Youngabout film festival: "I give you my word", "Els nens salvatages" e "The virgin, the copts and me"
L'ottava edizione del cinema per ragazzi europeo, Youngabout Film festival, organizzato dall'associazione Anni in Tasca in collaborazione, tra gli altri, con Europe Direct ER prevede una settimana di cinema fatto e rivolto agli adolescenti.
Gli appuntamenti di stasera iniziano alle ore 18 presso il cinema Odeon con:
I Give You My Word
Regia di: Alexander Karpilowski
Produzione: Russia - 2012
Durata: 91'
Dimka e Mishka frequentano la stessa scuola e fanno parte del gruppo scelto dei pionieri.
È la Russia degli anni '70, i due bambini sono vivaci, indipendenti, poco inclini all'osservazione delle regole. La loro amicizia viene prima di tutto e l'esplorazione del mondo circostante una priorità.
Imbattutisi in un cane randagio (Sava), incontro davvero provvidenziale, decidono di adottarlo, nonostante il divieto delle rispettive famiglie.
Il rapporto con una compagna di classe, bella e orgogliosa, la nascita delle prime gelosie, e la condivisione segreta della cura dell'adorato cane, offrono lo spunto per una serie di avventure che porterà i ragazzi anche ad affrontare un malfattore privo di scrupoli.
Una sottile vena di umorismo impreziosisce il racconto e la straordinaria bravura dei giovani interpreti rende gradevole e divertente la visione.
Il regista ha saputo ricreare l’atmosfera degli anni ’70 in Russia, con affettuosa ironia, affidando ai due monelli protagonisti il compito di rappresentare l’anelito alla libertà, a scapito di regole applicate puntigliosamente e di una disciplina per loro incomprensibili.
Vincitore del Festival Zlin nel 2013.
A seguire alle ore 19.30 sempre presso il cinema Odeon, il film:
Els nens Salvatges
Regia di: Patricia Ferreria
Produzione: Spagna - 2012
Durata: 94'
Tre ragazzi: una vita normale, una famiglia normale alle spalle.
Alex che ha la passione dei graffiti e anche un certo talento, Gabi che ha fatto suo il sogno del padre di diventare un campione di Boxe, Laura, che si firma Oti, è una ragazza dominata da una sorta di incertezza cronica, colpisce la sua indifferenza emotiva in particolare nei confronti dei genitori: mancanza di reazioni ai rimproveri, ma anche assenza di entusiasmo in occasione delle attenzioni che essi hanno verso di lei.
I primi piani dei ragazzi, interrogati da qualcuno che non vediamo, sono inframmezzati da spaccati della loro vita quotidiana: le scorrerie notturne per dipingere i muri, i ritrovi, le risse, i piccoli atti di vandalismo, l’amicizia, unico sentimento condiviso, e infine un pomeriggio passato sulla spiaggia.
Il film procede per salti spazio-temporali, le domande poste dagli adulti ai tre ragazzi ci danno sin dall’inizio la sensazione che qualcosa di grave sia successo, creano una tensione che perdurerà per tutto il film.
Domande e risposte che vengono collegate a eventi vissuti: sono i tasselli di una sorta di indagine tendente a ricercare un filo conduttore che possa dare un senso al drammatico evento che verrà rivelato solo nel finale.
Il racconto fa emergere la mancanza di educazione al sentimento che mina la nostra società.
Vincitore del Festival di Malaga nel 2012.
E infine alle ore 21.30, sempre presso il cinema Odeon:
The Virgin, the Copts and me
Regia di: Namir Abdel Messeeh
Produzione: Francia, Quatar, Egitto - 2011
Durata: 60'
Zeitun, Egitto, 1968. Migliaia di persone assistono ad un evento straordinario.
Di notte, è l’una, un’apparizione luminosa, che durerà tre ore e che si ripeterà nell’arco di tre anni, lascia intravvedere sembianze femminili. Nel cielo si materializzano colombe, mentre una pioggia di stelle attraversa lo spazio. Qualcuno dei presenti fotografa e filma l’accaduto.
2010, Francia. Namir Abdel Messeeh, un giovane filmmaker, nato a Parigi da genitori egiziani, trova un vhs con il filmato di questo accadimento, gelosamente custodito dalla madre e decide di indagare sulle apparizioni mariane in Egitto.
È questa la premessa da cui parte il documentario The virgin, the copts and me, un’inchiesta di un giovane che dichiara di aver perso la fede da anni, ma incuriosito da questi fenomeni nei quali fortemente crede la popolazione egiziana copta, alla quale appartiene la sua famiglia d’origine.
Il viaggio dalla Francia al nord dell’Egitto è non solo uno spostamento geografico, ma un percorso interiore, alla ricerca delle proprie radici.
Mediante un sapiente montaggio che mixa filmati documentari girati in tempi diversi e opportune ricostruzioni di fiction, a tessere una trama credibile, il racconto vuole essere la testimonianza di un impegno produttivo che nasce come scommessa audace e si rivela, man mano, come un esempio di cinema di poesia, la realtà trasfigurata attraverso lo sguardo amorevole di un giovane uomo per il proprio mestiere, per la propria famiglia e per la terra d’origine.
Il film ha ottenuto i premi:
. Best Arab Documentary, 2011 Doha Film Festival
. Panorama Audience Award, Berlinale
. Audience Award, 2012 Visions du Réel