Editoria. Consensi e richieste sul pdl Pruccoli e altri Pd di sostegno al settore. Paruolo promette equilibrio

Affollata udienza conoscitiva in commissione Cultura dell’Assemblea con giornalisti, sindacati ed editori. “Focus non solo sui professionisti assunti e attenzione agli ascolti e ai costi dell’energia” per estendere la platea dei potenziali beneficiari

16/03/2017 17:52

Udienza conoscitiva aperta ai rappresentanti delle imprese e dei lavoratori del settore dell’informazione oggi in Assemblea legislativa. L’incontro, convocato dal presidente della commissione Lavoro, Giuseppe Paruolo, è stato l’occasione di un confronto sul progetto di legge di iniziativa consiliare “Sostegno all’editoria locale”, firmato da Giorgio Pruccolie da numerosi altri consiglieri del Pd. Il testo, che ha raccolto consenso e numerose osservazioni e proposte di modifica, nelle prossime settimane proseguirà l’iter di approvazione nella stessa commissione per arrivare in Aula presumibilmente nella metà di maggio.

Pruccoli, che è anche relatore del testo, ha precisato che la proposta intende fornire sostegno alle imprese dell’informazione (dalla radiofonia alle tv, dalla carta stampata alle testate web) con l’obiettivo di aumentare l’occupazione e il rinnovamento tecnologico del settore. “Nessun finanziamento a pioggia– ha ribadito l’esponente dem- ma indicazioni chiare per l’accesso alle risorse che saranno limitate, pertanto si dovrà andare a premiare alcuni progetti sulla base di criteri di merito”.

Numerosi gli interventi di chi, a diverso titolo, rappresnta le categorie coinvolte nel provvedimento. Per l’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna è intervenuta Antonella Cardone. Il progetto di legge– ha detto- è “encomiabile e dimostra che la Regione è un passo avanti anche in questo settore” dove, ha ricordato, su circa 7.000 iscritti all’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna, meno di un migliaio sono assunti come dipendenti. Il tipo di fotografia dell’informazione regionale che il testo di legge propone, andrebbe tuttavia maggiormente aggiornato alla realtà attuale. Ad esempio estendendo i possibili beneficiari alle società formate dagli stessi professionisti (senza dunque un imprenditore editoriale alle spalle, ndr), oppure considerando che nelle redazioni ci sono anche molti pubblicisti assunti e non solo i professionisti ai quali fa riferimento il testo proposto. Tra i vari suggerimenti Cardone ha, in particolare, chiesto che tra i limiti posti alle imprese per accedere ai finanziamenti ci sia l’esclusione per quelle in cui siano state violate in modo reiterato le regole deontologiche determinando sanzioni dell’Ordine.

Giudizio positivo con proposte quello di Giovanni Rossi (Fnsi, la Federazione della stampa, il sindacato dei giornalisti e il sindacato regionale Aser). “L’informazione– ha ricordato- è un bene pubblico, senza informazione non c’è democrazia”. Rossi ha quindi richiamato la necessità che i finanziamenti siano erogati con il massimo rigore: “Concordiamo con i criteri introdotti per la buona occupazione, non solo la regolarità contributiva ma anche quella retributiva”, ha detto auspicando anche che la legge abbia una consistente dotazione economica, perché “quello dell’informazione in Emilia-Romagna è un grande e significativo comparto industriale”. Rossi ha quindi elencato una serie di correttivi da introdurre al testo in esame. Tra questi, in particolare, il richiamo alla corretta applicazione dei contratti di lavoro riconosciuti dalla Fnsi, affinché non siano ricomprese forme contrattuali che creano concorrenza sleale tra le stesse categorie di lavoratori.

Accanto al “plauso” per la proposta di legge, anche Stefano Gregnanin (Fistel- Cisl) ha chiesto modifiche perché il testo– ha sottolineato- “non interviene su tutta la filiera dell’informazione e non tiene conto delle diverse figure professionali coinvolte. Pertanto il riconoscimento di contributi dovrebbe essere previsto anche per la stabilizzazione di altri lavoratori non giornalisti”. Tra le altre richieste di modifica anche la previsione di controlli al termine del finanziamento, per verificare che i contratti di lavoro non vengano poi interrotti.

Stessa richiesta anche da Luca Simonazzi (Cgil-Sindacato lavoratori informazione) che ha a sua volta sottolineato la necessità di controlli sulla durata delle stabilizzazioni dei contratti e ha rimarcato “carenza” della proposta di legge, laddove non riserva attenzione a tutte le figure del lavoro che costruiscono il “prodotto informazione”.

