La Conferenza sul futuro dell’Europa

Il più grande esperimento partecipativo attuato dall’Unione europea: proposte e prospettive future

a cura di Giulia Ursini

 

Il 9 maggio 2022 si è formalmente conclusa la Conferenza sul Futuro dell’Europa, il più recente e significativo sforzo dell’Unione Europea (UE) di coinvolgere i cittadini nel rilancio del progetto europeo. La COFE è stata riconosciuta come il più avanzato esperimento partecipativo attuato dall’UE, in quanto non si è limitata a informare o consultare i cittadini, ma li ha direttamente coinvolti in Panel di discussione sulle principali sfide e priorità dell'UE per il futuro, secondo il modello della democrazia deliberativa.

La Conferenza si inserisce in quella che l’OECD ha definito “l’onda deliberativa”: una fase di innovazione e sperimentazione democratica che ambisce a rinvigorire le nostre strutture istituzionali, affaticate dalla scarsa partecipazione dei cittadini - come segnalato dal crescente astensionismo in occasioni di voto, dal calo delle iscrizioni a partiti politici, dalla generale sfiducia verso la politica. Si parla di ondata deliberativa perché, a fronte della necessità di infondere nuova linfa vitale nella democrazia, le ricerche dimostrano l’utilità di mettere al centro dei processi di coinvolgimento dei cittadini la deliberazione.

 

Genesi e struttura

La Conferenza è stata voluta dalla Commissione europea e poi presieduta congiuntamente dalle tre istituzioni principali, rappresentate dal presidente del Parlamento europeo, dal presidente del Consiglio e dalla presidente della Commissione europea. La Conferenza aveva il mandato di elaborare delle proposte a cui Parlamento, Consiglio e Commissione si sono impegnate a dare seguito. Data la sua dimensione transnazionale, la Conferenza è stata articolata in 4 componenti, integrando la possibilità di partecipare sia in presenza che online:

  • Panel europei di cittadini, per deliberare su vari argomenti ed elaborare proposte, che poi sono confluite nella discussione della Plenaria. Questi panel erano composti da cittadini sorteggiati, in modo da comporre un gruppo statisticamenterappresentativo di tutta la popolazione europea per origine geografica, sesso, età, contesto socioeconomico e livello di istruzione.
  • Sessione plenaria della Conferenza, dove elaborare le proposte definitive, composta da rappresentanti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione europea, da rappresentanti dei parlamenti nazionali, del Comitato delle regioni e del Comitato economico e sociale, e infine da una parte dei cittadini partecipanti ai Panel europei più altri rappresentanti di parti sociali e società civile.
  • Piattaforma digitale multilingue, grazie alla quale i cittadini potevano inviare contributi online. Questi sono stati raccolti, elaborati e usati come base di discussione per i Panel e la Plenaria.
  • Eventi decentrati, ossia eventi virtuali, in presenza e ibridi sui temi della Conferenza, volti ad arricchire di altre voci il dibattito sul futuro dell’UE. Questi eventi sono stati organizzati autonomamente da cittadini, amministrazioni e organizzazioni a livello nazionale, regionale e locale.

 

Le 49 proposte

La Conferenza si è conclusa con l’elaborazione di 49 proposte, frutto dei contributi ricevuti tramite la Piattaforma, delle deliberazioni dei quattro Panel europei di cittadini e delle rielaborazioni nella Plenaria. In sostanza, i cittadini e le cittadine hanno chiesto una maggiore unità europea: il rafforzamento delle competenze, dei poteri, dei meccanismi decisionali e normativi dell’Unione. 

I cittadini hanno avanzato proposte ambiziose; tra queste, quelle riguardanti il rafforzamento delle competenze dell’Unione in materia di salute, energia, economia, fiscalità, politica estera, sicurezza e difesa, migrazioni, educazione e sociale non sono immediatamente realizzabili poiché richiedono una modifica dei trattati al fine di ampliare le competenze dell’UE. Stessa difficoltà anche per le proposte relative agli assetti istituzionali e democratici dell’UE, tra cui: superare la regola dell’unanimità per quelle materie in cui è ancora vigente e attribuire dei poteri fiscali all’Unione Europea – come è stato fatto, in via eccezionale, attraverso il Next Generation EU.

Dalla Conferenza è emersa anche la richiesta di modificare i nomi delle istituzioni europee per renderle più comprensibili ai cittadini: il Parlamento potrebbe essere rinominato la Camera dei cittadini; il Consiglio dell’Unione il Senato degli Stati; la Commissione, il governo dell’Unione. 

