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Legislatura XI - Commissione I - Resoconto del 14/02/2024 pomeridiano

     

    Resoconto integrale n. 4

    Seduta del 14 febbraio 2024

     

    Il giorno 14 febbraio 2024 alle ore 14.00 è convocata, con nota prot. n. PG.2024.3241 del 08/02/2024, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali in udienza conoscitiva in modalità “mista”, cioè con la presenza in sede del Presidente e dei Vicepresidenti e dei seguenti membri per Gruppo assembleare: Costi, Marchetti F., Montalti, Pillati (PD), Gerace (IV), Amico (ERCEP), Bondavalli (BP), Catellani, Occhi, (Lega), Piccinini (M5S), Facci (Misto), nonché degli altri partecipanti in via telematica in applicazione dell’art. 124, comma 4 bis del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna e della delibera dell’Ufficio di Presidenza 26 maggio 2022, n. 26 (Disposizioni per lo svolgimento in modalità telematica o mista delle sedute delle Commissioni assembleari).

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Presidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    5

    presente

    BARGI Stefano

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    3

    presente

    SABATTINI Luca

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    12

    presente

    AMICO Federico Alessandro

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    2

    presente

    BONDAVALLI Stefania

    Componente

    Bonaccini Presidente

    1

    presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    assente

    CATELLANI Maura

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    COSTI Palma

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    3

    presente

    DALFIUME Mirella

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    EVANGELISTI Marta

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    assente

    FABBRI Marco

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    FACCI Michele

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    presente

    GERACE Pasquale

    Componente

    Italia Viva – Il Centro – Renew Europe

    3

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    MARCHETTI Daniele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    MONTALTI Lia

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    OCCHI Emiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    PELLONI Simone

    Componente

    RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

    2

    presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    PILLATI Marilena

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    TAGLIAFERRI Giancarlo

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    presente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    assente

     

    Sono presenti l’assessore al Bilancio, personale, patrimonio, riordino istituzionale Paolo CALVANO e la Presidente dell’Assemblea legislativa Emma PETITTI.

     

    Partecipano alla seduta: i parlamentari europei on. P. Ghidoni, E. Gualmini, A. Moretti e S. Pignedoli, M. Molinari (Responsabile Ufficio a Milano del Parlamento europeo), C. Colla (Capo Rappresentanza della Commissione europea a Milano)

     

    Presiede la seduta: Massimiliano POMPIGNOLI

    Assiste la segretaria: Vanessa Francescon

    Funzionario estensore: Claudio Longobardi


    UDIENZA CONOSCITIVA

    sulle iniziative di competenza regionale del Programma di lavoro 2023 della Commissione europea

     

    COMMISSIONE I

    mercoledì 14 febbraio 2024

     

    POMPIGNOLI. Buongiorno a tutti.

     

     

    Presidente Massimiliano POMPIGNOLI. Diamo inizio alla Sessione europea con l’udienza conoscitiva e con la presentazione del Programma di lavoro 2024 della Commissione europea. Diciamo che questa sessione europea si caratterizzerà per il fatto che siamo alla vigilia delle nuove elezioni europee, quindi il termine della consiliatura europea.

    Procediamo in questo modo, così diamo un po’ un elenco di quelli che sono gli interventi e il programma di lavoro. Partiremo con i saluti istituzionali. Vedo anche la presenza dell’assessore Calvano, con la presidente Emma Petitti, che ancora si deve collegare, e con la consigliera dell’Ufficio di Presidenza con delega agli affari europei, Lia Montalti. Poi interverranno le istituzioni europee. Sono già collegati Maurizio Molinari, che è il responsabile dell’Ufficio a Milano del Parlamento europeo, e Claudia Colla, che è il capo rappresentanza della Commissione europea a Milano. Poi ci saranno i confronti con gli stakeholder, Confindustria, AssoDanza, CISL Emilia-Romagna. Sono presenti peraltro in sala anche la UIL Emilia-Romagna, CNA-Confcooperative e Università di Ferrara con i propri rappresentanti, che se vorranno comunque intervenire lo potranno fare chiedendo la parola.

    Alla fine della discussione i parlamentari europei, con Paola Ghidoni, Elisabetta Gualmini, Alessandra Moretti e Sabrina Pignedoli, che mi ha chiesto un’anticipazione rispetto agli altri parlamentari, perché ha altri appuntamenti e quindi mi ha chiesto di intervenire prima degli altri parlamentari.

    Questo è il quadro della sessione odierna. Direi di iniziare. Vediamo se è collegata la presidente dell’Assemblea, Emma Petitti, per il benvenuto. Intanto, chiedo anche all’assessore Calvano e alla consigliera Lia Montalti di venire qui vicino a me.

    Presidente, non funziona. Diciamo non benissimo, nel senso che non funziona. Proviamo con le cuffie. Provi a parlare? Bisognerebbe alzare la voce. Prego, presidente, le lascio la parola.

     

    Emma PETITTI, presidente Assemblea legislativa. Grazie mille. Grazie a lei, presidente Pompignoli. Buongiorno a tutte e a tutti. Sono molto contenta di dare il benvenuto a tutti i presenti, a tutti coloro che sono collegati e a chi è in presenza lì a nome dell’Assemblea legislativa. Poi interverrà la consigliera Montalti, che in Ufficio di Presidenza ha la delega alle politiche europee […] a questa Sessione. Dicevo che sono molto contenta di portare i saluti istituzionali a quest’udienza conoscitiva, che riguarda proprio il programma di lavoro 2024 dell’Unione europea.

    Vorrei salutare e portare i saluti istituzionali a tutti i nostri parlamentari e alle nostre parlamentari europee, a Paola Ghidoni, Elisabetta Gualmini, Alessandra Moretti e a Sabrina Pignedoli, che hanno accolto il nostro invito a venire in questa sede. Contribuiranno, con il loro lavoro, con il loro pensiero e le loro competenze ad arricchire quello che è il percorso della sessione europea che svolge il nostro Consiglio e che ci accingiamo a iniziare.

    Saluto l’assessore Calvano e ovviamente saluto e faccio i complimenti per il lavoro al presidente Pompignoli, perché la Commissione ha un ruolo estremamente importante nella realizzazione di questo […]. Saluto anche il dottor Molinari, che è il responsabile dell’Ufficio del Parlamento europeo di Milano, anche per la collaborazione, una collaborazione preziosa, che è stata prestata in questi anni e che è stata importante per favorire la partecipazione di tutti i parlamentari europei che sono stati eletti nella nostra circoscrizione, nella circoscrizione nord-est, a questo appuntamento annuale della Regione Emilia-Romagna. Saluto anche la dottoressa Claudia Colla della rappresentanza della Commissione europea, che ci illustrerà quello che è il programma di lavoro della Commissione europea per il 2024.

    Come dicevo, credo che sia estremamente importante in questa occasione, che è un’occasione anche di ascolto dei territori per noi dell’Assemblea legislativa, in questo organo di rappresentanza democratica che per noi è fondamentale, perché è il luogo in cui possiamo intrecciare anche le esperienze diverse che emergono dai territori e che hanno un rapporto diretto […]. È un’udienza conoscitiva che è anche l’occasione per mettere a confronto i diversi stakeholder, perché possano in qualche modo dare voce a quelle che sono le istanze, anche locali, in relazione alle iniziative che sono considerate più significative per il loro impatto sul territorio emiliano-romagnolo.

    Si tratta per noi di un passaggio che ci permette di consolidare – vorrei dirla così – quella relazione tra cittadini, imprese, associazioni e istituzioni e di accogliere, perché questa è sempre stata la nostra cifra politica e istituzionale, di tutte quelle osservazioni e suggerimenti che possono arricchire il nostro confronto politico-istituzionale all’interno delle Commissioni, dove poi verrà svolto l’esame delle iniziative del programma.

    Come sappiamo, tra l’altro si sta concludendo l’attuale legislatura europea. Quindi siamo in un periodo di snodo istituzionale fondamentale, perché a giugno i cittadini e le cittadine degli Stati membri saranno chiamati a votare per il nuovo Parlamento e questa sessione europea sarà anche l’occasione per svolgere, posso definirla così, una sorta di bilancio di questi cinque anni, che hanno visto sicuramente al centro delle politiche europee la strategia del Green Deal e anche l’obiettivo di innescare una vera e propria transizione, una vera e propria trasformazione verde, digitale, sostenibile e giusta della nostra economia.

    Sono stati cinque anni sicuramente caratterizzati da momenti molto difficili, molto legati a crisi profonde, per certi versi inaspettate, che hanno posto l’Unione europea, gli Stati membri e tutte le istituzioni di fronte a sfide inimmaginabili fino a qualche anno fa, la tragedia della pandemia, la guerra, con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, e la conseguenza anche legata alle crisi energetiche, alla forte spinta inflazionistica, le crisi migratorie, i disastri ambientali, che purtroppo stanno continuando; crisi che, nonostante il contesto fosse così difficile sia umanamente che politicamente, hanno però messo al centro una Unione europea che ha saputo reagire e dare risposte ai governi, dare risposte alle Regioni come la nostra.

    Noi ci definiamo sempre regione europea proprio perché siamo perfettamente allineati con quelle che sono le politiche […] Risposte ai Governi e alle istituzioni, ma alle stesse imprese e ai cittadini e credo che questo sia molto importante, perché in questi anni abbiamo sentito l’Unione europea molto vicina a noi […]. Il 90 per cento degli orientamenti politici presentati nel 2019 dalla presidente von der Leyen all’inizio del suo mandato è stato portato a termine. Noi possiamo dire che la forza dell’Unione europea è davvero straordinaria, grazie anche a quella che è stata la sua capacità di reagire […].

    Sappiamo che sono state messe a disposizione dei territori risorse importanti, perché gli 800 miliardi di euro per le riforme e per gli investimenti, che hanno riguardato il NextGenerationEU, sono risorse che non pensavamo di poter avere fino a qualche anno fa e quindi è stata un’opportunità ed è tuttora un’occasione unica straordinaria. La transizione verde digitale per lo sviluppo di quello che è un nuovo modello economico e sociale che permetta di tutelare l’energia e le materie prime credo che sia fondamentale, soprattutto per alcuni settori cruciali della nostra [...].

    Possiamo dire quindi che sono state gettate le basi per un’Unione europea anche della salute, che è stato un fatto fondamentale, importante proprio per quello che è anche un tratto saliente della nostra politica regionale: difendere i cittadini in quelli che sono i princìpi, riconosciuti anche dai dettati costituzionali, quindi tutto il grande tema, ad esempio, del lavoro, della parità di genere, del contrasto alla violenza sulle donne, oltre che la salute per tutti i cittadini.

    Io credo che ci siano oggi tutte le condizioni per dire… Ricordo ancora le parole dette dalla Von der Leyen nel suo ultimo discorso del settembre scorso, che voglio riprendere, rileggere alla lettera: “La nostra Unione rispecchia la visione di coloro che sognavano un futuro migliore dopo la seconda guerra mondiale e un futuro in cui uomini [...] diverse hanno e avrebbero lavorato insieme all’insegna della pace e della prosperità”. Questo è fondamentale. Questo è fondamentale per ricordarci perché l’Unione è stata fondata, perché oggi siamo in Europa, perché abbiamo ancora molte sfide davanti, che dobbiamo affrontare, e credo che sia importante anche in questo testo, e vado a concludere, a poco più di due anni, quando il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli ci ha lasciato, ricordarlo con le sue stesse parole: “L’Europa ha bisogno di un progetto, di un progetto nuovo, moderno, che parli di speranza, di innovazione, che protegga ed illumini”.

    Con queste parole io voglio veramente augurare a tutti buon lavoro. Spero di aver potuto condividere con voi le ragioni per cui insieme dobbiamo continuare a lavorare sapendo che la grande opportunità del contesto europeo è un’opportunità che i nostri territori della nostra regione Emilia-Romagna vogliono abbracciare convintamente. Grazie, presidente Pompignoli. Grazie a tutti voi e buon lavoro.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie a lei, presidente.

    Io adesso passerei la parola all’assessore Calvano, assessore al bilancio, e tra le tante deleghe anche ai rapporti con l’Unione europea, per un saluto istituzionale. Prego, assessore.

     

    CALVANO, assessore. Grazie, presidente.

    Grazie, innanzitutto, a tutti gli intervenuti, a partire dalla presidente dell’Assemblea, Petitti, alla consigliera Montalti, che è sempre molto attenta e responsabile sul tema della Sessione europea e delle questioni europee più in generale, così come i rappresentanti dell’Ufficio del Parlamento europeo, nonché il Capo rappresentanza della Commissione europea a Milano. dottoressa Colla. Così come i diversi stakeholder che o sono collegati, o sono in sala, perché credo che questo passaggio, quello della Sessione europea, lo si debba vivere come lo si è sempre vissuto in Emilia-Romagna, mai come un passaggio squisitamente formale, come una cosa che, tra virgolette, dobbiamo fare, ma come una cosa che vogliamo fare e alla quale abbiamo dato in questi anni, e ringrazio per questo l’Assemblea legislativa, un profondo valore.

    Un profondo valore che si è trasformato anche in atti concreti, che sono stati anche recepiti dentro i tavoli di confronto a livello europeo. Quindi, guardando gli stakeholder, invito davvero tutti a non sottovalutare, a non prendere in adeguata considerazione questo percorso, perché in realtà può essere un percorso nel quale facciamo sentire la nostra voce, facciamo sentire la voce dei territori nei confronti dell’Unione europea, e l’Unione europea ha un senso anche e soprattutto se ascolta le voci dei territori.

