"In too Deep - Dalla rete all'intelligenza artificiale" di Giorgio Tentolini

Immagine della mostra "In too deep"

“Con queste opere aiutiamo a capire meglio un mondo nuovo come quello dell’intelligenza artificiale che non è in contrapposizione con l’arte, perché a guidare tutto è l’estro dell’artista”. Parola di Giorgio Tentolini, che nelle sue opere coniuga ‘rete’ e ‘intelligenza artificiale’ e lo fa nella mostra “In too Deep - Dalla rete all'intelligenza artificiale”.

La mostra è stata inaugurata martedì 9 gennaio in Assemblea a Bologna con la presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti e la curatrice della mostra Silvia Bonomini.

Tanti i volti di donne e uomini – esteticamente perfetti – ripresi dal web e realizzati sovrapponendo vari strati di rete metallica tagliata a mano. Una profonda riflessione, quindi, sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale e sulla bellezza ideale, che fonda le radici nella scultura greca e si trasforma nella conquista di una perfezione raggiungibile solo con l’utilizzo delle nuove tecnologie.

A raccontare il senso della mostra è Bonomini, la curatrice della rassegna. “Se consideriamo la funzione dell’arte come sintesi di un collettivo storico, il lavoro di Giorgio Tentolini coglie lo storico nel suo divenire con la riappropriazione di un senso plastico della forma, intesa come struttura iconografica di antica memoria, la riattualizza e la rielabora ricorrendo all’intelligenza artificiale. Il titolo della mostra In too deep non è casuale: si riferisce da un lato al senso di sospensione che si può avere nel ricercare immagini e/o informazioni nel web, dall’altro al deep fake, una tecnica utilizzata per la sintesi di immagini umane che utilizza l’AI per sovrapporre il volto di una persona ad un’altra tramite software text – to – image”, spiega Bonomini per la quale “in questo modo materiali come la rete metallica e il tulle, utilizzati da Giorgio Tentolini per creare le sue opere d’arte, diventano mezzi esplorativi e metafore di concetti attuali quali, ad esempio, il deep learning o il deep fake”.

"I volti qui riprodotti - spiega l'artista Tentolini, classe 1978, che vive e lavora tra Casalmaggiore, Milano e Reggio Emilia - in realtà non esistono, sono esteticamente perfetti, come opere greche, non rappresentano nessuno, per questo sono così attrattive. Sono opere create a partire da un processo di stratificazione, sovrapponendo strati di materiali - dalle reti alle tulle, materiali di uso comune. Questa mostra vuole mettere a confronto le statue antiche con le immagini ricreate dall'IA: gli antichi greci per creare la bellezza ideale non facevano ritratti di una persona ma univano visi di diverse persone, così come fa il web ai giorni nostri". 

In questo modo l’arte contemporanea racconta l’intelligenza artificiale e viceversa: le opportunità, i rischi, le novità. Se le intelligenze artificiali possono reinventare il nostro approccio con la realtà, l’intento di questa mostra è interrogare il portato culturale, artistico e umanistico riconducendole in una osservazione più ampia che ha a che fare con la filosofia, l’etica e l’arte.

La mostra sarà visitabile nei giorni feriali dal lunedì al venerdì fino al 26 gennaio prossimo dalle 9 alle 18, in viale Aldo Moro 50 a Bologna.

Per informazioni: ;
tel. 051.527 5040 – 6869. 

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