European Youth Event 2018 - Elezioni europee 2019: contate su di me, ci sarò!

Sabato (Giorno 2) – 13.00 – 14.30

European elections 2019: Count on me, I’ll be there!

Link al webstream per il dibattito: http://www.europarl.europa.eu/ep-live/en/other-events/video?event=20180602-1300-SPECIAL-24

 

RELATORI

  • Kristen Aigro, Estonia, European Youth Forum
  • Kenny Imafidon, UK, Direttore Generale, ClearView Research
  • Elmar Stracke, Germania, dottoranda, Polis 180
  • Diana zur Löwen, Germania, Studentessa e influencer Social Media

 

Modera: Jaume Duch, Direttore General Comunicazione e portavoce, Parlamento Europeo

 

Le prossime elezioni europee si terranno dal 23 maggio al 26 maggio 2019, perché alcune nazioni votano giovedì mentre altre domenica. Il moderatore ricorda ai giovani presenti l’importanza di partecipare al voto per eleggere gli eurodeputati, che prendono decisioni che nel futuro avranno effetto sulle nostre vite. In più, anche per questa tornata elettorale, il gruppo parlamentare che risulterà eleggere il maggior numero di deputati esprimerà il Presidente della Commissione. È ovviamente anche un voto importante politicamente, in un contesto di brexit e di tendenze sovraniste dei paesi membri.

C’è però una difficoltà di base: il numero di giovani che partecipano alle elezioni europee è davvero basso. In occasione delle elezioni europee del 2014, solo il 27.5% dei giovani si sono recati alle urne, percentuale inferiore di quindici punti della già bassa affluenza complessiva (del 42% degli aventi diritto).

I relatori di questa sessione, quindi, sono giovani a loro volta coinvolti in progetti di incoraggiamento al voto.

Inizia Kristen Aigro, del Forum estone dei giovani. È specializzata in partecipazione giovanile in quanto leader della League of Young voters in Estonia e interviene sulla sua esperienza durante le ultime elezioni europee nel suo paese, sui risultati e su quali sono le lezioni utili per l’anno prossimo. La League of Young voters in Estonia è stata coordinata a livello europeo dallo European Youth Forum, ma a livello nazionale i vari forum dei giovani hanno fatto rientrare tutte le campagne sotto lo stesso ombrello, con il risultato di una campagna pan-europea. Se uno degli obbiettivi era chiaramente mobilitare i giovani aventi diritto di voto, era altresì importante anche incoraggiare i candidati a esprimersi maggiormente sulle questioni giovanili. Lo stesso European Youth Event nella sua prima edizione (2014) era incluso fra gli eventi della campagna, come primo vero evento politico della gioventù europea: il tema predominante erano ovviamente proprio le elezioni, che si sarebbero svolte di lì a poche settimane. Per la prima volta si è anche organizzato un dibattito televisivo tra i candidati alla presidenza della Commissione, iniziativa che lo European Youth Forum intende replicare anche nel 2019: questo modo diretto di assistere a un confronto tra candidati rende più chiaro per chi si andrà a votare e rende il processo elettorale molto più trasparente per i votanti.

A Kenny Imafidon, direttore esecutivo di ClearView Research, il moderatore chiede perché i giovani britannici non si sono mobilitati per votare al referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione Europea ma per le successive elezioni nazionali sì.

Per il referendum si è organizzata la campagna “Buy the Ballot”, a cui hanno lavorato ONG, aziende e grandi marche europee con lo scopo di invitare i giovani a votare. Si richiedeva di coinvolgere colleghi, famiglia e amici incoraggiandoli a registrarsi per votare. Attraverso l’analisi del risultato del referendum, si possono dedurre alcune lezioni:

-          I pochi mesi di campagna elettorale sono stati viziati da una grande mancanza di informazione: tante persone hanno scoperto l’UE proprio in questo momento, mentre prima era un ambito che non conoscevano minimamente.

-          Le prese di posizione da parte di celebrità non sono sufficienti durante una campagna.

-          La tattica allarmistica dello “Scaremongering”, tramite cui si è cercato di persuadere il pubblico a votare remain per scampare a potenziali conseguenze catastrofiche di un voto contrario, ha impedito una vera discussione sull’UE, sui suoi obbiettivi, sul suo perché, su cosa funziona e cosa no.