    L’Unione europea non è un incidente della storia. Uso anch’io le parole di David Sassoli. Disse queste parole nel suo discorso di insediamento a Presidente del Parlamento europeo, quando è cominciata questa legislatura. Sono parole nelle quali mi ritrovo molto, e poi vi dirò il perché. Una legislatura, quella partita in quel 2019 del Parlamento europeo che ha offerto indubbiamente alla nostra regione, ai nostri territori nuove opportunità. Anzi, occorre essere realisti: ha offerto opportunità e sta offrendo opportunità che non avevamo mai visto nella storia del rapporto tra il nostro Paese, la nostra regione e l’Unione europea.

    Il dato dei finanziamenti straordinari che sono arrivati in Regione Emilia- Romagna, al sistema Emilia-Romagna, pubblico e privato, oggi va oltre i 10 miliardi di euro, grazie allo sforzo enorme realizzato attraverso quello che possiamo definire debito comune del PNRR, quindi il Next Generation EU, a cui si aggiunge ovviamente il grande e importante contributo che da sempre alla nostra regione offrono le politiche di coesione, e quindi i fondi strutturali.

    Ma l’intervento dell’Unione europea si è arricchito, o si è dovuto arricchire, purtroppo, in questi mesi, in questo anno, anche a causa di quell’alluvione che ha colpito una parte importante della nostra regione. Anche su questo passaggio l’Unione europea c’è stata: lo avevamo già visto durante il terremoto, c’è stata e c’è anche per affrontare la fase prima emergenziale, ora di ricostruzione legata all’alluvione. Credo che ammonti a 375 milioni di euro il contributo che l’Unione europea sta mettendo a disposizione dei nostri territori per progredire nel percorso di ripartenza e di ricostruzione.

    Un’Unione europea che quindi da sempre abbiamo sentito vicina ai nostri territori, che, lo abbiamo visto anche nella tragedia dell’alluvione, ha visto una presenza importante, anche carismatica, per certi versi, quando la Presidente della Commissione è venuta in ben due occasioni, prima a Cesena, poi a Forlì, a far visita ai territori alluvionati. Un atto non scontato, ma che credo esprima la vicinanza che l’Unione europea ha verso il nostro territorio.

    L’Unione europea non è qualcosa di astratto e di lontano, né la si può descrivere esclusivamente come un vincolo. Perché le opportunità offerte dall’Unione europea, dallo stare nell’Unione europea sono superiori ai vincoli che l’Unione europea ci impone. Lo abbiamo toccato con mano in questa legislatura, con le risorse straordinarie che citavo in precedenza.

    Dicevo: l’Unione europea è qualcosa di concreto, e lo è davvero. Pensate ai tanti corsi di formazione che facciamo tutti gli anni per migliaia di persone. Quella è l’Unione europea. L’Unione europea è nella riqualificazione ambientale e sismica dei nostri edifici pubblici; l’Unione europea è nelle nostre città e nei nostri borghi, quando li riqualifichiamo e li rivitalizziamo; l’Unione europea è nei processi di innovazione delle imprese, sia del manifatturiero, che dell’agricoltura, che dei servizi; l’Unione europea è anche al fianco di chi magari si ritrova invaso da un Paese ostile, come ha voluto essere l’Unione europea al fianco dell’Ucraina. Dicevamo: l’Unione europea non è un incidente della storia. Io spero che questa cosa ce la ricordiamo un po’ tutti durante la prossima campagna elettorale. Lo dico perché mi piacerebbe che nella prossima campagna elettorale il confronto tra le parti, legittimo, democratico, fondamentale, non sia tra Unione europea sì e Unione Europea no, ma che sia un confronto su “Unione europea come”, non sì o no, ma “Unione europea come”. Anche perché abbiamo visto, proprio nel corso di questa legislatura europea, cosa significa chiamarsi fuori dal processo di integrazione europea, come ha fatto la Gran Bretagna. Il peso di quella scelta si sente su quel territorio. È un grande dispiacere per l’Unione europea, ma credo che la Gran Bretagna stia pagando un prezzo ancor più alto di quello che l’Unione europea ha pagato per l’uscita della Gran Bretagna.

    Quindi “Unione europea come”: è un come l’Unione europea debba tenere insieme l’attenzione all’ambiente, la tutela del lavoro e la creazione di nuovo lavoro. Anche questo è un tema che ha attraversato, ad esempio, la protesta del mondo agricolo, il rapporto tra la tutela dell’ambiente e il lavoro.

    È in questo trade-off che si gioca una parte importante della sfida che abbiamo di fronte, e che ha di fronte anche l’Unione europea, così come l’Unione europea deve essere pronta ad accompagnare il processo di trasformazione digitale, mettendo le persone al centro, perché l’intelligenza artificiale esiste nella misura in cui esistono gli uomini.

    L’Unione europea come implica anche qual è il percorso che l’Unione europea vuole mettere in campo sui processi e sulle politiche di coesione tra gli Stati e dentro gli Stati. Credo che dobbiamo interrogarci anche su come l’Unione europea possa rafforzare il proprio bilancio in quella logica di solidarietà e di coesione che ha sempre accompagnato il percorso europeo e su cui l’Unione europea è nata.

    Noi ovviamente vogliamo fare la nostra parte come Regione Emilia-Romagna. Il percorso ascendente e discendente, dal punto di vista legislativo, che viene fatto è un percorso al quale davvero abbiamo dato sostanza e che ci ha consentito anche di trarre spunti importanti e offrire spunti importanti all’Unione europea. La Regione Emilia-Romagna vuole essere protagonista del percorso di integrazione europea, anche contribuendo, e non deve essere considerata un’eccessiva ambizione, ai percorsi di integrazione europea di Stati che oggi non sono in Unione europea. Lo dico perché siamo coinvolti in quelli che sono i percorsi di cooperazione territoriale europea.

    Pensate, nel programma ADRION che gestisce Emilia-Romagna, siamo l’unica Regione che è soggetto gestore di un programma nel quale sono seduti al tavolo non altre Regioni, ma altri Stati. Siamo coordinatori di Stati. È una cosa enorme per la nostra Regione. Tra quegli Stati ce ne sono cinque che sono in fase di preadesione. Quindi, in quel programma, in quella iniziativa noi stiamo ragionando insieme a loro su come portarli dentro l’Unione europea, su come far sì che anch’essi diventino parte del percorso di integrazione europea.

    ADRION è un programma da oltre 300 milioni di euro. Abbiamo fatto i primi bandi, come soggetto gestore, per 60 milioni di euro che potrebbero diventare 87, con tanti soggetti da questi Paesi che sono intervenuti su tematiche che caratterizzano gli ultimi anni dell’Unione europea: la trasformazione digitale, la sostenibilità ambientale, il tema delle politiche migratorie, delle politiche dell’innovazione. Lo abbiamo fatto anche attraverso altri programmi, come il programma Italia-Croazia, tutti quei programmi che consentono alla nostra Regione di rapportarsi anche con quella parte di Europa che oggi non è ancora integrata dentro il percorso dell’Unione europea, ma che presto lo potrà essere.

    Non è casuale che qualche mese fa il sottoscritto, insieme a una delegazione dell’Emilia-Romagna, sia stato in Albania. È uno di quei Paesi che è in quella fase di preadesione e con il quale il nostro Paese storicamente ha intrattenuto rapporti. Noi siamo stati là per costruire insieme un progetto di carattere agricolo, così come progetti di rafforzamento della capacità istituzionale e amministrativa di quel territorio.

    Perché mi sono concentrato molto su quest’ultima parte, cioè sul dare un contributo, grande o piccolo che sia, anche al percorso di allargamento dell’Unione europea? Perché allargare l’Unione Europea significa rafforzare la democrazia. Significa garantire in una fetta più ampia d’Europa i diritti che le persone, gli uomini e le donne, devono avere. Significa dare un contributo fondamentale ai percorsi e ai processi di coesione. Guardate, le differenze tra i Paesi, le differenze tra i territori spesso sono fonte di conflitto e abbiamo visto che, quando il conflitto diventa, purtroppo, quello che stiamo vedendo, è una di quelle cose che fa male e rispetto alle quali credo che l’Unione europea possa dare davvero un contributo.

    Lo ha fatto in questi anni. Mi auguro lo potrà fare ancora di più negli anni a venire. Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, assessore Calvano.

    Passerei la parola per l’ultimo saluto istituzionale alla consigliera Lia Montalti, che, come detto in precedenza, è il consigliere dell’Ufficio di Presidenza con delega agli affari europei. Prego.

     

    Consigliera Lia MONTALTI. Grazie.

    Intanto aggiungo dei ringraziamenti a quelli che sono stati fatti anche a Elisabetta Lucertini e a tutto lo staff dello Europe Direct Emilia-Romagna, perché ci accompagna, non solo durante la sessione europea, ma durante tutto l’anno nelle attività che noi, come Assemblea legislativa, portiamo avanti per promuovere le politiche europee e la cittadinanza europea e per coinvolgere il più possibile cittadini e territori in quello che è un percorso che noi riteniamo debba vedere protagonisti tutti i cittadini emiliano-romagnoli.

    Negli anni, infatti, sono stati messi in campo degli strumenti importanti. La rete europea regionale per coinvolgere gli stakeholder, i cittadini nelle varie consultazioni a cui, come Assemblea legislativa, come Regione Emilia-Romagna, partecipiamo. Abbiamo una piattaforma digitale che è appena stata lanciata, proprio per rendere anche più rapido questo dialogo e per poter coinvolgere e veicolare al meglio le informazioni.

    Perché lo facciamo? Lo facciamo perché siamo consapevoli che, sempre di più, attraverso e da Bruxelles passano scelte che hanno a che fare direttamente con la vita dei territori e dei cittadini. Lo facciamo perché vogliamo, come Regione Emilia-Romagna, essere protagonisti di queste scelte. Quindi, la sessione europea ha anche questo senso al fondo, quello di capire davvero gli indirizzi politici, la programmazione, il quadro delle normative, così come si evolvono e cercare di inserirvi quello che è un ragionamento, una riflessione sugli impatti positivi o negativi che tutto questo può avere rispetto al territorio emiliano-romagnolo, ai cittadini, ai bisogni all’economia, a tutto quello che riguarda l’Emilia-Romagna.

    È un lavoro che negli anni si è sviluppato molto, perché come Assemblea legislativa non abbiamo passivamente recepito questa competenza, ma abbiamo cercato di capire come mettere in campo un processo politico, istituzionale e normativo che potesse davvero farci entrare nella quotidianità delle scelte che vengono portate avanti da Bruxelles e dall’Unione europea e farci esprimere una posizione strutturata dell’Emilia-Romagna.

    Questo a che cosa ci serve? Ci serve, da un lato, a portare il nostro contributo e anche a riorientare certe scelte rispetto a quello che noi riteniamo essere importante e fondamentale. Dall’altro ci serve anche a far convergere quello che è il lavoro dell’Assemblea legislativa, quindi il nostro lavoro di elaborazione delle norme regionali, di pianificazione e di programmazione, con le politiche europee, con la pianificazione europea. Questo perché è importante? È importante da tanti e molteplici punti di vista. Intanto, come dicevo, è importante perché ci aiuta ad essere presenti e a collocarci in un quadro più ampio, in un quadro europeo.

    Questo ci serve ad essere, per esempio, pronti quando si fa la programmazione dei fondi europei. Questa nostra capacità di programmare le risorse europee e di spenderle in maniera efficace, efficiente e rapida non è una competenza che si improvvisa, ma è qualcosa che ha a che fare – e rubo delle parole dal diritto europeo – con tutto quello che è un acquis, un sapere che l’Emilia-Romagna ha sviluppato e sta sviluppando per quello che riguarda, appunto, le competenze in ambito europeo.

    Questo ci serve anche per poter in qualche modo anticipare certi percorsi, alle volte anche rispetto al quadro nazionale. Penso, per esempio, e questo è un esempio anche facile, alla legge che abbiamo approvato sulle comunità energetiche, che in qualche modo concretizzava le direttive europee su questo tema, anche anticipando tutta una serie di percorsi nazionali, che, tra l’altro, ancora non sono del tutto compiuti, nonostante siano passati tanti anni dalle prime direttive europee sul tema.

    Quindi continuiamo con questo impegno, sapendo che questa Sessione europea 2024 è una sessione un po’ più compressa. Di solito dura all’incirca due mesi, ma per ragioni che potete immaginare quest’anno la termineremo più o meno entro la fine di marzo. Nonostante sia una sessione europea più compressa, i temi che tratteremo poi nelle Commissioni competenti sono temi di assoluto e altissimo livello, che vanno dalle politiche relative all’intelligenza artificiale all’eolico, alla questione importantissima del programma spaziale. Temi su cui l’Emilia-Romagna ‒ e voi lo sapete bene perché siete interlocutori privilegiati e ci seguite costantemente, lavoriamo insieme costantemente ‒ lavora e cerca di dare il proprio contributo.

    Per cui, grazie della vostra presenza, dei contributi che arriveranno. Noi saremo poi assolutamente, come sempre, disponibili ad accogliere idee e suggerimenti per continuare questo percorso insieme. Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, consigliera Montalti.

