Mense scolastiche, uno studio Ue monitora le regole nazionali anti-obesità

Distribuzione delle politiche alimentari obbligatorie (arancione)e volontarie (blu) nell'UE28 + Norvegia e SvizzeraI Paesi europei ritengono che la ristorazione scolastica sia importante per il miglioramento dello stato di salute, lo sviluppo e i risultati scolastici dei bambini. Questo è il quadro che emerge dal primo monitoraggio delle politiche nazionali di ristorazione scolastica condotto dal Centro comune di ricerca (CCR), servizio scientifico interno della Commissione europea.

Il monitoraggio rientra nelle politiche Ue per la riduzione dell’obesità infantile e dimostra che tutti i Paesi europei, hanno emanato delle linee guida sulle mense scolastiche. Anche se con differenze tra Paese e Paese, le misure nazionali per promuovere un’alimentazione sana nelle scuole prevedono norme sui menù o le quantità, e alcuni divieti assoluti, come quello relativo alla commercializzazione di bevande zuccherate e all'installazione dei distributori automatici. Lo studio analizza anche le direttive nazionali più recenti in materia ed esamina le norme e gli orientamenti sui prodotti alimentari disponibili nelle scuole primarie e secondarie.

Gli obiettivi comuni condivisi dalla maggioranza dei Paesi Ue restano il miglioramento dell’alimentazione dei bambini, l’insegnamento di una dieta e di abitudini di vita sani, e la riduzione o la prevenzione dell’obesità infantile. Il progetto relativo alla mappatura delle politiche di ristorazione scolastica è stato realizzato con il contributo del gruppo Ue di alto livello sull’alimentazione e l’attività fisica. Il progetto di monitoraggio fa parte della strategia europea in materia di alimentazione, sovrappeso e obesità, oltre che grazie al piano d’azione dell’Ue sull’obesità infantile 2014-2020.

Ecco alcuni dati salienti tratti dalla relazione:

  • più del 90% delle politiche esaminate contengono norme sugli alimenti intese ad assicurare menù equilibrati. Seguono poi gli orientamenti sulla grandezza delle porzioni (76%) e sugli standard nutrizionali dei pasti (65%);
  • molto comuni sono le restrizioni o le raccomandazioni relative alla disponibilità di bevande (65-82%), che nella maggioranza dei casi sono a favore della messa a disposizione (gratuita) di acqua potabile e vietano specificamente bevande analcoliche (zuccherate);
  • il miglioramento dell’alimentazione dei bambini, l’insegnamento di una dieta e di abitudini di vita sani nonché la riduzione o la prevenzione dell’obesità infantile sono i principali obiettivi generali condivisi dalla maggior parte dei paesi;
  • i dolci e gli snack salati sono vietati dalla maggior parte delle politiche, che oscillano dal permesso occasionale al divieto assoluto;
  • il 59% delle politiche raccomanda o impone di misurare i risultati della politica in materia di ristorazione scolastica. I risultati di cui è richiesta più comunemente la misurazione riguardano l'offerta di prodotti alimentari nelle scuole e la percentuale di bambini che mangia a scuola;
  • le calorie e i grassi sono i parametri più comuni inclusi negli standard energetici e nutrizionali del pranzo (utilizzati rispettivamente nel 65% e nel 56% delle politiche);
  • i prodotti offerti dai distributori automatici sono soggetti a restrizioni in circa la metà dei paesi presi in esame. Le misure vanno dalla raccomandazione dell'offerta di prodotti più sani, al divieto dei cibi non salutari, al divieto assoluto di installare distributori automatici negli edifici scolastici;
  • pratica comune è anche la limitazione alla commercializzazione di prodotti alimentari non salutari.

La cartografia delle politiche di ristorazione scolastica è stata realizzata con l’ausilio del gruppo UE di alto livello sull’alimentazione e l’attività fisica a sostegno della strategia UE 2007 in materia di alimentazione, sovrappeso e obesità, nonché del piano d’azione dell’UE sull’obesità infantile 2014-2020.