Sicurezza. Forza Italia: ‘foreign fighters’ in Emilia-Romagna; Regione monitori il fenomeno

Bignami e Aimi mettono in evidenza come l’Emilia-Romagna sia stata più volte al centro delle cronache per fatti legati all’estremismo islamico

10/10/2017 12:47

Dopo gli ultimi fatti di cronaca che emergono dalla stampa, è opportuno che “la Regione valuti l’avvio di studi e monitoraggi per verificare il fenomeno della radicalizzazione islamica sul territorio”. A chiederlo in un’interrogazione alla Giunta sono i due consiglieri di Forza Italia, Galeazzo BignamiEnrico Aimi.

La notizia dell’arresto a Ferrara del fratello di uno dei terroristi di Marsiglia – che per la stampa avrebbe avuto “un ruolo chiave” nell’atto terroristico – è solo l’ultimo, secondo i consiglieri, di una serie di episodi che si verificano nella nostra regione. Gli azzurri riportano qualche esempio: a novembre di due anni fa sono stati espulsi da Bologna quattro marocchini accusati di addestramento al terrorismo; l’anno scorso, sempre a Bologna, un attentatore di Londra ha cercato di partire con un volo per la Turchia; infine, Ravenna è balzata all’onore delle cronache nel 2015 per essere la prima città per numero di foreign fighters (combattenti stranieri). Non solo, i consiglieri riportano anche le parole del direttore del Programma sull’estremismo alla George Washington University, Lorenzo Vidino, secondo il quale l’Emilia-Romagna, come Lombardia e Veneto, con numerosi “centri di radicalizzazioni che assumono forme diverse“, presenterebbe “i numeri più alti di arresti ed espulsioni di foreign fighters”.

Bignami e Aimi ricordano inoltre precedenti interrogazioni alla Regione sul tema e, in particolare, la risposta dell’assessorato competente secondo cui “le scelte sulle forme di controllo del territorio regionale riguardo ai pericoli legati al terroismo di matrice islamica” sarebbero “compito riservato a valutazioni del Ministero dell’Interno“.  I consiglieri chiedono quindi alla Giunta un parere sui fatti accaduti in Emilia-Romagna e il possibile avvio di studi sul fenomeno, “ferme restando le competenze del Ministero dell’Interno”.

(Francesca Mezzadri)

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