    Ora, prima di passare la parola, vediamo se sono collegati - ma sembra proprio di sì - Maurizio Molinari e Claudia Colla, che ci presenteranno il programma di lavoro 2024.

    Mi unisco anch’io ai ringraziamenti alla dottoressa Lucertini e tutto il suo ufficio, perché sta facendo un’importante opera di coordinamento tra la mia Commissione e le altre cinque Commissioni che si riuniranno nel corso di questo mese e mezzo per arrivare a definire la bozza di risoluzione che andrà poi in aula. Quindi, grazie ancora per la cortese collaborazione.

    Sentiamo se c’è Maurizio Molinari collegato, responsabile dell’ufficio a Milano del Parlamento europeo.

    Mi sa che ogni anno abbiamo lo stesso problema, che non riusciamo mai a collegarci, anche perché sono solo 10 anni che faccio questa presentazione e sono 10 anni che non arriviamo mai… Eccolo.

     

    MOLINARI, responsabile dell’ufficio del Parlamento Europeo a Milano. Scusate. Questa è una piattaforma che utilizziamo una volta all’anno con voi.

     

    Presidente POMPIGNOLI. La dobbiamo rodare e intensificare i rapporti, a questo punto.

    Ti lascio la parola per la presentazione del programma di lavoro.

     

    MOLINARI, Io, più che presentare il programma di lavoro della Commissione, di cui poi parlerà l’amica e collega Claudia Colla, faccio un breve saluto istituzionale anche vista la presenza di quattro eurodeputati.

    Quindi, saluto tantissimo l’onorevole Gualmini, l’onorevole Moretti, l’onorevole Ghidoni e l’onorevole Pignedoli. Sono veramente contento di questa presenza così maggioritaria di donne in questo panel perché, come sappiamo, in Italia abbiamo spesso il problema opposto della sottorappresentazione. Quindi, mi fa molto piacere.

    Mi fa molto piacere dell’adesione delle onorevoli in un momento così importante come questa sessione europea della Regione Emilia-Romagna, un momento che per noi dell’Ufficio a Milano è diventato un momento tradizionale, ma non per questo meno importante, soprattutto quest’anno.

    Ringrazio ovviamente il presidente Pompignoli, ringrazio la presidente Petitti, ringrazio l’assessore Calvano, ringrazio la consigliera Montalti.

    Saluto Claudia Colla che parlerà dopo di me.

    Molto di quello che io avrei voluto dire è stato già sottolineato negli interventi precedenti, in particolare dall’assessore Calvano che ha fatto un intervento di amplissimo respiro e lo ringrazio anche per aver citato il presidente David Sassoli e per aver citato la sua dichiarazione secondo cui l’Unione Europea non è un incidente della storia.

    C’era un’altra cosa che diceva sempre il presidente Sassoli, che l’Unione Europea non deve lasciare indietro nessuno. In questo l’Emilia-Romagna che è sempre stata una Regione, io ricordo ai consiglieri, magari alcuni lo sanno già perché ogni anno la dico questa cosa, che ho studiato a Forlì, sono uno studente dell’Alma Mater dell’Università di Bologna del Campus di Forlì, sono legato tantissimo alla Regione Emilia-Romagna, l’Emilia-Romagna che è una Regione che per molti motivi, come ci hanno spiegato i presidenti, la presidente, l’assessore e la consigliera in precedenza, è all’avanguardia, è sempre stata avanti, è sempre stata un precursore per quanto riguarda l’integrazione europea, per quanto riguarda il virtuosismo nella spesa dei fondi europei.

    Quando l’Emilia-Romagna si è trovata indietro, quando l’Emilia-Romagna, la Romagna in particolare, è stata colpita dall’alluvione, l’Unione Europea ha fatto sentire forte la sua presenza in tanti modi.

    Non solo ha fatto sentire forte la sua presenza in tanti modi, ma farà sentire forte la sua presenza perché il Parlamento europeo ha stabilito che…  Il Parlamento europeo ha un brand che si chiama European News Event, che viene sintetizzato in EYE, che è un evento in cui migliaia di giovani, quasi 10.000, si incontrano a Strasburgo ogni tre anni per parlare di Europa, per dare le proprie idee ai decisori politici deputati su quello che deve essere il futuro dell’Unione Europea.

    Ecco, il Parlamento europeo ha portato questo European Youth Event Brand, questo brand, l’ha portato sul locale e quest’anno uno degli eventi locali degli European Youth Events locali si svolgerà proprio dal 17 al 19 maggio a Forlì. 17-19 maggio, ricordo l’anniversario dell’alluvione.

    Quindi, è un ulteriore simbolo, un ulteriore gesto di vicinanza che le Istituzioni europee testimoniano per quel che riguarda la Romagna, che in un momento in cui si è trovata indietro, si è trovato in difficoltà, ha trovato nell’Unione Europea una realtà che le è stata vicina.

    Questi mesi sono particolarmente importanti, li citavamo per quanto riguarda l’avvicinamento alle elezioni europee. Avvicinamento alle elezioni europee, si dice sempre che sono le più importanti della storia, l’elezione che verrà essendo la più importante. Ma in questo caso io credo che, poi Claudia Colla ne parlerà meglio in un suo intervento se vi illustrerà il programma della Commissione nel 2024, quello che è stato fatto dalla Commissione negli anni passati, e che il Parlamento ha seguito, ha accompagnato, ha cercato di migliorare nelle proposte, ha cercato di essere veloce, efficiente pensiamo a quello che ha fatto in pandemia, io penso che questa legislatura sia stata una legislatura in cui abbiamo veramente realizzato tanto.

    Se noi pensiamo alle sfide che ci aspettano nei prossimi anni della legislatura 2024-2029 io penso veramente che queste elezioni saranno epocali, epocali perché ci sono sfide non rimandabili, come quella legata al miglioramento del nostro ambiente, alla lotta al cambiamento climatico, alle sfide poste dal Green Deal. Sappiamo tutti le controversie che ci sono in questo momento, su alcuni aspetti, alcuni pacchetti legislativi delle Green Deal.

    Sfide non procrastinabili per quanto riguarda l’allargamento. Dobbiamo allargare l’Unione Europea? Se sì, che tipo di Unione Europea vogliamo? Dobbiamo riformare i trattati, sfide non rimandabili riguardanti la politica internazionale, la guerra in Medioriente, la guerra in Ucraina, sfide non rimandabili riguardante l’intelligenza artificiale. Che tipo di regole vogliamo darci? Come vogliamo gestire questo nuovo camion che ci è venuta addosso, in generale il digitale.

    Io ne ho citate solo alcune, però le elezioni dell’8 e 9 giugno 2024 non saranno probabilmente, come diceva l’assessore prima, più un referendum se vogliamo o non vogliamo l’Unione Europea, sì o no Europa, ma saranno molto importanti per definire quale Unione Europea vogliamo.

    Dobbiamo, secondo me, tutti remare verso la stessa direzione e chiedere che a queste elezioni ci sia una grossa, alta partecipazione, perché la democrazia ha bisogno di legittimazione. La legittimazione si ha votando, se noi non votiamo, altri decideranno per noi.

    Questo vuol dire che daremo un minimo di meno legittimità al risultato delle elezioni. Cioè, più l’affluenza sarà forte, più la gente voterà e più il risultato rappresenterà la maggioranza dei cittadini europei.

    È molto importante perché queste elezioni ‒ e qui chiudo ‒ saranno anche la sfida tra chi pensa che l’Unione Europea deve difendere i valori democratici, i diritti fondamentali delle nostre libertà, e chi pensa che queste cose siano meno importanti, che abbiamo bisogno di un’Unione Europea che si ritiri più su se stessa, che sia meno impegnata, per esempio, nel ruolo di paciere per quanto riguarda le controversie internazionali, che abbia un ruolo che lasci più spazio, per esempio, agli Stati nazionali.

    Comunque la vediate, qualunque sia la vostra opinione, e in questo chiedo veramente un aiuto da parte dei consiglieri della Regione Emilia-Romagna, aiutateci a promuovere una campagna di invito al voto.

    Il Parlamento europeo farà, insieme alla Commissione europea, una campagna che si chiama “Usa il tuo voto”. Questa campagna entrerà ovviamente nel vivo nell’ultimo mese prima delle elezioni. Vi chiederemo senz’altro una mano a più livelli per incoraggiare i cittadini europei, italiani e emiliano-romagnoli ad andare a votare.

    Io vi ringrazio. Resto in ascolto.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Ringraziamo Maurizio Molinari.

    Ora sentiamo se c’è Claudia Colla collegata. Eccola. Buongiorno.

     

    COLLA, capo dell'ufficio regionale di Milano della Commissione europea. Buongiorno. Mi sentite forte e chiaro?

     

    Presidente POMPIGNOLI. Sì, forte e chiaro.

    Prego.

     

    COLLA, capo dell'ufficio regionale di Milano della Commissione europea. Grazie.

    Devo dire che il mio intervento diventa anche più complicato dopo gli interventi che mi hanno preceduto. Cercherò comunque di fare del mio meglio per darvi anche un’overview su tutto quello che è il programma della Commissione europea.

    Intanto, buon pomeriggio a tutte e a tutti. Saluto l’assessore con la delega ai rapporti per l’Unione europea, Paolo Calvano, la presidente dell’Assemblea legislativa, Emma Petitti, lei, Presidente, per avermi dato la parola, la consigliera dell’Ufficio di Presidenza, Lia Montalti, il collega Maurizio Molinari, con cui lavoriamo frequentemente insieme e anche tutti gli onorevoli parlamentari che in presenza o in remoto sono particolarmente finisce che abbiano trovato questo momento anche insieme a noi; e poi ovviamente, infine, anche tutti gli stakeholder presenti oggi.

    Sono particolarmente contenta di essere qui oggi, perché arrivo a capo della rappresentante della Commissione europea da poco più di sette mesi, dopo quasi vent’anni passati all’estero, in particolare a Bruxelles. È quindi un grande onore essere presente in questa audizione, in questa udienza, perché è la prima udienza che faccio, innanzitutto, e soprattutto perché un tocco personale, come ha fatto anche Maurizio, Bologna è la mia città di provenienza, quindi sono molto affezionata a Bologna, e anche alla regione. Purtroppo, non potevo essere in presenza oggi, cosa di cui mi dispiaccio, però spero che avremo presto altre occasioni di vederci.

    Prima di entrare nel vivo del programma di lavoro della Commissione europea, volevo anch’io dire due parole legate al contesto internazionale che c’è stato. Ci sono alcune parole che vorrei ripetere nel corso della presentazione, che sono state dette da coloro che mi hanno preceduto: penso al contesto internazionale, alla menzione che è stata fatta delle parole di Sassoli, al fatto che si è parlato anche di acquis communautaire, quindi tutte cose che sono molto vicine al mio cuore e soprattutto al lavoro che faccio da tanti anni.

    Tenevo a parlare innanzitutto del fatto, che la menzionato adesso anche Maurizio Molinari, che le elezioni di quest’anno non sono le elezioni europee di cinque, di dieci o di quindici anni fa. Sono delle elezioni molto importanti, perché in gioco non ci sono solo le scaramucce fra Stati membri, ma il posizionamento dell’Unione europea sullo scenario internazionale. Le crisi che stiamo vivendo in questi mesi, in questi anni, al di là della crisi che c’è stata, e anche la grande pandemia, sono crisi veramente eccezionali, che richiedono un approccio importante.

    Per questo tenevo a mostrare le parole che sono state menzionate dalla presidente il 13 settembre, in occasione dello State of the Union, che sicuramente è un momento annuale fondamentale. Questo era particolarmente importante perché, visto l’avvicinarsi delle prossime elezioni, quello del 13 settembre scorso è stato l’ultimo momento, State of the Union della presidente. Si tratta di un momento cruciale, democratico, perché il discorso viene rivolto al Parlamento europeo, e ovviamente anche agli eurodeputati, riguardo le sfide più urgenti dell’Unione europea.

    A questo discorso è seguita una lettera di intenti rivolta dalla presidente alla Presidente del Parlamento europeo, e anche alla Presidenza del Consiglio dell’Unione per definire quelle che sono le priorità e le azioni concrete da intraprendere.

    In questo modo arriviamo al tema di oggi, che è il programma di lavoro della Commissione per il 2024 che è stato adottato il 17 ottobre scorso. Com’è già stato menzionato, si tratta di un programma di lavoro, ahimè un po’ ridotto proprio per la situazione politica di cui abbiamo parlato.

    Adesso cercherò di essere non troppo lunga, però la presentazione si struttura in due parti: una riguarda i risultati, ciò che è stato ottenuto in questo in questo ultimo anno e soprattutto riguarda anche le tematiche della Commissione in generale; e poi la seconda parte, che riguarda il futuro per priorità.

    Iniziamo subito dai risultati. Partirei con una questione piuttosto importante che riguarda (slide 1), come potete vedere, economia, sfera sociale e competitività. Questo è particolarmente importante, perché ricordiamo che il 2023 è stato il trentesimo anniversario del mercato unico, che è fondamento della competitività dell’Unione europea.

    Io credo che tendiamo un po’ a dimenticarci l’importanza del mercato unico e di queste quattro libertà fondamentali, merci, servizi, persone, capitali. In realtà è fondamentale per la competitività, non solo a livello interno, tra i 27 Stati membri, ma anche nei confronti dei Paesi terzi. Si tratta del più grande mercato al mondo che comprende 450 milioni di cittadini, 23 milioni di imprese e rappresenta il 15 per cento del PIL mondiale.