-          Bisogna saper trasmettere un messaggio complessivo più forte delle fake news che si manifestano sui social media. 

Per evitare che un esito simile accada in altri paesi, Imafidon ritiene fondamentale l’educazione all’importanza della partecipazione civica fin dall’infanzia. C’è una relazione diretta tra luoghi in cui l’educazione civica viene insegnata a scuola e la partecipazione giovanile. Inoltre, l’impronta del ragionamento dev’essere quella di portare il dibattito alle persone, anziché aspettarsi che siano loro ad arrivare verso una comprensione dell’Unione europea.

Il moderatore presenta Elmar Stracke, dottorando che collabora con Polis180 e che ha lavorato, durante l’ultima elezione tedesca, alla campagna Demokratie braucht dich(la democrazia ha bisogno di te). Polis 180 é un think-tank di base che si occupa di politica estera e europea. Nell’ultima elezione federale in Germania la campagna ha raggiunto in tre mesi 180.000 persone nei social media e hanno mobilitato 25.000 persone.

L’iniziativa partiva dalla considerazione che, alle elezioni europee, alcune regioni tedesche mostravano affluenze giovanili dal 20% al 27%, mentre altre solo il 13-14%. Avevano 3 obbiettivi:

-          Arrivare concretamente ai giovani

-          Rafforzare l’impegno politico

-          Occuparsi di questioni care ai giovani

Hanno inviato comunicazioni e immagini alle persone su Instagram e altri canali, inclusa una mailing list. Avevano una checklist di aree che ritenevano importanti. Hanno inoltre esaminato le posizioni su vari temi di tutti i candidati nelle diverse regioni e hanno assemblato una sorta di sistema di “misurazione” delle elezioni. Hanno poi organizzato discussioni in varie città, incluso un piccolo dibattito fra candidati cancellieri, e hanno portato i movimenti giovanili ad esprimersi sulle loro questioni. Polis180 non sa con certezza quanto la campagna abbia impattato sulla partecipazione al voto, ma sicuramente la considerano un terreno di prova per le prossime elezioni europee.

La parola passa infine a Diana Zur Löwen, invitata come potente influencer sui social media (conta oltre 630.000 followers su instagram). Come ospite non coinvolto in questioni politiche, il moderatore le chiede consigli per arrivare a quei cittadini giovani che non sono di per sé interessati alla politica ma che possono votare. L’ospite risponde che le elezioni federali in Germania e le scorse europee sono state oggetto dei suoi podcast, tramite cui ha scoperto che tanti suoi follower non erano nemmeno al corrente che nel 2019 sarebbero dovuti andare a votare. Imputa questo distacco a varie ragioni: ad esempio, molti giovani non pensano più che i politici lavorino davvero per cambiare qualcosa o per rappresentare valori cari ai giovani. Il sistema politico in Germania ai loro occhi ha smesso di evolversi, in un mondo che richiede agilità.

Suggerisce di non scegliere la posizione passiva di aspettarsi che i politici cambino, prima o poi. Tutti i giovani hanno smartphone con cui possono scattare una foto e arrivare ai propri follower, anche se pochi. Questo potrebbe diventare un mezzo per rendere più interessante la politica tramite argomenti di nostro interesse con cui interessare la gente. Provare a mobilitare la propria community infrange la “bolla” in cui i social media bloccano le persone tramite algoritmi che mostrano solo argomenti di loro interesse: lei stessa, ad esempio, spiega che se seguisse solo fashion bloggers e se non fosse stata invitata, non avrebbe neanche sentito nominare lo European Youth Event. Lei fa molta beneficenza e la condivide con i suoi follower. È inoltre parte dell’organizzazionre “Startup teams” che incoraggia gli adolescenti a far partire un’impresa: tramite questa, ha ospitato un evento per incoraggiare le ragazze a diventare più coraggiose nell’imprenditoria, con le testimonianze di alcune imprenditrici. Dobbiamo cercare di diventare noi stessi per primi dei “role-models”.

 

Riccardo Cucconi

Vincitore del Premio di Laurea “L’Europa che sarà” dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna