Emilia-Romagna e Green Deal Europeo: quali prospettive?

I temi cruciali relativi all’implementazione delle politiche del Green Deal Europeo in alcuni settori

a cura di Benedetta Tamelli

 

Durante la Sessione Europea di quest’anno la III° Commissione, che si occupa di territorio, ambiente e mobilità, ha affrontato quattro nodi cruciali relativi all’implementazione delle politiche del Green Deal Europeo in diversi settori.

RIDUZIONE DEI RIFIUTI

I principi cardine su cui si fonda la politica di gestione dei rifiuti dell’Unione europea sono due, il primo definito “chi inquina paga” prevede che i costi della gestione dei rifiuti siano sostenuti dal produttore iniziale, mentre il secondo relativo alla “Responsabilità estesa del produttore” prevede che sia il produttore a farsi carico della responsabilità finanziaria e/o organizzativa della fase di scarto di un prodotto.

Tutta la gestione dei rifiuti si basa sull’approccio “riduci-riutilizza-ricicla", il cui obiettivo principale è prevenire la produzione dei rifiuti e promuovere il riciclo dei rifiuti prodotti.

Tra le nuove proposte, ve ne sono alcune interessanti, ad esempio, quella sul packaging dei rifiuti per cui le varie tipologie di imballaggi dovranno avere loghi unificati in tutta l’Unione Europea, così da permettere una semplificazione dello smaltimento, oppure quella relativa all’inserimento di un obbligo per cui alcuni imballaggi, come ad esempio le etichette alimentari su frutta e verdura e le capsule di caffè, potranno essere immessi nel mercato solo se biodegradabili.  Inoltre, è previsto anche l’inserimento di categorie di livello della performance del packaging, in analogia a quelle già in essere per l’efficienza energetica (sugli elettrodomestici ad esempio).

Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, nel  Piano Regionale per la gestione dei rifiuti 2022-2027  sono evidenziate performance molto positive del territorio, tra cui tassi molto alti di raccolta differenziata raggiunti in anticipo rispetto agli obblighi europei. A questo proposito, l’Emilia-Romagna, al fine di contrastare il fenomeno della cosiddetta fast-fashion, ha anticipato al 1° gennaio 2022 l’obbligo di differenziare i rifiuti tessili del mondo della moda. Ad oggi sono solo 63, su un totale di 330, i comuni in cui non c’è ancora la raccolta differenziata dei rifiuti tessili e sarà proprio a Carpi, città famosa per il distretto manifatturiero dell’abbigliamento, che verrà finanziato coi fondi del PNRR un impianto di recupero dei rifiuti tessili.

Un’altra tematica molto attuale è quella dei rifiuti alimentari e, anche in questo ambito, il piano regionale ha accolto l’obiettivo europeo di riduzione del 50% al 2030. Un dato rilevante che deve farci riflettere è quello relativo allo spreco alimentare, noto come food waste: risulta infatti che il 13% dei rifiuti biodegradabili da cucina e mense in Emilia-Romagna è composto da prodotti ancora potenzialmente idonei al consumo.

SUOLI SANI

Il suolo rappresenta ad oggi l’unico comparto ambientale nel quale è ancora assente una legislazione europea. Per questo la Commissione sta elaborando una proposta legislativa che lo tuteli. La volontà dell’Unione europea è quella di dare al suolo lo stesso livello di protezione di cui godono gli altri elementi della biodiversità come l’acqua, l’atmosfera e l’ambiente marino. Il suolo è un organismo vivente ed è fondamentale tutelarlo per il benessere collettivo.

In Regione si è dato risalto al tema del consumo di suolo. La legge regionale al riguardo si allinea con la volontà europea, che fissa al 2050 il raggiungimento dell’obiettivo del consumo di suolo a saldo zero. In Emilia-Romagnagrazie alla nuova legge urbanistica si è fissato un limite stringente, pari all’utilizzo massimo del 3% del territorio urbanizzato per ogni comune, relativo al periodo 2018-2050.

È emerso poi un secondo tema molto rilevante: quello relativo alla bonifica delle aree inquinate. In Emilia-Romagna è stato adottato un piano apposito per gli anni 2022-2027, dove centrali non sono solo la prevenzione dell’inquinamento del suolo ma anche il risanamento e la bonifica dei suoli dismessi o compromessi.

TRASPORTO ECOLOGICO E SOSTENIBILE

Come per i precedenti obiettivi anche in tema di trasporti il framework di riferimento è quello del Green Deal Europeo. Fra gli obiettivi principali che l’UE si è data è opportuno ricordare il pacchetto pacchetto Fit for 55% che mira a mettere insieme più proposte con l’intento di ridurre le emissioni del gas a effetto serra dell’UE almeno del 55% entro il 2030. Le  principali proposte europee relative al trasporto ecologico riguardano alcuni punti chiave tra cui l'aumneto della quota del traffico ferroviario, sia per i passeggeri che per le merci, prevedendo, per quest’ultime, anche l’uso delle vie navigabili interne oltre al trasporto marittimo.

In Regione si è lavorato molto sull’implementazione sia del trasporto merci su ferro, grazie ad esempio al quadruplicamento del Corridoio Adriatico fra Bologna e Bari-Lecce e l’intervento su Ferrara che ha reso più efficace il traffico dal porto di Ravenna in direzione Brennero, ma anche sull’implementazione rilevante dei mezzi a basse o zero emissioni. Un esempio concreto è rappresentato dalle linee ferroviarie che in regione sono ormai completamente elettrificate.

In Emilia-Romagna inoltre ha sede il network Cluster intermodale ERIC (Emilia-Romagna Intermodale Cluster) il cui obiettivo è proprio quello di coordinare al meglio il sistema intermodale per renderlo sempre più attrattivo. La Regione difatti è attraversata da ben tre corridoi della rete TENT-T (rete transeuropea dei trasporti), un dato importante per comprendere il ruolo centrale della Regione nel flusso dei trasporti commerciali.

Nell’ambito dei trasporti sostenibili  si richiama inoltre il Patto per il Trasporto Pubblico Regionale e Locale e per la Mobilità Sostenibile in Emilia-Romagna per il triennio 2021-2023 la cui azione più rilevante risulta essere quella del rinnovo dei mezzi di trasporto pubblico entro il 2030, investendo su autobus a minor impatto ambientale grazie a fondi proveniente da diversi enti di finanziamento, tra i quali i fondi del PNRR.

L’Emilia-Romagna va dunque nella direzione di un’Europa green e, durante la Sessione europea, è emersa fortemente la volontà di spingere sempre di più verso una transizione ecologica e, quello che si spera, è che questa possa essere il più possibile realizzata vista l’urgenza della crisi climatica in atto.