    Questa cosa ci tengo a dirla perché io fino a maggio mi occupavo di commercio internazionale per l’Unione europea, ero il capo della delegazione dell’Unione europea, ad un Comitato che si chiama “Ostacoli tecnici al commercio” al WCO.

    Tante persone che oggi sono scettiche avrei voluto portarle con me al negoziato, perché quando uno rappresenta l’Unione europea nel suo insieme, un’Unione europei che sicuramente ha dei limiti, quando si è tutti insieme abbiamo un peso incredibile, e a volte secondo me tendiamo a dimenticarcelo.

    Per questi dati, se di interesse, posso anche in seguito condividere le slide. Un’altra cosa importante che vorrei menzionare, sempre riguardo all’economia, alla società e alla competitività è il Next Generation EU. Sono felice che sia già stato menzionato in precedenza da alcuni dei relatori che mi hanno preceduto, e sono anche felice che sia stato utilizzato il nome “NextGenerationEU”, perché in Italia è noto solo come PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e si è un po’ perso il fulcro di questo programma, un programma straordinario di investimenti, mai visto prima, e che probabilmente temo anche che non ci sarà poi in seguito, che mette al centro le nuove generazioni dell’Unione europea. Questo programma prevede un investimento comune per quasi 807 miliardi. Vorrei sottolineare che l’Italia è il più grande beneficiario di questo programma, perché quasi 195 miliardi sono previsti per il PNRR.

    Infine, un altro punto importante in questo contesto, parlando di risultati è l’anno europeo delle competenze, perché l’Unione europea ha investito in un momento in cui ci sono problemi nel trovare una forza lavoro, avere un investimento continuo e permanente dell’Unione europea nelle competenze è fondamentale. Qui cito un dato, che vedete anche nella slide: nel bilancio 21-27 sono stati messi a disposizione in questo settore circa 65 miliardi.

    Passo ora al secondo risultato, che è quello in campo energetico. Grazie al piano piano REPowerEU, la Commissione ha garantito la nostra sicurezza energetica, attraverso forniture diversificate, abbondanti riserve di gas e accelerazione della diffusione delle energie rinnovabili.

    Questo è stato particolarmente importante, come avete visto, anche in seguito tutto quello che è successo, la guerra in Ucraina. Nel 2023 meno del 10 per cento delle nostre importazioni totali di gas è provenuto dai gasdotti russi, questo è un dato fondamentale.

    Siamo anche riusciti a riempire le riserve europee di gas a livelli di record, oltre il 95 per cento.

    Un ultimo dato che tengo a menzionare è che tra l’agosto del 2022 e il marzo 2023 siamo riusciti a risparmiare energia riducendo il consumo di gas del 18 per cento.

    Sempre nell’ambito dei risultati ottenuti in campo energetico, vorrei ricordare il piano industriale del Green Deal, che è stato presentato a febbraio del 2023. Questo piano mira a rafforzare la capacità dell’Unione di produrre tecnologie a zero emissioni. In questo contesto ci sono almeno tre proposte fondamentali che sono state messe sul tavolo: il regolamento sulle materie prime critiche, la normativa sull’industria a zero emissioni nette e la riforma dell’assetto del mercato dell’energia elettrica. Non entro troppo nei dettagli perché stiamo ancora nel contesto dei risultati.

    Il terzo risultato che ci tenevo a menzionare è la questione legata al settore digitale e all’intelligenza artificiale. L’innovazione sta rimodellando la nostra economia a un ritmo vertiginoso. L’abbiamo visto quest’anno con la diffusione sempre più rapida dell’intelligenza artificiale generativa. Per questo, già nell’aprile del 2021 la Commissione aveva presentato una prima bozza di legge sull’intelligenza artificiale affinché i sistemi di intelligenza utilizzati all’interno dell’Unione europea fossero sicuri, etici e soprattutto sotto il controllo umano. Di nuovo mi ricollego all’intervento di coloro che mi hanno preceduto. Quest’aspetto umano è fondamentale. Nel dicembre scorso il Parlamento europeo, il Consiglio hanno poi finalmente raggiunto un accordo provvisorio ottenendo un risultato storico per la prima proposta di legge al mondo sull’intelligenza artificiale. Il testo finale dovrebbe essere adottato quanto prima, sicuramente prima della fine di questa legislatura.

    Sempre in campo digitale, con la legge sui servizi digitali e il regolamento sui mercati digitali, la Commissione tutela i diritti degli utenti e migliora la qualità dei mercati digitali. Avremo modo di parlare di digitale anche quando parleremo delle prossime priorità.

    Il quarto risultato è quello sull’Ucraina. Questo secondo me merita una parola, è veramente un punto fondamentale. È stato già menzionato. La solidarietà con l’Ucraina ha visto un’occasione in cui gli Stati membri, non dico per la prima volta, sono stati comunque molto rapidi nel reagire. È un dato che, secondo me, va veramente sottolineato. Fino ad ora gli Stati membri hanno fornito un sostegno di quasi 85 miliardi in aiuti umanitari, attrezzature, formazione militare e anche beni materiali per uso civile nell’ambito dell’iniziativa Team Europe. Inoltre, per la prima volta, l’Unione Europea ha adottato dodici pacchetti di sanzioni nei confronti della Russia, con l’obiettivo di indebolirne la capacità bellica.

    Per la prima volta nella storia, il 4 marzo del 2022, l’Unione europea ha adottato la direttiva sulla protezione temporanea. Ciò ha permesso ai cittadini ucraini in fuga dalla guerra di godere di un permesso di soggiorno e di avere accesso al mercato del lavoro, assistenza medica e istruzione negli Stati membri. Questo è stato un grande esempio di solidarietà. Complessivamente questa misura ha consentito di offrire una protezione temporanea a circa 4 milioni di persone, tra cui la maggioranza donne e bambini. Infine, grazie ai corridoi di solidarietà, l’Unione ha consentito l’esportazione di 57 milioni di tonnellate di prodotti agricoli ucraini e, allo stesso tempo, ha garantito l’importazione di beni primari.

    L’ultimo risultato è molto legato alla questione dell’Ucraina e alla dimensione globale dell’Unione europea. Vorrei citare una frase della Presidente, che ha detto: “il futuro dell’Ucraina è nella nostra Unione, il futuro dei Balcani occidentali è nella nostra Unione, il futuro della Moldova è nella nostra Unione e so quanto sia importante la prospettiva dell’Unione europea per tanti cittadini della Georgia”.

    Anche questo è stato menzionato prima e mi ci soffermo un attimo. Tanti anni fa, dopo aver studiato a Bologna, ho fatto un master al Collegio d’Europa, al College of Europe, a Bruges. Una delle prime cose che mi sono state insegnate è stata [...]. In questi anni abbiamo forse solo allargato e non abbiamo approfondito il meccanismo decisionale comunitario, però, se ricordate il discorso che è stato fatto dalla Presidente sullo State of the Union di settembre scorso, ha menzionato anche la possibilità di fare delle riforme. Dico questo perché la necessità di fare delle riforme dei nostri meccanismi decisionali non deve essere un impedimento per un eventuale allargamento. Nel giugno 2023, la Commissione ha presentato un nuovo piano di crescita per i Balcani occidentali, che è fondato su quattro pilastri fondamentali. Qui non mi dilungo, però eventualmente possiamo anche sentirci.

    Sul piano internazionale, poi, la Commissione sostiene dei progetti che promuovono una crescita duratura, creando posti di lavoro e generando valore a livello locale attraverso il Global Gateway. Questo piano prevede fondi pari a 300 miliardi per investimenti e nel 2023 abbiamo già portato avanti novanta grandi progetti in tutto il mondo. Infine, un ultimo punto riguardante la dimensione globale che non va sottovalutato. Ritorno a quando parlavo della dimensione che abbiamo come mercato unico. Recentemente sono stati chiusi gli accordi commerciali con Cile e Nuova Zelanda. Sono in avanzamento i negoziati, ho anche avuto l’occasione di lavorarci, sia con l’Australia sia per il TTC con gli Stati Uniti. Sono in fase di avanzamento. Il Trade and Technology Council procede, speriamo che vada a buon fine.

    Sono stata abbastanza rapida perché vorrei un po’ focalizzarmi sul futuro e le priorità del programma, che è il cuore della nostra presentazione. Parlo delle nuove proposte della Commissione per i prossimi mesi. Qui vorrei darvi un po’ di numeri del programma di lavoro. Intanto ci tengo a dire che il 90 per cento delle proposte che erano state previste da questa Commissione è praticamente stato adempiuto, però ci sono alcune proposte pendenti. Quindi le nuove iniziative politiche saranno solo quindici. Poi ci sono alcune proposte di iniziative volte a razionalizzare gli obblighi di comunicazione per ridurne i costi.

    Questo è importante, rientra in quello che è il contesto più globale del better regulation, del legiferare meglio. Di nuovo non entro nei dettagli, perché qui il discorso diventa abbastanza tecnico e non vorrei trattenervi per tutto il pomeriggio. Penso che ci dobbiamo focalizzare soprattutto sulle priorità per il 2020-2024.

    Partiamo innanzitutto dalla realizzazione priorità 1. Queste priorità sono le sei priorità che sono state menzionate all’inizio della Commissione von der Leyen. Innanzitutto, ci sono le iniziative legate al Green Deal europeo. La maggior parte di queste iniziative sono state realizzate, ma gli obiettivi sono graduali e avete visto che c’è un aggiustamento in corsa. È priorità della Commissione europea l’obiettivo climatico comune per il 2040. La Commissione, come previsto dalla legge europea sul clima, aveva l’obbligo di proporre un obiettivo climatico per il 2040 entro sei mesi dalla COP 28, che si è svolta lo scorso dicembre a Dubai. Si è impegnata con l’obiettivo di una riduzione del 90 per cento delle emissioni di gas entro il 2040.

    Proprio la settimana scorsa la Commissione ha pubblicato una comunicazione e una valutazione di impatto sulla riduzione del 90 per cento delle emissioni di gas entro il 2040. Successivamente presenterà, in questo contesto, una nuova legge per rendere tale obiettivo vincolante. Diciamo che, viste anche certe difficoltà che si sono presentate nell’implementazione concreta del Green Deal, certe cose si stanno un po’ rivedendo, però la direzione è fondamentale e rimane quella. Tutto quello che sta succedendo nel mondo, e in questa regione lo abbiamo visto, non ci può far dimenticare l’importanza di questo cambiamento climatico.

    Un altro aspetto importante di una nuova azione per il programma 2020-2024 è il pacchetto sull’energia eolica che è stato lanciato lo scorso ottobre dalla Commissione. Questo mira ad accelerare la diffusione e rafforzare la competitività in tutta l’Europa.

    La strategia contiene 15 azioni che puntano a rafforzare l’industria europea dell’energia eolica e a risolvere i problemi strutturali, come le procedure di autorizzazione, che a volte sono un po’ lente, e la pressione esercitata dai concorrenti che dobbiamo vedere sul mercato internazionale.

    Un altro punto, il terzo punto delle nuove azioni nel programma 2024, è l’iniziativa sulla resilienza idrica, garantire l’accesso all’acqua ai cittadini e soprattutto affrontare i problemi causati dalle inondazioni e dalle carenze idriche.

    Questo è stato menzionato, c’è stata una vicinanza particolare da parte della nostra presidente. Io ho avuto l’occasione di essere anche recentemente a Forlì con la presidente, che è stata una presenza importante, è riuscita a stare solo qualche ora, però penso che fosse una grande testimonianza del fatto che sia vicina alle zone alluvionate.

    Sempre in questo contesto, vorrei ricordare che nel giugno 2023 la Commissione ha messo a disposizione 330 milioni di finanziamenti supplementari nell’ambito della politica agricola comune per gli agricoltori più colpiti da eventi climatici avversi e dall’aumento dei costi di produzione.

    Infine, il 25 gennaio di quest’anno è stato avviato il dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura in risposta alle istanze espresse dagli agricoltori.

    Sempre a gennaio di quest’anno è stata approvata la deroga alla PAC, che prevede che per accedere agli aiuti comunitari, gli agricoltori debbano lasciare una quota di terreno a riposo.

    È sicuramente qualcosa che ha creato un po’ di sensibilità, grande sensibilità, però c’è da parte della Commissione Europea un’apertura al dialogo.

    Un ultimo punto che vorrei ricordare in questo contesto del Green Deal europeo, è l’inchiesta antisovvenzioni sui veicoli elettrici che provengono dalla Cina.

    Lo scorso ottobre, infatti, è stata avviata dalla Commissione questa inchiesta per indagare sulle catene del valore dei veicoli elettrici cinesi che beneficino di sovvenzioni illegali che, poi, hanno un danno economico ai produttori europei. Si parla di concorrenza sleale.

    Mi muoverei alla seconda slide che riguarda le priorità della Commissione nel settore digitale. In questo contesto la normativa dei mercati digitali, il Regolamento dei servizi digitali, sono su basi solide per rendere il nostro mercato unico sempre più equo, competitivo e sicuro.

    Come dicevo in precedenza parlando dei risultati, la Commissione Europea è il primo legislatore a livello mondiale per quel che riguarda l’intelligenza artificiale. Questo è molto importante perché abbiamo altri attori del contesto internazionale che stanno cercando di seguire le nostre orme ma soprattutto è il ruolo, così come dicevo e menzionavo, della persona al centro di questa normativa che per noi è piuttosto importante.

