Verso le elezioni europee: la Commissione tutela il diritto di candidatura e di voto

Con due iniziative differenti, la Commissione europea si è mossa a tutela di un obiettivo fondamentale: rendere compatibile la libertà di movimento all'interno dell'Unione europea con la partecipazione del cittadino alla vita democratica.

Secondo le nuove regole europee in vigore in tutti gli Stati membri, sarà più facile per i cittadini dell'Unione, che vivono in un altro Paese, candidarsi alle elezioni parlamentari europee 2014.

La direttiva, approvata alla fine del 2012, semplifica la procedura di candidatura per i cittadini residenti in Stati diversi da quello d'origine e rientra in una serie di misure volte a promuovere le elezioni Ue che avranno luogo tra il 22 e il 25 maggio 2014.

Secondo le ultime informazioni, solo 14 Paesi (Croazia, Cipro, Germania, Estonia, Finlandia, Ungheria, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Slovenia, Svezia e Regno Unito) hanno recepito la direttiva in tempo.

Con la nuova normativa, la Commissione affronta il problema del costante calo dell'affluenza alle urne per le elezioni europee e la necessità di favorire il coinvolgimento attivo di tutti i cittadini.

In passato, coloro che desideravano candidarsi in altri Stati Ue erano obbligati a tornare nel proprio Paese di provenienza e ottenere un certificato che attestasse l'eleggibilità. Mentre ai cittadini residenti nel proprio Paese d'origine era richiesta solamente una dichiarazione ed il controllo spettava ad un'autorità competente. Ora, anche i cittadini residenti in Paesi membri diversi da quello d'origine potranno candidarsi alle stesse condizioni dei cittadini originari di quella Nazione.

Oltre alla tutela del diritto alla libera candidatura nelle elezioni europee in tutti i Paesi membri, la Commissione si è espressa anche in difesa del diritto di voto alle elezioni nazionali per i cittadini che risiedono all'estero.

Attualmente 5 Stati membri (Danimarca, Irlanda, Cipro, Malta e Regno Unito) applicano restrizioni al diritto di voto, in contrasto con il principio fondamentale della cittadinanza dell'Unione e con la libera circolazione delle persone.

I cittadini ciprioti perdono il diritto di voto se non hanno risieduto a Cipro nei sei mesi precedenti un'elezione e i cittadini britannici devono aver risieduto nel Regno Unito nei quindici anni precedenti per mantenere il diritto di voto.

La Commissione ha pubblicato degli orientamenti, invitando tutti gli Stati a permettere ai propri cittadini di mantenere il diritto di voto alle elezioni nazionali, se continuano a dimostrare interesse per la vita politica del proprio Paese, per esempio chiedendo di rimanere iscritti alle liste elettorali. Gli Stati membri devono anche assicurarsi che i cittadini residenti in un altro Stato membro possano votare in forma elettronica e che siano informati in tempo circa le modalità pratiche per esprimere il proprio voto.

Le elezioni nazionali sono una materia di competenza dei singoli Stati membri, ma la Commissione europea ha comunque ritenuto importante sollecitare i Paesi ad abbattere le barriere, che continuano a persistere, alla piena libertà di movimento delle persone e alla parità di trattamento, al fine anche di promuovere la partecipazione dei cittadini alla vita democratica in qualsiasi Paese Ue.

 

 

Commissione europea ufficio di Milano

Francesco Laera, Alice Spelta, Lucia Seletti