Quanta IVA si perde nell'Unione europea? Lo rivela uno studio della Commissione europea

Quanta IVA si perde nell'Unione europea? Lo rivela uno studio della Commissione europea

Secondo uno studio sul divario dell'IVA pubblicato oggi dalla Commissione, nel 2012 si sono persi circa 177 miliardi di gettito IVA a causa di violazioni delle norme e di mancate riscossioni, un importo equivalente al 16% delle entrate IVA di 26 Stati membri previste per lo stesso anno1. Lo studio presenta dati dettagliati sulla differenza tra l’importo dell’IVA dovuto e l’importo effettivamente riscosso in 26 Stati membri nel 2012 insieme agli importi aggiornati per il periodo 2009-11 a seguito di un miglioramento della metodologia utilizzata. Oltre ad analizzare l'impatto che il clima economico e le decisioni politiche hanno sulle entrate IVA, lo studio passa in rassegna anche le principali tendenze del divario dell’IVA.

Algirdas Šemeta, Commissario responsabile per la Fiscalità, ha dichiarato: "Il divario dell'IVA è in sostanza un indicatore di quanto siano efficaci o inefficaci le misure di applicazione ed esecuzione dell'IVA all'interno dell'Unione europea. I dati pubblicati oggi indicano che occorre fare molto di più. Gli Stati membri non possono permettersi perdite di entrate di questa portata e devono rafforzare la propria azione adottando misure decisive per recuperare il denaro pubblico. La Commissione, da parte sua, continua a sostenere una riforma fondamentale del sistema dell’IVA al fine di renderlo più robusto, più efficace e meno soggetto a frodi."

Il divario dell’IVA rappresenta la differenza tra le entrate IVA previste e l’IVA effettivamente riscossa dalle autorità nazionali. Il non rispetto delle norme è sicuramente all'origine di gran parte di questo divario, che tuttavia non è riconducibile alle sole frodi. Il mancato pagamento dell'IVA dipende anche da altri fattori, tra cui fallimenti e insolvenze, errori statistici, pagamenti in ritardo ed elusione.

Nel 2012 i divari dell’IVA più modesti si sono registrati nei Paesi Bassi (5% del gettito atteso), in Finlandia (5%) e Lussemburgo (6%) e quelli più importanti in Romania (44% delle entrate IVA previste), Slovacchia (39%) e Lituania (36%). Tra il 2011 e il 2012 in undici Stati membri si è osservata una riduzione e in quindici un aumento del divario dell’IVA. La Grecia è il paese che ha registrato il miglioramento più significativo tra il 2011 (9,1 miliardi di euro) e il 2012 (6,6 miliardi di euro), anche se rimane uno degli Stati membri con il più alto divario dell’IVA (33%).

Contesto
Lo studio sul divario dell’IVA è stato finanziato dalla Commissione nell’ambito delle sue attività volte a riformare il sistema dell’IVA in Europa e a lottare contro la frode e l’evasione fiscale. Per affrontare il problema del divario dell’IVA occorre agire su più livelli.

Innanzitutto, occorre adottare un atteggiamento più duro nei confronti dell’evasione e garantire un'esecuzione più rigorosa delle leggi a livello nazionale. La riforma dell’IVA, varata nel dicembre 2011, ha già fornito importanti strumenti atti a garantire una migliore protezione contro le frodi in materia di IVA (vedi IP/11/1508). Il meccanismo di reazione rapida, adottato nel giugno 2013, consente per esempio agli Stati membri di reagire molto più rapidamente e in modo efficace di fronte a casi di frode IVA che si manifestano all'improvviso e su vasta scala (vedi IP/12/868).

In secondo luogo, più semplice è il sistema, più facile sarà per i contribuenti rispettare le norme. La Commissione insiste per rendere il sistema IVA più semplice per le imprese in tutta Europa. Le nuove misure destinate ad agevolare la fatturazione elettronica e le disposizioni speciali per le piccole imprese entrate in vigore nel 2013 (vedi IP/12/1377) e il progetto di una dichiarazione IVA standard (vedi IP/13/988) sono per esempio cambiamenti che ridurranno in modo significativo gli oneri amministrativi per le imprese che operano a livello transfrontaliero. Dal 1º gennaio 2015 entrerà inoltre in vigore uno sportello unico per i servizi elettronici e le società di telecomunicazioni. Ciò favorirà un maggior rispetto delle norme, semplificando le procedure dell’IVA per tali imprese e consentendo loro di presentare un’unica dichiarazione IVA per tutte le loro attività nell’UE (vedi IP/12/17).

In terzo luogo, gli Stati membri devono modernizzare le amministrazioni nazionali dell’IVA al fine di ridurre il divario dell’IVA. Possibili misure atte a migliorare le procedure sono ad esempio illustrate nella relazione sulle procedure di riscossione e di controllo dell’IVA negli Stati membri, nel quadro delle risorse proprie dell’UE, pubblicata nel febbraio 2014 (vedi EXME 14/12.02).

Infine, occorre che gli Stati membri riformino i loro sistemi fiscali nazionali in modo da agevolare il rispetto delle norme, scoraggiare l’evasione e l’elusione e migliorare l’efficienza della riscossione delle imposte. La Commissione ha fornito chiari orientamenti in proposito nelle raccomandazioni specifiche per paese.

Link utili
La relazione è integralmente consultabile in inglese, francese e tedesco sul sito http://ec.europa.eu/taxation_customs/common/publications/studies/index_en.htm

La Tabella con i dati dello studio

Per maggiori informazioni, vedi MEMO/14/602

Sito web del Commissiario Šemeta:

http://ec.europa.eu/commission_2010-2014/semeta/index_en.htm

Il Commissario Šemeta su Twitter: @ASemetaEU

Dal sito Newsroom della Commissione europea