    Le priorità per il 2024 riguardano diverse azioni. Innanzitutto, un’iniziativa per garantire l’accesso delle start-up europee che il settore dell’intelligenza artificiale ha compiuto, ed altre prestazioni.

    A tal proposito tengo a ricordare, e voglio congratularmi soprattutto con il Tecnopolo di Bologna, perché è proprio qui che si trova uno dei super computer più potenti al mondo, Leonardo.

    Un’altra cosa interessante è che tra un mese esatto in Emilia-Romagna, a Rimini, ci sarà la prossima edizione dell’European Robotics Forum. Menziono questo per far vedere quanto l’Emilia-Romagna sia in effetti sempre all’avanguardia.

    Venendo alla seconda azione in programma, vorrei ricordare che la Commissione ha presentato lo scorso marzo una proposta di regolamento sulle materie prime critiche. Il club delle materie prime critiche servirà poi a creare un gruppo di partner internazionali con cui dialogare, al fine di garantire un approvvigionamento sicuro, sostenibile soprattutto, e conveniente di materie essenziali per avere una transizione sempre più verde e digitale.

    Un’altra azione importante per il 2024 è quella che intende proporre il contesto della normativa spaziale.

    Infine, anche un’ultima azione è quella sui materiali avanzati per la leadership industriale, al fine di accelerare lo sviluppo e la diffusione di materiali sicuri, sostenibili e circolari in campo dell’industria.

    Venendo all’economia al servizio delle persone, guardando alle priorità in campo economico per il 2024, ci sono alcune azioni che devono essere menzionate. Una soprattutto, la prima, riguarda il vertice sul ruolo del dialogo sociale per affrontare le varie sfide. Queste azioni già il 31 gennaio scorso c’è stata la dichiarazione di Val Duchesse, in Belgio, in occasione di una delle prime azioni della Presidenza belga, che è stata volta a rafforzare il dialogo con le parti sociali attraverso la nomina di un inviato europeo per il dialogo sociale.

    Questa dichiarazione ha poi avviato un processo che dovrebbe portare un patto per il dialogo sociale entro la fine di questo mandato.

    Ricordo che il Commissario Schmit, che ho avuto anche l’occasione di vedere qui a Milano un paio di volte, è molto, molto coinvolto in prima persona per un avanzamento in questo settore.

    Sempre quando si parla di economia al servizio della persona, un altro aspetto fondamentale, un’altra azione fondamentale è la relazione sul futuro della competitività europea. La presidente, come saprete sicuramente, in occasione dello […] ha poi incaricato Mario Draghi per la stesura di una relazione sul futuro della competitività europea, al fine di illustrare il modo in cui l’Unione può restare competitiva a livello globale, mantenendo però la transizione verde digitale.

    Questo è fondamentale perché probabilmente sarà la roadmap della prossima Commissione, o comunque darà degli input importanti a quello che la prossima Commissione sarà nel contesto della competitività.

    Un altro aspetto importante per raggiungere un accordo sulle proposte in sospeso è l’approfondimento del nostro mercato unico. A tal riguardo, la Commissione intende progredire ulteriormente nel settore dei mercati dei capitali e anche l’unione bancaria. Forse una piccola menzione, quando parliamo di mercato unico e che ho dimenticato di menzionare, è che il Consiglio dell’Unione ha dato a Enrico Letta questo mandato di fare un rapporto sul mercato interno. Questo per dire quanto questi due aspetti, il mercato interno e la competitività, siano fondamentali e saranno entrambi questi rapporti molto utili per definire le priorità per la prossima Commissione Europea.

    Infine, un’ultima azione che vorrei menzionare in questo terzo gruppo è l’iniziativa per le biotecnologie e bio-fabbricazione, che sono fondamentali anche queste per la competitività e la modernizzazione dell’industria europea.

    Un’Europa più forte nel mondo. Queste sono le quattro azioni in programma per il 2024. Come vedete, sono quasi speculari a quello che è stato detto nella parte dei risultati, perché ovviamente i risultati dell’ultimo anno sono molto collegati, cioè rimangono tutti al centro delle sei priorità fondamentali della Commissione Von Der Leyen e l’Europa più forte del mondo è appunto una di queste sei priorità.

    Nello specifico qui di nuovo si proseguirà con l’approccio Team Europa per attuare la strategia Global Gateway.

    Sicuramente un esempio virtuoso del funzionamento pratico del Team Europa continuerà in questo contesto. Verrà anche rafforzata l’idea di rafforzare ulteriormente il partenariato con l’Africa in molteplicità di settori. Penso all’energia pulita, al cambiamento climatico, alla formazione della forza lavoro e le opportunità per i giovani.

    Un punto che ‒ è quello che succede nel contesto internazionale ‒ richiede una presenza importante da parte dell’Unione Europea è la questione legata alla sicurezza europea. Una delle iniziative è di avere una maggiore strategia industriale per la difesa europea.

    Questo sarà un anno di elezioni e speriamo… Queste elezioni impongono all’Unione Europea di avere una maggiore indipendenza, una maggiore chiarezza di come posizionarsi sullo scenario internazionale.

    L’obiettivo è quello di dare ulteriore impulso allo sviluppo di capacità di difesa degli Stati membri, creando una base industriale e tecnologica moderna e resiliente.

    Un altro punto legato a quello che avevamo detto in precedenza, riguarda l’allargamento dell’Unione. Nei negoziati sicuramente si continuerà a collaborare con i Balcani occidentali, ma anche con l’Ucraina e la Moldavia per la loro futura adesione all’Unione.

    Questo è un aspetto importante, che ha una componente sicuramente economica, perché un’Unione anche più ampia e forte ha un impatto sullo scenario internazionale; ma anche una componente umana e sociale, fondamentale per dare una speranza e un futuro per questi Paesi.

    Infine, l’agenda commerciale, che avevo già menzionato in precedenza, soprattutto a conclusione di questi accordi commerciali. Mi muoverei ora sulla promozione dello stile di vita europeo. Anche qui sono previste diverse azioni importanti. Innanzitutto, è una delle azioni fondamentali dell’Unione europea della salute. Cosa significa questo? Prepararsi ad affrontare potenziali emergenze sanitarie attraverso una strategia per la salute. Abbiamo visto cosa è successo nella pandemia, e penso che in questa occasione, avendo un’Unione europea della salute saremo sicuramente preparati, sperando che non ce ne sia bisogno, ad eventuali emergenze sanitarie che si possano presentare nel futuro.

    Sempre in questo settore, vorrei menzionare la Conferenza internazionale sulla lotta contro il traffico di migranti. Questa è una delle azioni che la Commissione europea ha in mente di organizzare, con l’obiettivo di costruire una risposta sistemica, che contribuisca a creare alternativa legale alle rotte del contrabbando. Questo è sicuramente un punto centrale per questi mesi.

    Un altro aspetto in questo contesto è l’aumento della cybersecurity in settori critici quali sono l’energia, i trasporti e anche l’infrastruttura digitale.

    Un’altra azione importante che riguarda la promozione dello stile di vita europeo è il piano d’azione contro il traffico di stupefacenti. Il piano include anche l’Alleanza europea dei porti, che è un partenariato pubblico-privato che mira a contrattare il traffico di droga e le infiltrazioni criminali. Abbiamo visto che ci sono dei dati che riportano un aumento in Europa, purtroppo, di questo traffico di stupefacenti.

    Infine, una nota un pochino più positiva è il diploma europeo congiunto. Sappiamo che c’è già, anche nel contesto della libera circolazione del mercato unico, il riconoscimento dei diplomi nazionali, ma questo è un passo ulteriore, che è il diploma europeo congiunto, che fa parte di una più ampia strategia europea per i giovani del 2019-2020.

    Infine, giungiamo all’ultima, però non per questo meno importante, priorità di questa Commissione. In questo contesto vorrei evidenziare le azioni in programma per il prossimo 2024. La priorità della Commissione in questo settore è un rafforzamento della democrazia europea che, ripeto, visto quello che succede nel mondo in questo momento non va e non deve essere data per scontata.

    Le azioni che sono nel programma europeo per il 2024 mirano a rafforzare la Presidenza democratica dell’Unione dall’interno, e a proteggerla da indebite influenze esterne. In questo contesto, abbiamo presentato proposte chiave sulla trasparenza, sull’equità del processo elettorale, per il rafforzamento della tutela dei diritti dei diversi gruppi della società e per garantire anche la libertà e l’indipendenza dei giornalisti nell’Unione europea.

    Un’altra azione fondamentale è la protezione dei minori. In questo contesto, la Commissione prevede di adottare una raccomandazione sullo sviluppo e sul rafforzamento dei sistemi di protezione dei minori negli Stati membri.

    Infine, terza azione, è la lotta alla disinformazione. Devo dire che questo è particolarmente importante, in questo momento, perché ci avviciniamo alle elezioni europee. Lo spazio dell’informazione digitale influenza sempre di più il dibattito politico e il processo decisionale politico. Anche insieme al collega Maurizio Molinari, questo è un aspetto in cui, essendo responsabile per il nord Italia, cerchiamo veramente di adoperarci affinché ci sia sempre di più una lotta alla disinformazione, perché come si menzionava prima è fondamentale riuscire ad avere, indipendentemente dall’esito delle elezioni, un’affluenza importante, e far capire che l’Unione europea veramente non è un incidente di percorso, ma è l’unica alternativa che noi abbiamo.

    Vorrei concludere adesso ringraziandovi per l’attenzione, e soprattutto dicendo che questo è l’inizio – io sono qui da qualche mese – di una collaborazione che mi auguro sia sempre più stretta. Conosco bene anche la vostra rappresentanza a Bruxelles, che è sicuramente molto virtuosa, è la prima delle Regioni italiane, forse anche una tra le prime europee. Un’ultima cosa che forse ho dimenticato di dire in apertura è che questa è un’occasione – è stata menzionata anche la fase ascendente e discendente – per citare due degli aspetti fondamentali del mio ruolo: l’idea di poter portare a Bruxelles e le situazioni specifiche del territorio, e anche a portare nel territorio di cui io sono responsabile in questo momento quelle che sono le tematiche fondamentali dell’Unione europea.

    Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie a lei.

    Le chiedo una cortesia: se le slide le può anche inviare alla Commissione, così le distribuisco ai vari consiglieri ed è anche più facile riuscire a inquadrare tutti i temi.

     

    COLLA,. Con piacere. Sono tante, le cose, ho tagliato molto nella mia presentazione, ma volevo fare una carrellata e certi risultati sono fondamentali per capire come noi ci muoviamo per le nuove priorità.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie molte della sua illustrazione.

    La saluto. Passerei a questo punto a sentire gli stakeholder.

    Partirei con Confindustria, da Pietro Mambriani. Intanto, se si può accomodare. Di Confindustria è presente anche il dottor Rusconi, che saluto.

    Prego, abbiamo tre interventi. Dopo c’è AssoDanza e CISL Emilia-Romagna.

     

    MAMBRIANI, responsabile Area politiche industriali ed Europa, Confindustria Emilia-Romagna. Grazie mille per l’invito alla Commissione.

    Saluto la presidente, saluto il presidente Pompignoli. Abbiamo parlato dell’anno delle elezioni europee. Noi come Confindustria la settimana prossima presenteremo il nostro documento programmatico a livello nazionale, e successivamente faremo una serie di attività sul territorio in vista delle elezioni europee, attività che ovviamente prenderanno in considerazione anche il territorio regionale dell’Emilia- Romagna.

    Abbiamo visto il programma della Commissione europea per il 2024 un po’ più snello rispetto al solito, proprio per l’appuntamento elettorale. Io quindi vorrei fare alcune considerazioni di carattere generale, che hanno un collegamento stretto anche con il nostro territorio, con la nostra regione, e poi sottolineare tre punti specifici.

    Il tema di carattere generale è quello già citato della transizione verde, il Green Deal, tema che noi come Confindustria abbiamo naturalmente sempre abbracciato e condiviso, siglando anche qui in Regione il Patto per il lavoro. Tuttavia, teniamo a segnalare che le politiche europee in ambito climatico, anche ovviamente in prospettiva, dovrebbero adottare un approccio più pragmatico e realistico, e agire con giusta proporzionalità.

    In questo periodo stiamo assistendo infatti a una fase in cui sono entrati in vigore, o stanno entrando in vigore una serie di direttive, di regolamenti che cambiano radicalmente gli attuali modelli produttivi delle imprese, aumentando la pressione su di loro, e secondo noi non tenendo in adeguata considerazione il tema degli impatti sulla competitività.

    L’aumento dell’attività regolatoria dell’UE per le finalità sopracitate che sicuramente, come dicevo prima, condividiamo ha prodotto però proposte su settori strategici a livello nazionale, ma anche per la Regione Emilia-Romagna, su tutti l’automotive, non da ultimo il packaging che è anche al centro, in questi giorni, dei negoziati, quindi sono intervenute queste attività regolatorie sue due settori strategici, come dicevo prima, con l’imposizione di obblighi, vincoli e tempistiche eccessivamente brevi.

