Economia sociale: un'economia generativa, equa e sostenibile

Cos’è l’economia sociale? Quale rilevanza ha nella nostra regione e per l’Unione europea?

a cura di Benedetta Tamelli

 

L’economia sociale non è un settore dell’economia ma rappresenta un diverso approccio allo sviluppo economico della nostra società. Uno sviluppo che non è basato solo sulla massimizzazione del profitto, ma piuttosto su valori che tendono alla coesione, all’integrazione e alla valorizzazione del capitale sociale.

Il ruolo dell’economia sociale oggi, in questo tempo attraversato da molteplici crisi che si intersecano fra loro, è molto rilevante grazie proprio alla sua capacità di grande innovazione. Da una parte, infatti, si tratta di un’economia finalizzata a rispondere a bisogni e aspirazioni sociali, fra cui la cura delle persone, delle comunità e dell’ambiente; dall’altra, è un’economia con forte radicamento territoriale, che nasce con lo scopo di rispondere alle esigenze della comunità locale e, per questo, priva di rischi di delocalizzazione e promotrice di processi democratici e partecipativi dei cittadini.

Da un punto di vista giuridico, fanno parte dell’economia sociale le cooperative, le società mutualistiche, le associazioni (comprese quelle di volontariato), alle quali recentemente si sono aggiunte le fondazioni e le imprese sociali.

La Città metropolitana di Bologna, con il supporto di AICCON, ha dato avvio a un innovativo percorso che ha l’obiettivo di dare vita al primo Piano locale strutturato di economia sociale in Italia con l’intento di supportarla e permetterne la crescita. Lo sviluppo di questo piano si muove su una duplice traiettoria: da una parte utilizza una metodologia bottom-up per coinvolgere dal basso gli attori dell’economia sociale e della PA, dall’altro una modalità top-down per ascoltare i rappresentanti dell’economia sociale, del mondo del lavoro e del profit.

Obiettivo del Piano è anche di ricucire le fratture territoriali fra centro e periferia rivalorizzando queste ultime con pratiche di riattivazione di economie di prossimità con una modalità ibrida, rimanendo in parte agganciati anche al mondo del profit.

Durante l’approfondimento sul tema in Sessione Europea, è intervenuto il presidente di AICCON, Paolo Venturi, che ha sottolineato un aspetto centrale: “L’economia sociale è la parte più avanzata di un’economia che si preoccupa non solo di generare valore, ma anche di redistribuirlo secondo logiche più eque”.

Al termine del suo intervento, Venturi ha poi aggiunto: “[…] l’economia sociale è un’economia che promuove il dono […] Questa è un’economia che non ha bisogno solo di promozione, ma necessita di intersezione, cioè va in qualche modo incrociata con le filiere dello sviluppo della nostra Regione, i famosi cluster. […]”.

Emerge con chiarezza come l’economia sociale non sia semplicemente una politica di welfare ma una vera e propria politica industriale. Infatti, essa rientra nei14 ecosistemi per la rinascita industriale europea in quanto cluster di economia sociale e di prossimità.

Risulta importante segnalare che il lavoro sociale è un settore dove la componente di genere si fa rilevante, perché la maggior parte di chi ci lavora è donna. Quindi, quanto più l’economia sociale sale alla ribalta, tanto più occorre porre attenzione alla qualità del lavoro sociale, in termini di retribuzione, sicurezza e riconoscimento, politiche di conciliazione vita-lavoro etc., per evitare le criticità associate al fenomeno dei cosiddetti "Pink-collar".

L'economia sociale è caratterizzata da una grande eterogeneità e da un potenziale crescente grazie ai quali è in grado di incidere in maniera positiva anche in settori diversi rispetto a quelli ove la sua azione è più consolidata. In questo senso vale la pena richiamare la funzione positiva dell’economia sociale relativamente al tema della transizione digitale. Un esempio è la possibilità da parte delle cooperative di piattaforma di porsi in alternativa ai modelli dominanti ma anche di svolgere una funzione mitigante degli effetti del digital divide nei confronti di chi maggiormente lo subisce, gli anziani ad esempio.

Per un migliore sviluppo del settore, è necessario lavorare sul miglioramento di due fattori: da una parte i dati, che devono essere sempre aggiornati e disponibili, dall’altra le competenze, poiché in questo settore si rileva come l’economia sociale sia portatrice di capacità rilevanti per quanto riguarda soprattutto la cura e l’educazione e questo tipo di preparazione va protetto, aggiornato e valorizzato.

Infine, si riportano le parole pronunciate, a conclusione del suo intervento in Sessione, dalla dott.ssa Daniela Freddi, responsabile del Piano per l’Economia Sociale della Città Metropolitana di Bologna, che ha affermato come sia fondamentale oggioccuparsi di economia sociale e come sia importante vedere quest’ultima nell’ottica di una vera e propria ‘politica industriale’. L’auspicio è quello di inserire l’economia socialenel più ampio ecosistema dell’innovazione regionale e nelle politiche industriali dove avrà la funzione dipotenziare il sistema economico, sia regionale che locale, nel suo complesso, favorendo quindi l’attraversamento delle grandi transizioni e crisi che caratterizzano il nostro tempo.