"Gli scultori della velocità"

scultori della velocità

“Modena è terra di motori, ma il motore da solo non gira. Non va da nessuna parte senza la carrozzeria”. Afro Gibellini, 87 anni, uno dei maestri carrozzieri modenesi che hanno fatto la storia dell’auto in Italia e nel mondo, ama scherzare su questo aspetto: l’importanza della carrozzeria per un’automobile. I gioielli a quattro ruote che lui e i colleghi Giancarlo Guerra, Oriello Leonardi e Fernando Baccarini hanno plasmato a mano, solo con fili metallici e colpi di martello, a metà degli anni Cinquanta, sono diventati oggetto di una collezione di culto: “Gli scultori della velocità. I capolavori dei maestri carrozzieri modenesi”, in mostra nella sede dell’Assemblea legislativa dal 2 al 12 febbraio. Per Afro Gibellini è emozionante vedere che queste creazioni sono diventate protagoniste di un’esposizione unica nel suo genere: “È importante mostrare come venivano realizzate le auto in quell’epoca: senza alcun disegno preliminare ma direttamente con fili di ferro sagomati e soprattutto con lamiere ‘battute’ a mano. Le linee di quei modelli, creati quasi 70 anni fa, sono ancora attualissime”.

Nella mostra, a cura di Jean-Marc Borel, è possibile scoprire tutto il lavoro che sta dietro la nascita di questi preziosi bolidi, dalla progettazione agli strumenti usati per ‘scolpire’ i metalli, dalle scocche ai prototipi utilizzati per plasmare auto leggendarie come le tre Ferrari P4 vincitrici di Daytona 1967, la Ferrari Testarossa, la Ferrari 250 GT Berlinetta a passo corto, la gloriosa 250 GTO, la Maserati Tipo 151/3, la mitica Shelby Cobra Daytona. Dopo il pensionamento i maestri carrozzieri hanno dedicato anni di lavoro per ricostruire, con le stesse tecniche e gli stessi strumenti, le carrozzerie diventate leggenda, dando vita così al progetto ModenArt che sta alla base di questa singolare esposizione.

Il curatore Borel (già presidente di Bugatti International e successivamente fondatore, nel 2000, della B.Engineering, che diede vita alla supercar Edonis) spiega: “Questi modelli hanno generato la leggenda di case automobilistiche come Ferrari e Maserati. Opere realizzate completamente a mano che oggi hanno una visibilità planetaria. Dietro ogni capolavoro c’è sempre un genio cui è doveroso riconoscere il merito. A Philippe Daverio va il nostro ringraziamento per aver fatto emergere questi talenti e aver fatto apprezzare l’arte della carrozzeria. Anche io mi auguro che in futuro venga realizzata una mostra permanente: puntare su storia, arte e cultura significa investire sul futuro”.

Il giornalista Antonio Ghini, fino al 2016 responsabile comunicazione di Ferrari, racconta: “Sono entrato a far parte di questo gruppo di persone che fanno le cose con entusiasmo, passione e divertimento. Persone che hanno inventato un modo diverso e sconosciuto di realizzare manufatti ambiti in tutto il mondo. Questi artisti dell’auto hanno creato ‘a mano’, tirando fili di ferro e battendo colpi di martello, l’involucro di motori potentissimi. Non hanno mai visto una matita. Questa è arte. Il merito di aver incentivato la valorizzazione di questa eccellenza lo dobbiamo a Philippe Daverio, lo storico d’arte scomparso nel 2020, dopo aver conosciuto il lavoro di questi straordinari carrozzieri”. Sebastiano Daverio, figlio di Philippe ha ricordato: “Quando mio padre conobbe Afro (Gibellini, ndr) disse a lui e ai suoi colleghi: siete gli ultimi ‘platonici’. Persone che hanno creato bellezza plasmando la materia senza matita, solo con il lavoro delle mani. Questa è vera eccellenza. Grazie per aver dato forma ai nostri sogni”.

La collezione “Gli scultori della velocità” è visitabile dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18. Apertura straordinaria: 4-5 febbraio 2023.

Per informazioni: gabinettopresidenteal@regione.emilia-romagna.it oppure tel. 051.5275768 – 5826.

Comunicato sull'inaugurazione

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