    Andare quindi come concetto, in prospettiva, a mettere sullo stesso piano le finalità ambientali e la competitività delle imprese per noi è un punto di partenza, in vista ovviamente del prossimo ciclo istituzionale. Bisognerebbe sviluppare un metodo cioè che abbia modi e tempi che permettano alle nostre imprese di trasformare il proprio modello produttivo, e di trasformare, di cambiare gli asset che prima erano strategici e avevano un valore, e che adesso hanno meno, o non ce l’hanno, perché ovviamente le nostre imprese, lo sappiamo tutti, soprattutto quelle dell’Emilia-Romagna hanno un impatto… Il mercato estero su di loro cioè ha un impatto molto importante, quindi loro si trovano sempre a confrontarsi con altri competitor che molto spesso hanno standard ed obblighi meno stringenti.

    Questo nuovo paradigma, secondo noi, si deve inserire all’interno di una vera e propria politica industriale europea che, lo abbiamo visto e sentito anche con le parole della rappresentante della Commissione europea, e dei rappresentanti del Parlamento, sul tema della politica industriale europea, la Commissione europea ha fatto tanto: il Chips Act, il Net Zero Industry Act, il Critical Raw Materials Act. Sono sicuramente passi importanti, che però secondo noi devono essere inseriti all’interno di una politica più strutturata e più ambiziosa.

    Il terzo elemento che qui tocco soltanto perché è già stato citato, è sicuramente quello degli investimenti. Abbiamo visto e avete giustamente sottolineato la straordinarietà del NextGenerationEU e di tanti altri strumenti, tipo il Framework sugli aiuti di Stato, tutti strumenti legati a situazioni straordinarie.

    Partendo da qua, secondo noi il terzo punto fondamentale è quello di rafforzare questi investimenti, in particolare su ambiti e su settori strategici. E qua vengo a un punto che può interessare anche la nostra Regione, e segnalo un regolamento attualmente in discussione, che però è molto importante, e che si occupa proprio del sostegno allo sviluppo e alla produzione di tecnologie critiche e strategiche che è il Regolamento STEP. È un Regolamento che modifica il Regolamento sul Fondo europeo di sviluppo regionale, lo rende più flessibile e introduce un obiettivo specifico finalizzato proprio al sostegno di tecnologie digitali deep tech, tecnologie pulite e biotecnologie.

    In questo contesto, ovviamente, una volta che il Regolamento sarà entrato in vigore e che saranno stati fatti tutti i passaggi istituzionali, a livello nazionale, chiediamo che su questo punto ci sia un’attenzione anche in termini di un potenziale inserimento all’interno del programma regionale FESR, di questo obiettivo specifico nuovo, legato a queste tecnologie strategiche.

    Il secondo punto specifico che volevo sottolineare riguarda invece la politica di coesione e il programma del FSC che è stato approvato un mese fa qui in Regione e che riguarda tutta una serie di interventi sul territorio.

    In questo caso, auspichiamo e chiediamo che ci sia un dibattito sulla definizione e sull’implementazione delle risorse per i diversi capitoli di spesa che sono stati previsti, con l’obiettivo di mantenere le risorse stanziate legate agli obiettivi, ovviamente, della politica di coesione. Nello specifico mi riferisco al capitolo che riguarda il cofinanziamento FESR-FSE Plus che tendenzialmente avrebbe liberato delle risorse.

    Segnalo infine due iniziative importanti, su cui secondo noi si può lavorare insieme e approfondire il tema in questa sede: la prima è la normativa spaziale, la normativa UE in tema di spazio, su cui noi abbiamo lavorato con diverse imprese su molte progettualità; e l’iniziativa per la resilienza idrica, che è un tema molto sentito dalle imprese, e che secondo noi sarebbe importante approfondire.

    Grazie.

     

    Presidente vPOMPIGNOLI. Grazie mille.

    Passerei adesso a Miriam Baldassarri, AssoDanza, se è presente. È collegata? Eccoci.

    Buonasera.

     

    BALDASSARI, presidente Nazionale AssoDanza Italia. Buongiorno a voi. Grazie sempre per la sensibilità nell’ascoltarci e nell’invitarci.

    Noi siamo in ascolto, siamo volentieri in ascolto dei tanti contributi che abbiamo sentito.

    Siamo qui fondamentalmente per riproporci come stakeholder umano, soprattutto, nel senso che il bacino di utenza delle nostre strutture corrisponde in larga parte a quello dell’impiantistica sportiva, perché la danza in questo momento è collegata per il 90 per cento all’uditorio dello sport.

    Proprio per questo sono tantissimi i temi, non solo quello della sensibilizzazione, naturalmente. Mi veniva in mente, essendo il nostro un target prettamente giovanile, quello della sensibilizzazione e dell’importanza del voto a cui stiamo andando incontro, soprattutto in particolare per una tematica che tengo ad attenzionare, perché è in questo momento molto in auge nell’agenda politica parlamentare, ovvero quella della qualifica dell’insegnante di danza, quindi delle prospettive professionali che si aprono per la riqualificazione di una identità professionale che in realtà copre una vastissima, una larghissima gamma di futuri lavoratori, il cui mercato, tra l’altro, è completamente europeo.

    La danza cioè è proprio trasversalmente coinvolta e legata all’Europa, non solo perché purtroppo in modo un po’ nefasto i nostri danzatori non trovano sbocchi professionali nel nostro Paese, e questo è un tema molto attenzionato, legato anche all’ampio discorso sulla riapertura dei corpi di ballo, e in questo senso, come anche nella formazione professionale l’Emilia-Romagna è per noi un faro. Noi cioè siamo collegati a strettissimo giro con il vostro territorio, proprio perché siete stati pionieri, sin dall’inizio, di queste tematiche.

    Quello che più ci interessa è che in una fase di idealizzazione, ma speriamo più non tanto, di un cittadino europeo che è anche lavoratore europeo, noi speriamo che questo sia l’anno della svolta. Quindi, ci auguriamo che finalmente le norme del Trattato di Lisbona, recepite dal nostro Paese già ormai dal lontano 2013, possano effettivamente diventare realtà e aprire un mercato professionale ad oggi inesistente. Quindi, la normazione della figura professionale insegnante di danza, che sia realmente equiparata anche in Italia alla medesima figura tenuta in tutt’altro conto a livello professionale nei Paesi dell’Unione. Quindi, in rapporto a questo, noi continuiamo ad essere attivi non soltanto nelle politiche regionali, e torno a ripetere che su questo, di nuovo, la Regione Emilia-Romagna è stata pioniera, e ci auguriamo che possa essere ancora un traino forte per questa problematica; ma stiamo anche lavorando insieme con il ministero perché il codice dello spettacolo, speriamo di prossima uscita, possa tenere nella dovuta considerazione, finalmente, la configurazione normativa del percorso di certificazione dell’insegnante di danza.

    Questo dovrebbe consentire alle migliaia di addetti – stiamo parlando di oltre 25.000 addetti di settore – di trovare un nuovo sbocco professionale certificato, qualificato, che quindi corrisponda anche a dei contratti idonei. Si dovrebbe quindi necessariamente parlare di lavoro, e un lavoro che diventerà un gate effettivo per l’Europa, in un interscambio che in questo momento avviene, c’è, ma purtroppo non l’alla pari.

    Il nostro intervento oggi quindi è soprattutto per portare una nuova sensibilizzazione rispetto a questo argomento. Per quanto riguarda i lavori in Regione, che dal nostro punto di vista possono riprendere ed essere di nuovo, oggi, un traino per una normativa nazionale sulla quale noi possiamo essere effettivamente un trait d’union ove necessario, anche e soprattutto una sensibilizzazione sulle altissime professionalità di cui abbiamo sentito parlare, e che possono essere nostri referenti in Europa, perché effettivamente questa professione possa essere considerata tale, allineata e soprattutto sostenuta, perché è un mercato del lavoro nuovo che si apre e può effettivamente essere una linfa vitale importante.

    È chiaro che poi, se si va a toccare il discorso dei luoghi dove la nostra professione viene svolta, si va a parlare di impiantistica sportiva e lì si apre un mondo, perché si apre il mondo relativo alla ottimizzazione dei consumi, quindi veramente ad un Green Deal che può essere realmente praticato anche dagli impianti sportivi, sui quali è necessario, dal nostro punto di vista, per come lo conosciamo noi, non solo una campagna informativa forte e chiara su questo, ma soprattutto sfruttare un potenziale, mettendo i giusti strumenti in mano agli imprenditori, cosicché effettivamente possano attivarsi non solo nella resilienza idrica – mi è piaciuto moltissimo questo termine che era stato usato precedentemente dalla dottoressa – ma proprio perché effettivamente la danza è una comunità resiliente, quindi tutto ciò in cui noi possiamo essere un supporto, anche alla veicolazione dei temi, è certamente nel nostro interesse e nella nostra disponibilità farlo.

    Quindi, ringrazio veramente ancora molto per lo spazio di ascolto che ci viene dato e auspico davvero un progresso sui lavori in corso.

    Grazie mille.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie a lei dell’intervento.

    Passiamo al prossimo, CISL Emilia-Romagna. Prego, Lorenzo Roversi.

    Poi passiamo ai parlamentari europei.

     

    BENASSI ROVERSI, responsabile del Dipartimento mercato del lavoro di CISL Emilia-Romagna. Buon pomeriggio, grazie presidente, grazie a chi è qui presente, a chi è all’ascolto.

    Tenevamo a intervenire su questo programma 2024 per sottolineare come alcune dimensioni come CISL, e come CISL di questo territorio, dell’Emilia-Romagna sentiamo particolarmente vicini, innanzitutto al nostro modo di guardare all’Europa, ma direi proprio al territorio e alle sue relazioni industriali.

    Innanzitutto vogliamo dire che ci sentiamo assolutamente in linea con gli obiettivi di avvicinare l’Europa al territorio, e il territorio all’Europa. Troppo spesso sappiamo che le istituzioni europee vengono sentite come lontane, ma è una falsa percezione: basta guardare ovviamente alla centralità dei fondi europei, e ai fondi strutturali europei sul territorio per la rete attiva del lavoro, per il lavoro, allo sviluppo dei percorsi di formazione che per la CISL, ma direi, per il sindacato tutto sono così importanti.

    L’importanza del PNRR in questo territorio, finalmente, con un grande progetto nazionale, vediamo partire le politiche attive del lavoro che soffrono di un sottofinanziamento, direi proprio di una carenza di fiducia storica nel nostro Paese e che adesso, grazie all’Europa, finalmente vediamo implementate a partire dal territorio, al netto certamente di alcune note che abbiamo fatto pervenire anche all’Istituzione regionale su alcuni ambiti che riteniamo migliorabili riguardo l’implementazione, ma certamente questo adesso c’è, ed è grazie ovviamente ai fondi che sono stati messi a disposizione, a partire dalle istituzioni europee, con un progetto che poi si cala sul livello nazionale. Speriamo che la politica e le istituzioni siano così lungimiranti anche quando i fondi del PNRR saranno terminati, saranno stati spesi.

    Come CISL regionale noi cerchiamo di fare la nostra parte sul fronte avvicinamento dell’Europa al territorio e del territorio all’Europa, anche a partire dal tema elettorale, non solo da una visione più ampia della partecipazione, e sviluppiamo percorsi nelle scuole proprio sulla dimensione sovranazionale europea della rappresentanza. Abbiamo un percorso anche di formazione dedicato alla dirigenza e ai nuovi sindacalisti della CISL in Emilia-Romagna, che approda con cadenza puntuale in Europa, e alcuni dei parlamentari che sono connessi oggi hanno avuto anche l’onere di riceverci a Bruxelles. Questo per dire che cerchiamo di rispondere anche noi, a modo nostro, all’anno europeo delle competenze.

    Tendiamo a fare percorsi che sono abbastanza sotto tono, non urlati, per cui quando ci capita di poterli sottolineare lo facciamo, e a questo proposito io approfitto anche per annunciare a Europe Direct che cercheremo una partnership, un aiuto vostro sul territorio, per rendere più presente nel mondo del lavoro l’efficacia e l’importanza dell’Europa. Se riusciamo a trovare l’incastro, ci farà molto piacere sviluppare una collaborazione.

    Tutto questo ovviamente si situa in un quadro di forte apprezzamento della linea dell’Unione europea certamente sul piano internazionale, e certamente anche sulle grandi transizioni: quella digitale, quella ecologica, dove ovviamente c’è uno sguardo molto attento perché le filiere dell’Emilia-Romagna è una preoccupazione, giustamente, come ricordava il dottor Mambriani di Confindustria, ma è una preoccupazione anche del sindacato, perché sono filiere, le nostre, che meritano l’ascolto, anche quelle che non sono dotate di trattori: penso al packaging, penso, se vogliamo, alla ceramica e a tante altre che guardano anche con preoccupazione alle iniziative che si prendono a livello europeo sul fronte della transizione ecologica. Questo ovviamente non vuol dire che la transizione ecologica non sia un obiettivo. È un obiettivo, come diceva Calvano, per l’Europa, non si tratta di sì o no. Si tratta di come farlo, e credo che a questo punto il territorio emiliano romagnolo abbia proprio un interesse particolare a farsi ascoltare, ma credo anche un interesse particolare delle istituzioni europee e di chi ci rappresenta in Europa, proprio perché c’è questa preoccupazione.

    Sappiamo che si tratta forse a volte di spettri, non sempre di realtà, ma l’ascolto è l’antidoto sia per stornare paure che non hanno ragione di esistere, ma anche invece, per prendere coscienza di quelle che le ragioni ce l’hanno, ed evitare di fare le cose giuste nel modo sbagliato, perché si fanno dei danni e le nostre categorie ci mettono spesso sull’attenti, su questo tema.

