Lavoro. Lega: Più controlli sulle realtà che si occupano di formazione professionale

La richiesta inserita in un’interrogazione a prima firma Rancan dove gli esponenti del Carroccio chiedono di attivare un sistema per analizzare gli esiti formativi e occupazionali delle realtà finanziate

14/11/2018 16:30

Maggiori controlli per le realtà che si occupano di formazione professionale. È quello che chiedono i consiglieri della Lega nord con un’interrogazione, primo firmatario Matteo Rancan, nella quale propongono alla Giunta di “attivare un sistema di controllo che permetta di monitorare attentamente le realtà territoriali che si occupano di formazione professionale e analizzare gli esiti formativi e occupazionali di quelle finanziate”.

I leghisti ricordano che “la formazione professionale sta assumendo progressivamente un’importanza strategica nel mondo produttivo” ma stabilire l’efficacia di un corso “non è agevole”. Un metodo utile, secondo i consiglieri, potrebbe essere quello di “mettere a confronto due gruppi simili di disoccupati (uno soggetto a formazione e l’altro no) e vedere, dopo un determinato periodo di tempo, quanti di loro sono riusciti a trovare occupazione”.

Per il biennio 2018-2019, scrivono gli esponenti del Carroccio nelle premesse dell’atto ispettivo, le risorse destinate dalla Giunta ai Comuni (provenienti dal Fondo sociale europeo 2014-20) sono circa tre milioni e servono a “garantire la continuità sul territorio dei servizi di orientamento attraverso i propri enti di formazione pubblici. Attualmente, però- constatano i leghisti- non esiste uno strumento che permetta il controllo della realizzazione effettiva delle attività di orientamento. Nel corso degli anni-ricordano-  si sono verificate diverse truffe. Un esempio importante è quello di Piacenza, dove una cooperativa del settore della formazione professionale, è stata accusata di aver percepito 3,5 milioni di finanziamenti in quattro anni da Unione Europea e Regione finalizzati ad attuare corsi di inserimento professionale per categorie svantaggiate. La cooperativa dal 2012 al 2016 avrebbe iscritto in bilancio corsi di formazione mai svolti o attuati con modalità diverse rispetto a quelle stabilite per ottenere l’assegnazione dei fondi. Esistono iniziative lodevoli di enti formativi seri, ma se non collegati ai fabbisogni delle imprese, perdono efficacia e si rischia di alimentare esclusivamente un business unidirezionale”, chiosano i consiglieri.

L’atto è stato firmato da Matteo Rancan, Stefano Bargi, Alan Fabbri, Daniele Marchetti, Fabio Rainieri, Marco Pettazzoni, Gabriele Delmonte, Andrea Liverani e Massimiliano Pompingoli.

(Andrea Perini)

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