso anno da Corecom Emilia-Romagna, Garante per l’infanzia e l’adolescenza, Polizia postale e delle comunicazioni e Ufficio scolastico regionale. Se ne è parlato oggi in seduta congiunta tra Commissione Cultura, Politiche per la salute e Parità (presiedute da Roberta Mori, Giuseppe Paruolo e Paolo Zoffoli) dopo il Safer Internet Day, la giornata dedicata all’utilizzo sicuro della tecnologia nel mondo 2.0. “Un’occasione di confronto con esperti da diversi settori per migliorare i servizi offerti”, introduce l’incontro Elisabetta Gualmini, Vicepresidente e assessore alle politiche di welfare della Regione Emilia-Romagna.

Ed è proprio la consapevolezza nell’uso dei nuovi media quello che manca spesso ai giovani e che può degenerare in episodi di cyberbullismo, come fa notare Giovanna Cosenza, presidente del Corecom Emilia-Romagna. “Non vogliamo demonizzare questi strumenti, anzi ritengo che sviluppino le capacità cognitive, ma bisogna aumentare la consapevolezza del loro uso”. Il primo incontro di formazione per insegnanti ed educatori è avvenuto proprio ieri, in collaborazione con l’Università di Bologna. E se è vero che il 35% degli adolescenti è stato vittima almeno una volta di episodi di questo tipo, come sottolinea la Garante per i minori e gli adolescenti Maria Clede Garavini basandosi sui dati della Società italiana di pediatria, allora la situazione diventa grave. “Bisogna puntare sulla prevenzione, lavorando non solo nella fase critica dell’adolescenza ma anche e soprattutto quando i bambini sono alle scuole elementari, senza dimenticare che spesso i bulli sono vittime di violenza interfamiliare”. I comportamenti più gravi di cyberbullismo che si sono verificati in Emilia-Romagna negli ultimi anni -e che sono in crescita soprattutto a causa dell’iper-connessione a Internet- li illustra Geo Ceccaroli, dirigente regionale della Polizia Postale: “Pornografia minorile, sexting, trattamento illecito delle informazioni e soprattutto atti persecutori, tra i più gravi. E’ appena stata approvata in Senato con 224 voti favorevoli la proposta di legge che punta sulla prevenzione del fenomeno in ambito scolastico”.

Grande l’interesse in Commissione sul tema, soprattutto perché sono diversi gli attori che vengono coinvolti in questa “battaglia”, scuola e famiglia in primis. A proposto del ruolo della scuola, Francesca Marchetti (Pd) sottolinea l’importanza di veicolare messaggi coerenti: “va bene avere il referente contro il bullismo, ma attenzione a non lasciarsi coinvolgere in operazioni di marketing rischiose”. Per Katia Tarasconi (Pd) ben venga un’operazione di prevenzione che parta anche dai ragazzi stessi, ma è importante che soprattutto gli adulti stiano attenti al loro linguaggio in rete e sui social che spesso fa da apripista ai comportamenti scorretti dei figli. “Ci vuole una battaglia non solo nelle scuole, ma anche sui social e in rete”, sostiene invece Giuseppe Paruolo (Pd) che ritiene che proprio all’interno del web si possano trovare gli anticorpi contro il cyberbullismo. E se per Daniele Marchetti (Lega Nord) è fondamentale che “le azioni che vengono messe in campo siano efficaci e durature”, Tommaso Foti (Fratelli d’Italia-An) riprende le parole di Ceccaroli esprimendo perplessità sul “referente contro il bullismo a scuola” e sul ruolo della famiglia. “Se nel nuovo disegno di legge si prevede l’oscuramento diretto dei contenuti sul web dei minori anche senza consenso dei genitori, mi domando come la famiglia potrà aiutare i giovani”. Yuri Torri (Sel) pone invece l’accento sul legame tra bullismo e violenza domestica, tema esplorato dalla Garante dei minori. “Credo che comprendere questo aspetto sia il punto di partenza per attivare azioni più concrete”.

(Francesca Mezzadri/Andrea Perini)

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