 

Il seguito

I processi partecipativi e deliberativi funzionano se le raccomandazioni elaborate ricevono un seguito, preferibilmente se risultano in nuove leggi e politiche. Se le istituzioni non rispondono alle proposte della Conferenza, il processo fallisce: non si ha vero empowerment dei cittadini, non si dà loro il potere decisionale promesso, e il rischio è di incidere ancora di più sulla (s)fiducia verso le istituzioni.

Le istituzioni europee hanno dichiarato di impegnarsi a dare seguito alle proposte della Conferenza, ma ci sono stati dei rallentamenti alla piena attuazione delle proposte.

A un mese dalla chiusura della Conferenza, la Commissione Europea ha pubblicato una comunicazione che offre un quadro globale degli step necessari per dare seguito alle proposte della Conferenza. Nel Discorso sullo stato dell’Unione di settembre 2022, la Presidente Von Der Leyen ha dimostrato di tenere in considerazione le raccomandazioni emerse dalla Conferenza. Le proposte, laddove possibile, sono state integrate nel Programma di Lavoro della Commissione per il 2023 – ad esempio sono già stati organizzati nel 2023 tre nuovi Panel di cittadini sulla mobilità, i mondi virtuali e lo spreco di cibo. Il 2 dicembre 2022 le tre istituzioni dell'UE hanno incontrato i cittadini a Bruxelles in un evento di feedback riguardo al seguito della Conferenza.

Il 9 giugno 2022 il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione che propone emendamenti ai trattati secondo la procedura di revisione ordinaria al fine di attuare le proposte più ambiziose della Conferenza, specialmente quella relativa al superamento della regola dell’unanimità nel Consiglio. Il Parlamento ha chiesto anche la convocazione di una Convenzione per la riforma dei Trattati, che è la prassi standard per rivedere ed estendere le competenze dell’Unione, e quindi realizzare tutte le proposte della Conferenza.

Il ruolo del Consiglio dell’Unione Europea, istituzione rappresentativa dei governi nazionali, è stato più critico. Per quanto il Consiglio abbia adottato misure concrete per attuare quelle proposte connesse a politiche specifiche, che erano già attuabili nell’ambito dell’attuale quadro dei trattati, ha tuttavia rallentato la convocazione della Convenzione per la riforma dei trattati.

Infatti, in quanto co-decisore insieme al Parlamento, il Consiglio dell’Unione Europea – in questo caso, il Consiglio Affari Generali, ossia la formazione che vede riuniti i ministri degli affari europei dei vari stati membri – avrebbe dovuto trasmettere la risoluzione del Parlamento al Consiglio europeo, il quale avrebbe dovuto decidere a maggioranza semplice sulla convocazione della Convenzione di riforma dei Trattati. Ma il Consiglio dell’Unione non l’ha fatto: ha emesso invece una nota con cui invita il Parlamento a predisporre tutti gli emendamenti necessari a dar seguito alle proposte della Conferenza, chiarendo che solo a quel punto avrebbe esaminato la questione.

In parole povere, il Consiglio ha rimbalzato la palla al Parlamento, sperando che il Parlamento non riesca a predisporre una riforma organica.  Al momento, il Parlamento sta provando a predisporre questa riforma, discutendo una risoluzione contenente tutti gli emendamenti necessari ai Trattati per realizzare le proposte della COFE. Tuttavia, la mossa del Consiglio ha provocato una reazione da parte dei cittadini che hanno partecipato alla Conferenza, che hanno inviato una lettera aperta a molti giornali europei, criticando che i Governi nazionali nel Consiglio abbiano scelto di ignorare le proposte della Conferenza.

 

In conclusione

Anche alla luce delle necessità strategiche legate alla guerra in Ucraina, in tema di cooperazione energetica e militare, è chiara l’urgenza di rafforzare l’unione politica europea. La Conferenza sul futuro dell’Europa è stata un’occasione straordinaria per innescare un vero processo costituente, attraverso la Convenzione per la riforma dei Trattati, che riunisca le istituzioni europee, nazionali, regionali e locali e la società civile in un processo che possa portare a una riforma organica dell’Unione. Sta alle istituzioni europee non tradire le ambiziose aspettative che i cittadini e le cittadine europee hanno riposto in loro.