    Quindi, il dialogo sociale. Il dialogo sociale per noi è fondamentale. Ci dicono però i nostri colleghi alla CES, quindi nella rappresentanza europea dei sindacati, che ci sono debolezze anche strutturali in questo dialogo sociale, e troppo spesso gli approdi a cui si giunge in Europa sono limitati dalle sensibilità nazionali, dalle sensibilità addirittura di territorio, per cui poi fanno fatica a venire avanti i temi che nel dialogo con le parti datoriali vengono sviluppate.

    A questo punto noi crediamo che anche qui uno sforzo di avvicinamento tra i diversi livelli sia quello che serve. Questo ovviamente su alcuni temi chiave, come CISL, ma come anche per altri sindacati in Europa sentiamo molto vicini. Penso all’iniziativa sulle norme dei CAE: non è stata citata nella introduzione ai temi dalla dottoressa Colla, ma tengo a sottolineare che era nei documenti, e spero non sia uscita in maniera fortuita, ma proprio perché per noi il tema della partecipazione, anche oltre il perimetro tracciato dall’attuale normativa sui CAE, è fondamentale. Su questo ci sono risoluzioni del Parlamento Europeo, mi riferisco in particolare a quella del 16 dicembre 2021 in materia di partecipazione dei lavoratori in Europa, l’altra il 2 febbraio 2023 sulla revisione della Direttiva sui CAE, sono temi che non assorbono in pieno, come sapete, il pensiero della CISL è rappresentato in questa proposta di legge di iniziativa popolare che la CISL ha promosso e che confidiamo possa poi divenire legge, essere tradotto in legge, ma la cosa che sentiamo importante è che questo dialogo si sviluppi anche a livello europeo e, se vogliamo, anche con un’attenzione particolare all’Emilia-Romagna perché, li trovate poi nella proposta di legge, ci sono tanti casi, esempi virtuosi di partecipazione dei lavoratori in azienda in modo riuscito a partire proprio dall’esperienza emiliano-romagnola.

    Quindi su questo, massima apertura per parlarne e per costruire casi scuola, se vogliamo, a partire dalle esperienze che abbiamo sui territori. Anche perché certamente sindacati e imprese rimangono controparti e lo sono sostanzialmente, però poi dall’altra parte sempre più le grandi transizioni che abbiamo davanti manifestano l’esigenza anche di maturare una sensibilità che sia collaborativa, che guardi alle possibilità collaborative.

    Tenevamo oggi a sottolineare questi aspetti che per noi sono importanti e vi ringraziamo dell’opportunità e dell’ascolto.

    Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie mille a lei.

    Abbiamo terminato con gli stakeholder.

    Intanto saluto i presenti UIL Emilia-Romagna, Milena Giardini; CNA con il suo presidente, Paolo Cavini; l’Università di Ferrara con Cristiana Fioravanti; e tutti quelli che sono presenti e che se vogliono intervenire possono comunque farlo in qualsiasi momento.

    Io partirei adesso con la carrellata dei parlamentari europei. Chiamerei qui l’onorevole Sabrina Pignedoli dei 5 Stelle.

    Ovviamente chiederò a tutti un po’ un bilancio di questi cinque anni di Parlamento Europeo perché siamo, come abbiamo detto tutti, al termine della consiliatura caratterizzata da tanti eventi importanti catastrofici, come abbiamo già detto.

    Inoltre, sul programma di lavoro quali saranno le iniziative che tutti vorrete intraprendere nell’ambito della propria attività e anche in campagna elettorale, ovviamente.

     

    PIGNEDOLI. Grazie.

    Intanto vorrei ringraziare per l’organizzazione di questo evento perché parlare d’Europa, come si è detto prima, credo che sia di grande importanza. L’Europa viene vista come qualcosa di lontano, che non ci riguarda più di tanto, però alla fine oltre il 70 per cento della normativa che arriva in Italia, è di derivazione europea.

    Quindi, io credo che sia fondamentale rendere consapevoli i nostri cittadini di questo e cercare di creare un buon collegamento tra quello è territorio e noi parlamentari europei.

    Fare un bilancio di tutti e cinque gli anni sarebbe un po’ difficile, vi terrei qui probabilmente tutta la sera e non credo che sia il vostro obiettivo, quindi cercherò di concentrarmi su un aspetto specifico di questo mandato, che avrà poi ripercussioni sicuramente sul prossimo mandato, che è quello dell’intelligenza artificiale.

    Prima se n’è accennato, è in corso di approvazione l’Artificial Intelligence Act, che è questo Regolamento che prevede una regolamentazione dell’uso dell’intelligenza artificiale.

    L’Europa in questo è assolutamente avanti rispetto a tutto il resto del mondo, perché è la prima regolamentazione su questo tipo di tecnologie. Che poi in realtà non è una regolamentazione sulle tecnologie, è una regolamentazione sull’uso.

    Perché chiaramente le tecnologie cambiano con una velocità notevolissima e regolare una tecnologia avrebbe portato che quando la norma fosse stata approvata, era già vecchia.

    Quindi, si è creata una sorta di cornice, si è deciso quali sono gli utilizzi che sono assolutamente inaccettabili e quindi vietati, poi si è fatto un elenco di quali sono gli utilizzi ad alto rischio per cui sono importanti autorizzazioni preventive, per cui è importante seguire certi percorsi, e invece quali sono gli utilizzi che non prevedono criticità e quindi possono essere liberamente utilizzati.

    C’è stata un’aggiunta in particolare per quello che riguarda l’intelligenza artificiale generativa, e in questo caso invece si è andati a toccare, a regolare la tecnologia in sé, ma è una regolamentazione di etichettatura. Perché tutto ciò che viene prodotto dell’intelligenza artificiale generativa deve avere una sorta di marchio per fare in modo che i cittadini siano consapevoli del fatto che non è prodotto direttamente dall’uomo, diciamo così.

    Io sono stata nella Commissione speciale sull’intelligenza artificiale ed è stato estremamente utile per venire a contatto con alcuni studi e per vedere quanto l’intelligenza artificiale avrà un impatto su di noi.

    Vi riassumo brevissimamente alcuni studi per poi passare alla parte propositiva per il nuovo mandato.

    Ce n’è uno in particolare che mette a confronto l’applicazione dell’intelligenza artificiale negli Stati Uniti e in Europa. Quali sono i gap più grandi per l’applicazione, a livello per esempio aziendale, dell’intelligenza artificiale negli Stati Uniti? Sono dovuti al fatto che servono tante risorse, quindi le aziende devono essere di grosse dimensioni o comunque avere grosse risorse. Oppure, sono dovuti al fatto che un’azienda storica ha già un’organizzazione ben definita e quindi introdurre sistemi di intelligenza artificiale porta a un cambiamento che non sempre viene accettato all’interno dell’azienda. Questi sono i gap negli Stati Uniti.

    In Europa ci sono gli stessi gap con un elemento in più, che è un elemento però fondamentale, che è quello delle competenze. Cioè, mentre negli Stati Uniti le aziende lavorano in strettissimo contatto con le università che sviluppano anche i sistemi di intelligenza artificiale assieme alle aziende e competenze, le università europee fanno molta più fatica, c’è una maggiore distanza. Per cui, mancano tante competenze e c’è un problema di riuscire a rincorrere questo mercato.

    Cosa succede? Che in più c’è un altro elemento. Le imprese negli Stati Uniti sono mediamente più grosse, noi abbiamo soprattutto piccole e medie imprese.

    Come fa una piccola e media impresa a mettere a disposizione risorse per introdurre l’intelligenza artificiale dei propri sistemi? Qui passiamo all’elemento propositivo di cui, secondo me, la politica si dovrà occupare nel prossimo mandato europeo, cioè il sostegno per fare in modo che le piccole e medie imprese non vengano escluse dal mercato.

    Durante questa legislatura sono stata in missione nella Silicon Valley e lì si diceva che le imprese che oggi non introdurranno l’intelligenza artificiale fra cinque anni saranno scomparse.

    Io non credo che questo avvenga in eguale misura in Europa e in particolare in Italia dove abbiamo un alto livello di qualità delle nostre piccole e medie imprese, però sicuramente cambierà il mondo dell’impresa. Quindi, cercare di aiutare le nostre piccole e medie imprese ad accedere a questo tipo di tecnologia, credo che sia uno dei compiti principali della politica.

    Poi, aumentare le competenze e fare in modo di creare delle competenze che aumentano durante tutto il corso della nostra vita. Questo si collega in maniera strettissima con l’altro grande punto, il mercato del lavoro. Perché chiaramente l’intelligenza artificiale sarà una rivoluzione, che è già in atto, e che porterà in brevissimo tempo a un cambiamento radicale del mercato del lavoro, con l’esplosione di una parte notevole di lavoratori che dovranno essere appunto rieducati, diciamo così, per le nuove competenze e un cambiamento anche di mestieri. Ci sarà un momento di grossa difficoltà, perché questo cambiamento sarà molto veloce.

    Dopo si creeranno nuovi posti di lavoro, ma in questo periodo di transizione ci sarà un momento in cui la politica dovrà supportare chi perde il lavoro e si dovrà rieducare per rientrare di nuovo nel mondo del lavoro.

    Questo è un po’ il quadro. Credo che sia importante evitare che ci sia un gap tra chi riesce ad usare l’intelligenza artificiale e chi no, chi ha la possibilità di educarsi e chi no, e credo che sia importante farlo tutti quanti assieme, quindi mondo del lavoro, mondo dell’industria, ma anche la politica, che deve avere un ruolo non solo nella regolamentazione, ma anche nelle ripercussioni sociali che questa tecnologia potrà avere. Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, onorevole.

    Passerei la parola, vediamo se è collegata, l’ho vista prima, all’onorevole Paola Ghidoni, che ringrazio per la presenza, così come ringrazio tutti gli altri europarlamentari.

    Vediamo, proviamo a recuperarla perché non la vedo più collegata.

    Nel frattempo, passerei al successivo intervento dell’onorevole Gualmini, che mi sembra di aver visto collegata. La saluto, già vicepresidente della Regione Emilia-Romagna. Non riusciamo a sentirla, non c’è la voce. Non si sente. Immagino che ci stia sentendo. Proviamo a capire se riusciamo a sentirla. No, non si sente.

    Non so se siamo noi o sono loro. Proviamo a spegnere e riaccendere. Come vogliamo fare? Stacchiamo la spina?

    Onorevole, pare che sia un problema del suo microfono. Se avesse un paio di cuffie sarebbe meglio, mi dicono dalla regia.

    Proviamo adesso a chiamare la sua collega Moretti. Vediamo se riusciamo a farla parlare e nel frattempo cerchiamo di farla chiamare dagli uffici per mettere in moto il collegamento. Proviamo con l’onorevole Moretti. I potenti mezzi della Regione non funzionano. L’onorevole Moretti non riusciamo a sentirla. Io la vedo, ma non la sento. Provi a parlare.

     

    MORETTI. Mi sentite? Buongiorno.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Eccoci, perfetto.

     

    MORETTI. Bene, presidente, ce la facciamo.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, intanto, per la presenza. Le lascio la parola.

     

    MORETTI. Grazie al presidente della I Commissione, grazie a chi mi ha preceduta. Sono sempre molto felice di essere con voi. Ho ascoltato chi mi ha preceduta, gli stakeholder e tutte le rappresentanze, che guardano con grande interesse a quello che stiamo facendo, a quello che abbiamo fatto e a come si è caratterizzata questa legislatura, una legislatura che io definisco eccezionale, perché credo che non si sia mai visto, da quando è nata l’Europa, un concatenarsi di eventi così drammatici, che hanno richiesto un cambio di passo e un cambio di strategia radicale da parte dell’Europa. Penso alla Brexit, poi alla pandemia. Poi sono arrivate le guerre, quella in Ucraina e quella anche in Israele e Palestina, che hanno chiesto all’Europa un cambio anche per quanto riguarda le politiche energetiche.

    Siccome il presidente prima diceva cosa vedete poi davanti a voi, io vedo una legislatura costituente, la prossima, perché saranno tante le cose…

     

    Presidente POMPIGNOLI. Aspetti, onorevole, perché è saltato l’audio. Certo che nel 2024 ridotti così… Ce ne vuole.

    Provi a parlare, mi perdoni se l’ho interrotta. Ha le cuffie a portata di mano? Forse sarebbe meglio con le cuffie. No.

    È la loro connessione? Bene o male eravamo riusciti a farli parlare. Potrebbe essere la connessione vostra. Essendo molto protetta può essere che non riesca ad arrivare bene il segnale, mi dicono.

    Non la sento. Non si sente. Non è un problema nostro, mi dicono che avete un problema voi, ma non saprei come risolverlo. Proviamo con le cuffie.

    Provi, mi dicono, a uscire e rientrare.

    Proviamo a collegare l’onorevole Moretti.

     

    MORETTI. Presidente, mi sente?

     

    POMPIGNOLI. Sì, adesso la sento.

     

    MORETTI. Perfetto.

     

    POMPIGNOLI. Perfetto, adesso la sento bene. Ci proviamo.

     

    MORETTI. Non so se sia nostro, il problema, o vostro, comunque ci siamo.

