Sanità Bologna. Ore di attesa negli ospedali per un bimbo con un taglio, Galli (Fi): “Modello organizzativo confusionario”/ foto

Il consigliere azzurro cita “il calvario di una famiglia friulana” che ha fatto il giro di diversi ospedali, dal Bellaria al Maggiore, per curare un taglio causato da un bicchiere rotto

20/06/2018 12:20

Un bambino di cinque anni che si taglia con un bicchiere rotto, le tappe in diversi ospedali e l’attesa di quattro ore per vedere suturata la mano: “il calvario di una famiglia friulana” al centro di un’interrogazione del consigliere di Forza Italia Andrea Galli.

L’esponente azzurro sottolinea come “i genitori, pensando di trovare pronta assistenza nell’ospedale più vicino, si recano al Bellaria dove scoprono che il bambino non può essere medicato non essendoci il pronto soccorso. Su indicazione del personale del Bellaria, i genitori si recano al pronto soccorso più vicino, quello del Sant’Orsola: qui il medico avvisa che non è un pediatra e dunque vengono indirizzati al pronto soccorso pediatrico dove il bambino, dopo almeno mezz’ora, è stato finalmente medicato. Qui però non era presente un medico ortopedico ed è stato riferito ai genitori che, per ulteriori approfondimenti specialistici, avrebbero dovuto rivolgersi al Maggiore. Si decide dunque di trasportare il bambino in ambulanza. Ma non era disponibile un’ambulanza con seggiolino e così la famiglia attende oltre 30 minuti”. Poi, sulla vicenda, “il Sant’Orsola e l’Ausl – sottolinea il consigliere – sono intervenuti con una nota confermando che non si è ravvisato nessun disservizio e nessun ritardo, ma solo un errore iniziale del genitore che avrebbe dovuto allertare il 118”.

Ma Galli interroga la giunta per sapere se “non si ritenga doveroso aprire una riflessione su quanto accaduto, valutando e intervenendo sugli elementi di criticità che tale episodio ha messo in luce e se non si ritenga che l’attuale modello organizzativo possa generare confusione e disorientamento nel paziente, creando situazioni di disagio e tensione che invece andrebbero assolutamente evitate”.

(Margherita Giacchi)

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