Diritti fondamentali: cresce l'importanza della Carta dell'Unione europea a beneficio dei cittadini

Diritti fondamentali: cresce l'importanza della Carta dell'Unione europea a beneficio dei cittadini

La 4a relazione sull'applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, pubblicata oggi dalla Commissione europea, dimostra che questo documento sta assumendo sempre maggiore importanza e rilievo: sempre più spesso la Corte di giustizia dell'UE applica la Carta nella proprie decisioni e i giudici nazionali sono sempre più consapevoli del suo impatto e chiedono orientamenti alla Corte europea di giustizia. La Commissione europea ha inoltre cercato di far valere sempre di più questo atto prendendo iniziative per promuovere e difendere i diritti dei cittadini ivi sanciti. Dal 2010 la Commissione europea ha introdotto una check-list dei diritti fondamentali e vaglia attentamente tutte le proposte legislativa per garantire che siano "a prova di diritti fondamentali". La relazione annuale sull'applicazione della Carta ripercorre i progressi compiuti e individua sfide e problemi. Ne emerge chiaramente che la Commissione europea pone i diritti fondamentali al centro di tutte le politiche dell'UE.

"Quasi quattro anni dopo che la Commissione europea ha presentato la sua strategia sull'attuazione della Carta, siamo riusciti a rafforzare nelle istituzioni dell'UE una vera e propria cultura dei diritti fondamentali. Tutti i Commissari giurano sulla Carta dei diritti fondamentali, ogni proposta legislativa europea viene controllata per garantirne la conformità alle disposizioni della Carta e gli organi giurisdizionali europei e nazionali hanno progressivamente reso questo documento un punto di riferimento delle loro decisioni", ha dichiarato la Vice-presidente Viviane Reding, Commissaria UE per la Giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza. “Sono lieta di constatare che la Carta dei diritti fondamentali è ora uno strumento vivo che funge sempre più da vera e propria rete di sicurezza e da guida per le istituzioni europee, per gli Stati membri e gli organi giurisdizionali. Posso immaginare che un giorno i cittadini degli Stati membri saranno in grado di appellarsi direttamente alla Carta, senza la necessità di un chiaro legame col diritto europeo.La Carta dovrebbe essere la "Dichiarazione dei diritti" propria dell'Europa."

L'odierna relazione fornisce una panoramica completa della riuscita attuazione dei diritti fondamentali nell'UE lo scorso anno. La relazione mette in evidenza, ad esempio, gli orientamenti dati dalla Corte di giustizia ai giudici nazionali sull'applicabilità della Carta nell'attuazione del diritto dell'UE a livello nazionale (si veda la sentenza Åkerberg/Franssondel 2013, di grande risonanza) e sottolinea come i diritti sanciti dalla Carta siano presi in attenta considerazione dalle istituzioni dell'UE nel proporre e adottare atti legislativi, mentre gli Stati membri sono vincolati dalla Carta solo quando attuano politiche e norme europee a livello nazionale. La relazione fornisce infine esempi del ruolo svolto dai diritti fondamentali sanciti dalla Carta in alcuni procedimenti di infrazione avviati dalla Commissione nei confronti di Stati membri.

Dalla relazione emerge inoltre il grande interesse dei cittadini per le questioni legate ai diritti fondamentali: nel 2013 le domande più frequentemente poste nella corrispondenza del pubblico con i centri di informazione Europe Direct riguardavano la libera circolazione e il soggiorno (48% del numero totale di richieste di informazione), i diritti dei consumatori (12%), la cooperazione giudiziaria (11%), la cittadinanza (10%), i diritti sociali e la lotta contro la discriminazione (5%) e la protezione dei dati (4%) (vedi allegato 1).

Due modi di rendere la Carta una realtà

1. L'azione della Commissione per promuovere la Carta

Laddove l'UE ha competenza ad agire, la Commissione può proporre atti legislativi dell'Unione che difendano i diritti e i principi della Carta.

Alcuni esempi delle proposte della Commissione del 2013:

  • cinque misure giuridiche per rafforzare le garanzie per i cittadini dell'UE nei procedimenti penali (IP/13/1157, MEMO/13/1046), fra cui misure per assicurare il rispetto della presunzione d'innocenza per tutti i cittadini sospettati o accusati dalla polizia e dalle autorità giudiziarie; il diritto di essere presenti al processo; particolari garanzie ai minori che affrontano procedimenti penali; l'ammissione al patrocinio provvisorio a spese dello Stato nelle fasi iniziali dei procedimenti, in particolare per le persone oggetto di un mandato d'arresto europeo.

    Vi era la necessità di controbilanciare le misure di diritto penale già vigenti (come il mandato d'arresto europeo) con strumenti giuridici che conferiscano forti diritti di difesa ai cittadini conformemente alla Carta. Per rafforzare la fiducia reciproca nello spazio europeo di giustizia sono fondamentali norme solide, a livello europeo, sui diritti procedurali e sui
    diritti delle vittime. A tale riguardo costituisce un'ulteriore pietra miliare l'adozione, nel 2013, di una direttiva sul diritto di accesso a un difensore (IP/13/921);
  • l'integrazione dei Rom è un altro settore in cui l'UE continua a rafforzare la tutela della parità dei diritti e a promuovere l'adozione di misure positive. La Commissione ha esaminato i progressi delle strategie nazionali di integrazione dei Rom e ha delineato i primi risultati ottenuti nei 28 paesi dell'UE (IP/14/371). Tutti gli Stati membri, inoltre, si sono impegnati a migliorare l'integrazione economicae sociale delle comunità Rom, attraverso l'adozione unanime di una raccomandazione del Consiglio proposta dalla Commissione nel giugno 2013 (IP/13/1226,IP/13/607).

