Territorio. Acqua, Sassi (Misto): al più presto delibera per stabilire canoni di sfruttamento

Sassi ritiene “incomprensibile” la mancata attuazione del documento della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e Province autonome che, tra l’altro, sarebbe “pienamente compatibile” con la disciplina regionale delle acque minerali e termali

19/09/2018 12:57

Recuperare il grave gap rispetto alle altre Regioni, attuare finalmente la legge regionale e rispettare l’assunto dei documenti delle Regioni per cui occorre “considerare l’acqua come un bene ‘esauribile’ e, come tale, da valorizzare nel momento del suo utilizzo”. Lo chiede in una risoluzione alla Giunta, il consigliere Gian Luca Sassi (Misto) facendo presente che dagli esiti di un monitoraggio sul tema “emerge che l’Emilia-Romagna e la Puglia sono le uniche due Regioni italiane a non prevedere ancora, dodici anni dopo, l’adozione del documento di indirizzo del 2006 sui canoni per i quantitativi di acqua prelevata e/o di acqua imbottigliata”.

Sassi ritiene “incomprensibile” la mancata attuazione del documento della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e Province autonome, che, tra l’altro, sarebbe “pienamente compatibile” con le previsioni normative della legge regionale n. 25 del 2017 (Disciplina delle acque minerali e termali) che “conterrebbe già tutti gli elementi per una rapida definizione della delibera regionale”. La legge chiarisce infatti che la “determinazione del canone è definita, in coerenza con i limiti indicati nel documento di indirizzo delle Regioni italiane approvato dalla Conferenza delle Regioni, con deliberazione della Giunta regionale, previo parere delle competenti Commissioni” e che “l’applicazione del canone decorre con riferimento alle risorse idriche oggetto di sfruttamento nell’anno 2019”.

Sassi chiede quindi alla Regione di presentare immediatamente la proposta di deliberazione assumendo a riferimento le indicazioni contenute nel documento predisposto dal gruppo di lavoro interregionale sulle acque minerali come atto di “indirizzo delle Regioni italiane in materia di acque minerali naturali e di sorgente” e individuando, comunque, per i canoni di sfruttamento, importi non inferiori alla media di quelli in uso nelle altre realtà regionali.

(Francesca Mezzadri)

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