Per Roberto Gallamini (Ravenna Web Tv) l’accesso ai requisiti sarebbe regolato da disposizioni troppo rigide che impedirebbero alle imprese di accedere ai bandi. Ad esempio – ha detto – le cooperative possono non avere giornalisti dipendenti.

Paolo Bernardi (cooperativa giornalisti “Bacchilega”) ha sottolineato l’importanza dell’informazione locale che la legge intende tutelare, anche se – ha detto – bisogna tenere presente che i territori non sempre hanno aderenza con i confini provinciali. Per quanto riguarda i rigidi requisiti previsti per le imprese in termini di occupazione Bernardi ha anche chiesto che si cerchi un equilibrio tra qualità del lavoro e sostenibilità economica dell’impresa.

Per Davide Maloberti (Federazione italiana settimanali cattolici) si tratta di un progetto di legge importante che punta al pluralismo nell’informazione. In questo senso- ha sottolineato- sarebbe importante far crescere anche le piccole realtà. Pertanto se si parla di diffusione del periodico vanno tenute presenti le difficoltà nella distribuzione, in territori che non sempre coincidono con i limiti della provincia.

Secondo  Francesco Zanoni (Federcultura) il progetto di legge farebbe riferimento solo a una parte della realtà dell’informazione regionale, anche se il titolo farebbe presupporre un intervento più ampio. Per quanto riguarda gli apprezzabili obiettivi occupazionali “chi stabilizza deve essere premiato e poi controllato- ha spiegato Zanoni- ma bisogna pensare di usare i contributi per incentivare percorsi di stabilizzazione nel tempo e quindi rendere meno rigidi i vincoli”.

Roberto Franceschini (Contel) ha a sua volta richiesto che gli obiettivi occupazionali della legge siano estesi a tutti gli operatori del settore (tecnici compresi) anche se– ha sottolineato– “in un quadro generale come quello dell’emittenza televisiva locale che non prevede miglioramenti, oggi più ad un incremento dell’occupazione sarebbe utile puntare a mantenere quella esistente”. Franceschini ha criticato l’eccesso di requisiti indicati per l’accesso ai finanziamenti mentre “manca il parametro del gradimento e dell’ascolto con il quale l’editore crea fatturato”. Uno degli aiuti per il settore potrebbe essere quello di un sostegno per tagliare i costi fissi come quello dell’energia elettrica.

Manuel Poletti (Coop Media Romagna) ha sottolineato che il progetto di legge va nella direzione giusta, in linea con quanto avviene nel contesto europeo. E’ tuttavia opportuno che ci sia un finanziamento certo, cosa che a livello nazionale puntualmente non avviene. Tra le altre richieste l’estensione ai contratti part time tra i requisiti chiesti per l’accesso ai contributi e l’estensione della platea dei possibili beneficiari alle reti di imprese.

Dalia Bighinati (Telestense) ha ricordato il momento difficilissimo che sta vivendo il mondo dell’informazione. “Riteniamo di aver bisogno di sostegno e apprezziamo l’attenzione dell’Assemblea legislativa. Speriamo che lo sforzo faccia bene al sistema sociale e culturale della regione”. Tra i temi segnalati la necessità di mantenere i livelli occupazionali già esistenti, l’attenzione al gradimento del pubblico, e superare il vincolo della provincia tra quelli imposti per l’informazione locale.

Flavio Bighinati (Telesanterno) con riferimento ai ritardi dei contributi nazionali ha suggerito che la Regione potrebbe favorire le emittenti presenti nella graduatoria nazionale con l’anticipazione fino al 70% del contributo attraverso specifiche convenzioni bancarie. Se possibile la legge dovrebbe anche inserire la possibilità di sconti per ridurre i costi fissi, come quello dell’energia. Infine sugli orari dei palinsesti ha ricordato i cambiamenti in corso: “Non c’è più il vecchio prime time”, ha sintetizzato l’editore, specificando che un programma di prima serata può estendersi fino alle 24 e non più alle 22 com’era una volta.

“La sensazione – ha concluso il presidente della commissione Cultura, Giuseppe Paruolo è che ci sia un consenso diffuso e che le sollecitazioni tendano a volte ad allargare e in altri casi a restringere le maglie del provvedimento. Il lavoro della commissione terrà conto delle sollecitazioni e dovrà trovare un punto di equilibrio”.

Oltre a Pruccoli hanno firmato il progetto di legge i consiglieri Pd: Gianni Bessi, Giuseppe Boschini, Stefano Caliandro, Paolo Calvano, Enrico Campedelli, Barbara Lori, Lia Montalti, Roberto Poli, Valentina Ravaioli, Manuela Rontini, Luca Sabattini, Luciana Serri, Katia Tarasconi,  Marcella Zappaterra,  Paolo Zoffoli.

(Isabella Scandaletti)

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