 

Alcuni esempi di misure d'esecuzione (infrazioni) nel 2013:

  • a seguito di un'azione legale, la Commissione ha garantito che in Austria l'autorità per la protezione dei dati non faccia più parte della Cancelleria federale ma abbia il proprio bilancio e il proprio personale e sia quindi indipendente. Nel marzo 2013 l'Ungheria ha adottato misure per conformarsi alla sentenza della Corte di giustizia sul prepensionamento forzato di 274 giudici (MEMO/12/832).

2. Organi giurisdizionali che si sono richiamati alla Carta dei diritti fondamentali

Gli organi giurisdizionali dell'Unione europea fanno sempre più spesso riferimento alla Carta dei diritti fondamentali nelle loro decisioni e ne hanno ulteriormente chiarito l'applicabilità. Il numero di decisioni di tali organi giurisdizionali (Corte di giustizia, Tribunale e Tribunale della funzione pubblica) nella cui motivazione viene citata la Carta è passato da 43 nel 2011 a 87 nel 2012. Nel 2013 il numero di decisioni contenenti citazioni della Carta era 114, ossia quasi il triplo rispetto al 2011 (vedi allegato 2).

Analogamente, anche gli organi giurisdizionali nazionali si sono richiamati sempre di più alla Carta nel rivolgere alla Corte di giustizia domande di pronuncia pregiudiziale:nel 2012, tali riferimenti sono aumentati del 65% rispetto al 2011, passando cioè da 27 a 41.Nel 2013 il numero di rinvii è rimasto a 41, come nel 2012.

Il ricorso sempre più frequente alla Carta è un importante passo avanti verso la costruzione di un sistema più coerente di protezione dei diritti fondamentali, che garantisca lo stesso livello di diritti e protezione in tutti gli Stati membri nei casi in cui deve essere applicato il diritto dell'UE.

Aumentando i riferimenti pubblici alla Carta si è aumentata la consapevolezza verso questo documento:nel 2013 la Commissione ha ricevuto quasi 4 000 lettere di cittadini relative a questioni legate ai diritti fondamentali. Di queste, solo il 31% riguardava situazioni completamente al di fuori della competenza dell'UE (contro il 69% nel 2010 e il 42% nel 2012). Questo mostra che l'impegno della Commissione per aumentare la consapevolezza sul come e quando applicare la Carta viene ricompensato.La Commissione ha anche ricevuto più di 900 interrogazioni dal Parlamento europeo e circa 120 petizioni.

La relazione sottolinea infine i passi avanti compiuti per quanto riguarda l'adesione dell'UE alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU). Nell'aprile 2013 è stato finalizzato il progetto di accordo sull'adesione dell'UE alla CEDU, tappa fondamentale in tale processo. Come passo successivo, la Commissione ha chiesto alla Corte di formulare il proprio parere sul progetto di accordo.

La relazione pubblicata oggi è accompagnata da una relazione sui progressi realizzati nell'attuazione della Strategia europea per la parità tra donne e uomini nel 2013 (vedi IP/14/423).

Contesto

Con l'entrata in vigore del trattato di Lisbona il 1° dicembre 2009, la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europeaè diventata giuridicamente vincolante. La Carta sancisce diritti fondamentali – come la libertà d'espressione e la protezione dei dati di carattere personale – che rispecchiano i valori comuni dell'Europa e il suo retaggio costituzionale.

Nell'ottobre 2010 la Commissione ha adottato una strategia per garantire un'effettiva attuazione della Carta e ha elaborato una check-list dei diritti fondamentali (allegato 3) per rafforzare la valutazione dell'impatto delle sue proposte legislative su tali diritti. Si è anche impegnata a fornire ai cittadini informazioni sulle sue facoltà di intervento nelle questioni legate ai diritti fondamentali e a pubblicare una relazione annuale sull'applicazione della Carta a guisa di controllo sui progressi compiuti.

La Commissione sta lavorando con le autorità competenti a livello nazionale, regionale e locale, così come a livello UE, per garantire ai cittadini una migliore informazione sui loro diritti fondamentali e sugli organi a cui rivolgersi in caso di presunta violazione. Informazioni pratiche sull'esercizio dei propri diritti sono fornite dal Portale europeo della giustizia elettronica; è stato inoltre instaurato un dialogo con i difensori civici, gli organismi per le pari opportunità e le istituzioni di difesa dei diritti dell'uomo sul trattamento delle denunce di violazione dei diritti fondamentali.

Destinatarie della Carta sono, in primo luogo, le istituzioni dell'UE. La Carta integra i sistemi nazionali e non li sostituisce. Gli Stati membri sono soggetti ai propri sistemi costituzionali e rispondono dei diritti fondamentali in essi contenuti. I passi concreti compiuti per l'attuazione della Carta hanno innescato un riflesso relativo ai diritti fondamentali che scatta ogniqualvolta la Commissione prepara nuove proposte legislative e politiche. Si tratta di un approccio fondamentale nell'arco di tutto il processo decisionale dell'UE, anche in fase di emendamenti del Parlamento europeo e del Consiglio – istanze nelle quali gli Stati membri sono rappresentati - alle proposte preparate dalla Commissione.

Per ulteriori informazioni

MEMO/14/284

Comunicati stampa: Relazioni sui diritti fondamentali e sulla parità di genere: http://ec.europa.eu/justice/newsroom/fundamental-rights/news/140414_en.htm

Commissione europea – Diritti fondamentali: http://ec.europa.eu/justice/fundamental-rights/index_en.htm

Allegati

Europa Newsroom