La nuova flessibilità europea

La nuova flessibilità europea

La Commissione europea ha voluto iniziare il nuovo anno mantenendo due promesse tanto importanti quanto attese: la proposta di legge che istituisce il Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici e la Comunicazione sulla flessibilità nell’applicazione del Patto di Stabilità, entrambe adottate il 13 gennaio.

La proposta di legge per il nuovo Fondo Europeo è una tappa essenziale per rendere operativo il piano Juncker per il rilancio degli investimenti, che tuttavia dovrà ancora essere discussa e approvata dal Consiglio e dal Parlamento. La Commissione auspica che, data l’urgenza, si possa seguire una procedura accelerata. 

La comunicazione sulla flessibilità invece ha impatto immediato, perché non si tratta di una proposta legislativa ma di un'esplicitazione del modo in cui la nuova Commissione intende interpretare e applicare le regole europee sulla gestione dei conti pubblici, quelle racchiuse appunto nel Patto di Stabilità.

Già alle sue origini il Patto di Stabilità conteneva clausole che consentivano un allentamento delle regole in presenza di circostanze eccezionali e per periodi temporanei. Queste clausole sono state poi confermate e in parte rafforzate nelle successive riforme del 2005 e del 2011. Tuttavia il loro potenziale era rimasto largamente inesplorato. La gravità e il persistere della crisi economica, e i timori di un incombente pericolo deflattivo, hanno indotto a chiarire la portata e i limiti di queste clausole, nel rispetto del quadro legislativo esistente.

La comunicazione fa riferimento a tre tipi di clausole di flessibilità:  la clausola degli investimenti, quella delle riforme strutturali e quella relativa alla situazione ciclica dell’economia.

Cominciamo da quest’ultima, che è anche quella di più immediata applicazione. Qui Il messaggio importante della Commissione sta nel concetto di modulazione dello sforzo di aggiustamento dei conti pubblici.  In altre parole, le correzioni fiscali che saranno richieste a ciascun paese saranno “modulate” in base alle condizioni cicliche dell’economia. Migliori sono le condizioni dell'economia e maggiore è lo sforzo richiesto e viceversa. Con trasparenza, la Commissione ha allegato alla comunicazione una tavola che contiene i valori numerici della modulazione.

Veniamo alla clausola degli investimenti. Qui il riferimento importante sono gli investimenti di rilevanza europea.  Questa clausola è strettamente legata all’obiettivo del Presidente Juncker di rilanciare gli investimenti europei e al piano approvato alcune settimane fa. La Commissione chiarisce che i contributi diretti dei paesi al Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici non saranno “computati” ai fini della procedura per deficit eccessivo.  Inoltre, la Commissione terrà conto dei cofinanziamenti nazionali ai programmi europei nel valutare i progressi verso il pareggio strutturale, e ammeterà “deviazioni temporanee” dal percorso, ma solo se l’economia è in recessione e a condizione che sia comunque rispettato il tetto massimo del 3% nel rapporto deficit/PIL.

La terza clausola di flessibilità riguarda le riforme strutturali, e in particolare quelle capaci di aumentare la competitività e la crescita potenziale. Anche in questo caso, la Commissione ammetterà “deviazioni temporanee” dal percorso di aggiustamento, ma tali deviazioni non dovranno eccedere lo 0,5% del PIL e il vincolo del 3% del rapporto deficit/PIL dovrà essere rispettato.

In sintesi, la Commissione si è impegnata a fare “il miglior uso possibile” dei margini di flessibilità consentiti dal Patto di Stabilità, ma ha anche chiarito che non si tratta di margini illimitati, e che il rispetto di questi margini è essenziale per salvaguardare la fiducia dei mercati e la fiducia reciproca tra i paesi.

Tocca ora ai governi nazionali far buon uso della flessibilità: riorientando la spesa pubblica da spesa corrente a spesa per investimenti produttivi; attuando riforme strutturali coraggiose, in grado di migliorare crescita e competitività; seguitando nell’azione di risanamento finanziario. La nuova flessibilità europea sarebbe, infatti, un’arma spuntata se fosse usata per diluire o dilazionare gli aggiustamenti necessari.

di Antonia Carparelli

Per saperne di più

Il Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici 

La Comunicazione sulla flessibilità nell'applicazione del Patto di Stabilità

 

dal sito della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea