Ambiente. Rifiuti: nel 2018 in ER la raccolta differenziata supera il 65%; calano i rifiuti urbani

Presentato in commissione Ambiente la relazione sul monitoraggio del Piano regionale di gestione dei rifiuti

24/01/2019 18:31

Nel 2018 la raccolta differenziata dei rifiuti in Emilia-Romagna ha superato di mezzo punto il 65 per cento (obiettivo nazionale) con un incremento dell’1,2 per cento rispetto al 2017. Cala la produzione di rifiuti urbani indifferenziati (-6,1 per cento) e in generale la produzione totale dei rifiuti urbani (-2,6 per cento), prendendo sempre in considerazione il 2018 rispetto al 2017. Sono questi i dati illustrati oggi in commissione Ambiente, presieduta da Manuela Rontini, dai tecnici regionali e contenuti nel monitoraggio del Piano regionale di gestione dei rifiuti. Numeri, quelli del 2018, stilati dai tecnici dell’esecutivo regionale grazie a un nuovo sistema di acquisizione che permette di stimare, anche in corso d’anno, la produzione di rifiuti urbani al 31 dicembre sulla base dei dati reali al 30 giugno e all’andamento mensile registrato negli anni precedenti.

Gli obiettivi. Distante l’obiettivo fissato dal Piano per quanto riguarda la produzione dei rifiuti urbani pro capite. Nonostante il calo del 6 per cento, il traguardo del -15%/-20% nel 2020 rimane lontano. Più vicini, invece, quello sulla raccolta differenziata: il 65,5% del 2018 dovrà trasformarsi nel 73% nel 2020 e, riguardo al riciclaggio di carta, metalli, plastica, legno, vetro e organico, si dovrà passare dal 57% al 70% entro il 2020.

Le attività in corso. Per raggiungere questi obiettivi la Regione ha messo in campo varie attività: l’istituzione del fondo incentivante per i Comuni, la promozione di accordi per la prevenzione e l’industrializzazione del recupero, l’istituzione dell’elenco regionale dei sottoprodotti, l’approvazione delle linee guida per i centri comunali e non comunali del riuso, l’istituzione del forum permanente per l’economia circolare e l’attivazione del processo partecipativo ‘Chiudi il cerchio’ e la diffusione in tutto il territorio regionale della tariffa puntuale entro il 2020.

I dati del 2017. Non stime ma dati reali sono invece quelli del 2017, che fissano la raccolta differenziata al 64,3%, con un aumento del 2,5% rispetto al 2016, un tasso di riciclaggio del 57% (l’obiettivo comunitario è del 50% al 2020) e una produzione di rifiuti urbani in calo del 2,6% (riferito al 2016).

La provincia più virtuosa, per quanto riguarda la raccolta differenziata, è quella di Parma (77,6%, più 3,7% rispetto al 2016), seguono Reggio Emilia (71,3%), Ferrara (68%, più 7,1%, miglior incremento), Modena (67,8%), Rimini (63,5%), Piacenza (61,1%, in calo del 2,3%), Bologna (59,5%), Forlì-Cesena (56,8%) e Ravenna (54,8%, in calo dello 0,4%).

Il dibattito. È stato Marco Pettazzoni della Lega nord a mettere in evidenza come i Comuni del Ferrarese che applicano la tariffa puntuale siano “solo tre a dispetto di quanto si legge sul report in cui ne vengono segnalati 22”. Osservazione a cui ha risposto il tecnico dell’esecutivo che ha specificato come il report non distingua tra tariffa puntuale e tributo puntuale. In questo caso in 19 applicano il tributo mentre i restanti tre la tariffa.

Critico su alcuni punti dell’analisi del Piano regionale di gestione dei rifiuti il consigliere Andrea Bertani (Movimento 5 Stelle): “I sistemi di raccolta differenziata- ha chiesto- incidono sulla qualità della raccolta stessa? Il sistema porta a porta è migliore rispetto alla raccolta stradale e alle calotte. Perciò, per aumentare la qualità, serve puntare proprio su questo sistema”. E ha aggiunto: “Quanto ai rifiuti speciali importati dalle altre regioni, non c’è il rischio che importarne troppi incida sulla raccolta?”.  A considerazione di quest’ultima osservazione, l’assessore all’Ambiente Paola Gazzolo ha risposto: “I dati attuali dicono che il 59% dei rifiuti speciali entrano e il 41% esce, ma tutti seguono la via del recupero”. L’altra replica è arrivata dal tecnico della Regione: “Siamo in possesso di dati aggregati- ha spiegato- che non tengono conto dei sistemi di raccolta differenziata nei singoli comuni. Ma nei prossimi mesi porteremo avanti un’analisi merceologica dei rifiuti derivanti da questa raccolta”.

Mentre Giancarlo Tagliaferri, consigliere di Fratelli d’Italia, ha chiesto conto della situazione legata ai rifiuti speciali, dopo l’audizione in cui le associazioni lanciavano l’allarme per la chiusura del mercato cinese. Il consigliere ha poi voluto mettere in evidenza come l’esecutivo regionale, con la delibera di monitoraggio della gestione dei rifiuti, modifichi i quantitativi previsti per gli impianti. Affermazione contestata dai tecnici della Giunta, che hanno specificato come la delibera non modifichi la quantità totale di rifiuti prevista per gli impianti, a eccezione dell’inceneritore di Parma.

Lia Montalti dai banchi del Partito democratico ha ribadito l’importanza del monitoraggio, che fa in modo che “il Piano sia un vero strumento per dare risposte. La transizione dell’intero territorio regionale- ha aggiunto- da una situazione pre piano a una in cui questo è attivo ha bisogno di tempo, ma i primi risultati si possono già vedere. Bisogna mettere in luce anche l’importante azione di trasparenza che ha messo in atto la Regione”. E ha aggiunto: “Dobbiamo trovare strumenti e modalità per dare ai cittadini un feedback rispetto ai risultati raggiunti, perché derivano dal loro impegno”.

Gian Luca Sassi (Misto) ha infine sottolineato che il miglioramento della raccolta differenziata è un dato non nuovo, già visto anche in comuni di altre regioni: “È fondamentale che la Giunta sproni le amministrazioni locali a fare sempre meglio”. Stesso discorso per quanto riguarda i centri di riuso: “La Regione incentivi soprattutto i piccoli comuni, dato che il supporto informativo è fondamentale”. Parole a cui l’assessore all’Ambiente ha replicato specificando: “Abbiamo una comunicazione costante con tutte le amministrazioni, tanto che, sulla base dei risultati raggiunti sulla raccolta differenziata nei singoli comuni, spieghiamo come si possa migliorare, fornendo informazioni. Riguardo ai centri di riuso, stiamo costruendo una rete con i Comuni, per consentire a tutti di avere strumenti uniformi”.

(Andrea Perini e Stefano Chiarelli)

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