“Una moltitudine di statuine di terracotta segue la cometa. Il presepio popolare nelle case bolognesi dalla fine del ‘700 al ‘900”

Presepe

Il presepe della tradizione popolare bolognese protagonista del Natale in Regione. L’Assemblea legislativa ospita per tutte le feste la mostra “Una moltitudine di statuine di terracotta segue la cometa. Il presepio popolare nelle case bolognesi dalla fine del ‘700 al ‘900”, esposizione di statuine artigianali provenienti dalle collezioni di Vittorio Pranzini.

Vittorio Pranzini, noto collezionista, ha il merito di aver conservato e approfondito la conoscenza di quest’arte. La mostra si propone di far conoscere la produzione delle statuine del presepio più artigianali che, fino ad ora, non sono state ancora oggetto di studi specifici anche perché la documentazione esistente è molto scarsa e generica. Le statuine in terracotta del presepe sono veri e propri tesori della tradizione popolare bolognese, come sottolinea Pranzini che ha voluto ricordare come la mostra sia uno dei primi allestimenti di queste terrecotte: “Ci sono molte opere dedicate ai presepi del ‘700, ma in pochi si sono occupati di statuine provenienti dalla tradizione popolare. Vederle qui è far rivivere come venivano allestiti i presepi nelle case popolari bolognesi di un tempo”.

“Il presepe bolognese -spiega Pranzini- si caratterizza rispetto a quelli tipici di altre importanti città, come Napoli e Genova, perché le statuine sono fatte di terracotta: una base argillosa, la terra-creta, viene mescolata con acqua e modellata direttamente dall’artigiano per poi farne degli stampi. Nelle numerose statuine esposte in questa mostra è possibile riconoscere tutti i personaggi tradizionali del presepe bolognese, in misure diverse e spesso ripetitive, che venivano collocate sopra a un tavolino, in un angolo della casa oppure appoggiate al muro o su pezzi di legno ricoperti di muschio. La Natività veniva collocata al centro della scena, o dentro una piccola capanna, a imitazione di una stalla, oppure all’interno di una grotta costruita con la carta roccia per contenere i personaggi principali: Gesù Bambino adagiato nella mangiatoia, la Madonna e San Giuseppe, l’asino e il bue”.

“Appartengono alla tradizione bolognese -continua Pranzini- alcune figure specifiche: l’angelo che fa l’annuncio della nascita ai pastori, quella della “meraviglia” (maravaija), una donna con le braccia alzate in segno di stupore e la bocca aperta, il “dormiglione” (durmian), di solito rappresentato con vicino un fiasco di vino che, secondo alcune interpretazioni, simboleggia l’uomo non credente che si disinteressa di tutto quanto gli succede intorno. Un’altra statuina è conosciuta come “l’adorazione” (adurazion), un uomo che si prostra davanti a Gesù Bambino in segno di rispetto”.

A parte alcuni esemplari di particolare valore storico ed estetico, la maggior parte delle statuine assume oggi importanza non solo per il significato religioso e sentimentale, ma anche storico e antropologico, specchio di una società passata ancora ricca di sentimenti religiosi e di tradizioni familiari da custodire nel tempo.

La mostra, aperta al pubblico nella sede di viale Aldo Moro 50 a Bologna, è stata inaugurata martedì 20 dicembre alla presenza della presidente dell’Assemblea Emma Petitti e di monsignor Giovanni Silvagni, vicario generale dell’Arcidiocesi di Bologna. La serata è stata accompagnata dall’ensemble della scuola di musica Cemi (Centro di educazione musicale infantile) di Bologna, diretto da Marianna Bovini.

La mostra è visitabile fino al 10 gennaio – dalle 9 alle 18, dal lunedì al venerdì, esclusi festivi – con ingresso gratuito.

Info: gabinettopresidenteal@regione.emilia-romagna.it oppure tel. 051-5275768/5826.

Comunicato sull'inaugurazione

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