Le novità introdotte dalla legge 234/2012

leggecomunitariaLa legge n 234 del 24/12/2012 "Norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea" modifica la legge n. 11 del 2005 introducendo alcune novità: più partecipazione del Parlamento e delle autonomie locali alla fase di formazione delle normative e delle politiche europee, maggiore rapidità nell'attuazione delle direttive, nuova disciplina di materie che interessano i rapporti tra lo Stato nazionale e l’Unione Europea.

Il nuovo testo risponde alla necessità di adeguare la legge alle innovazioni e semplificazioni introdotte dal Trattato di Lisbona, a partire - ad esempio - da adattamenti linguistici determinati dalla sostituzione della espressione "Comunità europea" con "Unione europea" che ora possiede personalità giuridica.

Le novità rilevanti riguardano: il coinvolgimento diretto dei Parlamenti nazionali in alcuni aspetti del funzionamento dell’Unione e, in particolare, nel controllo da parte dei Parlamenti nazionali del rispetto del principio di sussidiarietà nell'attività legislativa dell'UE. I progetti di atti legislativi dell'Unione devono essere tempestivamente sottoposti all'esame delle Camere e si stabiliscono linee di indirizzo che devono regolare la fase di formazione delle normative europee. Ad esempio, prima dello svolgimento delle riunioni del Consiglio europeo, il Governo deve illustrare alle Camere la posizione che intende assumere sui temi in discussione nei confronti dei quali non potrà non tener conto degli indirizzi espressi dal parlamento.

Sulle risultanze dei vertici UE dovranno essere tempestivamente, entro 15 giorni, informati gli organi parlamentari. Maggior vincolo viene stabilito sugli accordi che prevedano l’introduzione o il rafforzamento di regole in materia finanziaria o monetaria o comunque producano conseguenze rilevanti sulla finanza pubblica: in questo caso, se il Governo non dovesse conformarsi agli atti di indirizzo del Parlamento, dovrà dare adeguata spiegazione alle Camere sulla posizione assunta il Presidente del Consiglio o un Ministro da lui delegato.

 

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