    Dicevo che la prossima dovrebbe essere auspicabile che fosse una legislatura costituente, perché sono ancora tante le innovazioni, anche da un punto di vista burocratico e procedurale che gli stessi stakeholder ci chiedono. I cittadini europei cioè ci chiedono che l’Europa si occupi più di tutta una serie di questioni, ma certamente gli aspetti che riguardano le procedure devono semplificarsi e velocizzarsi: penso ad esempio alla regola del veto, dell’unanimità, che blocca spesso tantissime innovazioni.

    Questa, comunque, è stata una legislatura straordinaria, perché dal punto di vista delle politiche sull’ambiente, alle politiche sulla salute, e poi anche alle tematiche di politica energetica, è stato fatto tanto; l’ultimo investimento grande, quello di 100 miliardi, sul Fondo per la transizione.

    Quando prima sentivo parlare l’esponente della CISL, condividevo il suo pensiero quando diceva “beh, non serve salire su un trattore o alzare la voce per ottenere di più”. È brutta l’immagine che chi urla di più alla fine ottiene qualcosa. Bisognerebbe mantenere aperto quel dialogo sociale di cui si parlava prima, attraverso dei canali seri, vivi e costanti con i rappresentanti.

    Ora, io in questa legislatura mi sono occupata molto e prevalentemente di ambiente e salute, e volevo concentrare la mia relazione su due importanti note. La prima: la lotta al cambiamento climatico ormai è una strada tracciata; l’Europa ha aumentato di molto i target, e anche il livello di ambizione. Secondo me, la cosa importante è verificare come arrivare a quei livelli e a quei target, cioè dobbiamo arrivarci con equilibrio, con una transizione giusta, che non lasci indietro nessuno, e soprattutto, ogniqualvolta che noi chiediamo alle nostre aziende, alla piccola e media impresa, alla micro impresa, che sono il tessuto economico più importante del nostro Paese, dobbiamo accompagnare quella richiesta di cambiamento con dei fondi, con delle risorse utili da mettere in campo. Su questo chiaramente l’Europa può fare tantissimo in collaborazione con gli Stati membri e poi con le Regioni che devono implementare, cioè mettere a terra dei progetti.

    Ora, una delle innovazioni di questa legislatura, che rappresenta la seconda gamba del New Green Deal europeo è il regolamento sull’ecodesign, di cui io sono stata relatrice. Che cos’è sostanzialmente questo regolamento? È un regolamento che avrà un impatto grande sul nostro tessuto economico-produttivo, perché va a regolamentare come dovranno essere progettati tutti i prodotti che saranno immessi sul mercato da qui in avanti. Il prodotto cioè dal momento in cui nasce al momento in cui muore, deve rispettare i criteri della circolarità. Quindi, la ratio di questo provvedimento è la tutela del pianeta, istituendo un quadro normativo-legislativo che farà in modo che tutti i prodotti saranno più vicini ad un’economia neutra da un punto di vista climatico, efficiente e circolare.

    Che cosa significa in concreto? Noi vogliamo che i prodotti rispettino l’ambiente e l’ecosistema, ma anche la salute dei consumatori, permettendo a questi di risparmiare anche energia. Cioè, anziché buttare, gettare, disfarsi del prodotto, potranno rigenerarlo, ripararlo, riqualificarlo. Questo è un elemento molto importante.

    Si introduce con questo regolamento il passaporto digitale che accompagnerà ogni prodotto al fine di dare al consumatore tutta una serie di informazioni necessarie per una scelta consapevole e rispettosa dell’ambiente.

    Che cosa ha evidenziato la Corte dei conti europea? Ha evidenziato tristemente che il ritardo più marcato per quanto riguarda l’impatto dei finanziamenti europei riguardava proprio la progettazione circolare dei prodotti e dei processi produttivi. È per questo che questo Regolamento ha introdotto molte innovazioni.

    È chiaro che riguardo a tutte le informazioni ci saranno, tra quattro anni, presumibilmente, anche le informazioni che riguardano l’impatto sociale, perché sappiamo ad esempio che nel settore tessile su 60 milioni di lavoratori al mondo in questo settore la gran parte sono donne, quindi guardare anche alle condizioni di lavoro, alla tutela dei salari è molto importante.

    L’altro elemento decisivo in questo Regolamento è il divieto di distruzione dei prodotti invenduti, perché la distruzione dei prodotti invenduti sta diventando un problema serissimo, in particolare a causa della rapida crescita delle vendite on line. Noi cioè abbiamo introdotto un divieto diretto alla distruzione dei prodotti, soprattutto ai tessili e alle calzature, che sostanzialmente produrrà un cambio di paradigma soprattutto nella produzione delle grandi aziende.

    Altro tema riguarda le sostanze pericolose, per fare in modo che anche la salute del consumatore sia rispettata. E poi, il fine-vita di questi prodotti che non saranno più ritenuti un rifiuto, quindi fonte di inquinamento, ma una nuova risorsa da utilizzare nel processo produttivo, quindi limitando pesantemente l’inquinamento. Altro grande settore di cui questa legislatura si è occupata è quello della salute per arrivare ad un’Unione europea della salute. Quello che ci chiedono i cittadini europei è che l’Europa si occupi di più della salute, e soprattutto, dopo il Covid, quando i sistemi sanitari nazionali hanno manifestato tutta la loro fragilità.

    Oggi c’è un dibattito importante, in Italia, sui sistemi sanitari pubblici, quindi garantire una sanità pubblica e un accesso alla sanità pubblica di qualità per tutti i cittadini. Questo ovviamente noi lo riscontriamo come un problema, perché in Europa, ma anche in Italia, ci sono grandi discriminazioni tra cittadini che vivono in una Regione piuttosto che in un’altra, o in un Paese rispetto ad un altro.

    Per arrivare all’Unione europea della salute noi abbiamo costruito cinque pilastri, che riguardano il primo piano di lotta al cancro. Noi abbiamo istituito il primo piano di lotta al cancro a livello europeo, con cui l’Europa ha investito 4 miliardi di euro in ricerca scientifica e in prevenzione. Questo è un elemento molto importante.

    Il secondo pilastro è la preparazione alla pandemia. Voi sapete che due sono state le Commissioni speciali a cui io ho avuto l’onore di partecipare, che sono state quelle appunto della lotta al cancro e della lotta alla pandemia. Per preparare l’Europa a possibili future pandemie c’è una cassetta degli attrezzi con cui dotare l’Europa di tutta una serie di strumenti affinché non si ritrovi impreparata rispetto a quello che è successo con il Covid.

    In rafforzamento dello spazio sanitario dei dati sanitari, questo è un elemento importante. Ogni cittadino che viaggerà in Europa e si troverà in un Paese diverso rispetto al suo, se si ammala, se ha bisogno di cure, troverà negli ospedali la sua cartella clinica e la possibilità di essere curato tempestivamente.

    Poi la nuova legislazione farmaceutica. Su questo punto grande collaborazione, ovviamente, confronto e scontro, tra virgolette, con le grandi case farmaceutiche, perché? Perché noi, come socialisti in particolare, vogliamo che ci sia più spinta e più investimento da parte delle case farmaceutiche nelle malattie rare, per quanto riguarda i prezzi per i farmaci salvavita e per la trasparenza dei costi. Noi vogliamo che le case farmaceutiche siano obbligate a giustificare il costo di un farmaco in base alla ricerca scientifica e a quanto mettono nella fase di ricerca. Questo, ovviamente, è un tema importante.

    L’ultimo tema con il quale chiudo, è questo. Noi stiamo spingendo per la creazione di un’infrastruttura pubblica europea sul modello del National Institute of Health americano, in grado di coordinare la ricerca e lo sviluppo in campo biomedico che guidi la ricerca pubblica in particolare verso quelle aree dimenticate dal settore privato perché non profittevoli.

    È chiaro che il settore privato va verso delle aree di ricerca su farmaci profittevoli, cioè che creano guadagno, ma questo non aiuta quei cittadini, quella parte di cittadini che sono colpiti da malattie rare, che richiedono farmaci rari che gli Stati e l’Europa deve comunque garantire.

    Io credo che questo European Medicines [...] andrebbe proprio a tutelare il diritto di tutti i cittadini, di tutti i bambini in particolare, le malattie rare colpiscono molto l’infanzia, ad avere appunto antibiotici innovativi e cure speciali.

    Io credo che sarebbe questo un Ente che andrebbe a supportare il lavoro del privato, senza mettersi ovviamente in competizione. Potremmo armonizzare e centralizzare i finanziamenti, i bandi per progetti di ricerca per evitare che anche Piani come quello di Horizon vengano dispersi in mille rivoli.

    Queste sono le innovazioni più importanti. Credo che dopo il Covid i cittadini chiedano più investimenti nella salute pubblica, più investimenti nei servizi pubblici essenziali, più investimenti anche per quanto riguarda il personale sanitario. Come sapete, mancano in Italia 33.000 medici, 70.000 infermieri, 21.000 se ne sono già andati all’estero.

    Abbiamo un problema anche di competizione e concorrenza sleale da parte di Paesi non europei che attraggono personale che noi formiamo, che noi facciamo studiare, su cui investiamo tante risorse ma che poi non sappiamo riconoscere nelle doti, nelle qualità e apprezzarli anche da un punto di vista dei salari. La povertà salariale è uno dei temi su cui si è concentrata l’Europa anche con il salario minimo europeo.

    Detto questo, mi auguro veramente che ci sia occasione di continuare a parlare di queste tematiche. Mi auguro che la prossima legislatura sia una legislatura in cui riusciamo a dare veramente risposte più efficienti ed energiche alle categorie economiche, sociali, ai consumatori e a tutti i cittadini europei.

    Mi rivolgo ovviamente ai colleghi consiglieri regionali Calvano, Petitti, Montalti e a tutti quelli che sono intervenuti, confermando la mia totale gratitudine per questi momenti di confronto e rimetto a disposizione per continuare questo collegamento così profittevole per Regioni come l’Emilia-Romagna.

    Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie a lei, onorevole, dell’intervento.

    Certamente faremo molte più collaborazioni, spero, nei prossimi mesi.

    Proviamo a ripristinare il collegamento con l’onorevole Gualmini. Ecco, ma non si sente. Avevate risolto prima il problema. Non ce la facciamo.

    Peraltro, ho visto che si era scollegata anche l’onorevole Ghidoni.

    Non saprei cosa fare, proviamo a capire. O la chiamo telefonicamente e la metto attaccata al microfono.

    I potenti mezzi della Regione. Non possiamo fare niente. Lo so che non è un problema nostro, me l’hanno già detto, il problema è che è un problema loro ma non so come… Ci proviamo.

    Onorevole, provo a chiamarla e poi vediamo se riesco ad attaccarla al microfono, così brutalmente. Provi a parlare.

     

    GUALMINI. Eccomi, sono qui. Mi sentite?

     

    POMPIGNOLI. Sì, bene.

     

    GUALMINI. Anche perché è il secondo anno che ci sono questi problemi. Deve essere una maledizione.

     

    POMPIGNOLI. Esatto. Prego.

     

    GUALMINI. Molto velocemente, perché immagino che siate stanchi.

    Ho ascoltato tutto in maniera molto ligia, ho apprezzato molto anche gli interventi di Pietro Mambriani e Lorenzo Benassi Roversi.

    Dico due cose, il mio intervento si focalizza su due concetti. Il primo è quello della solidarietà, su cui l’Europa ha sicuramente fatto salti in avanti; il secondo, quello della competitività, su cui ancora non siamo del tutto…

    Prima di entrare brevemente in questi due filoni, dico solo che non condivido lo scenario apocalittico che forse qualcuno ha tratteggiato circa le prossime elezioni europee.

    Penso che la partecipazione salirà, è salita nel corso degli ultimi decenni, ormai siamo sopra il 50 per cento, che è una soglia assolutamente strutturale e fisiologica per un’elezione gigantesca come questa. Le giovani generazioni votano in maniera incrementale, sempre di più.

    L’unico nostro problema è che le elezioni europee continuano ad essere percepite dagli elettori come elezioni giocate sul versante [...]. Quindi, nessuno o pochi votano con in testa L’Europa, molti votano con in testa Salvini, piuttosto che Meloni, piuttosto che Schlein, o Calenda, o Renzi e così via.

    Speriamo che [...] delle istituzioni europee sia più presente nell’atteggiamento politico del cittadino. Ho qualche dubbio in proposito.

    Venendo ai nostri concetti […] sul versante interno, cioè nei confronti dei propri cittadini, è stata straordinaria, sul piano del lavoro con la direttiva sul salario minimo. Cito la direttiva di cui mi sono occupata, che dovrebbe arrivare al rush finale nei prossimi giorni, sui lavoratori delle piattaforme digitali, che offre tutele e una sana gestione dell’algoritmo a oltre 30 milioni di lavoratori in giro per l’Europa. Penso a tutta la disciplina sulla salute, alla garanzia bambini, agli investimenti giganteschi del Next Generation Eu sulla transizione equa e quindi la correzione di una società diseguale con i fondi di coesione e i fondi del PNRR. L’Europa non è più la sede dell’austerità. È diventata un’economia sociale di mercato. Gli investimenti che sono stati fatti sono stati fatti in un’ottica di […], di correzione dei fallimenti […].

    Cos’è che non funziona ancora, sempre sul versante interno? Questo è il mio parere. Non funziona […] che non guarda alla competitività delle imprese, guarda solo alla loro sopravvivenza. Ma non si crea ricchezza sopravvivendo, annaspando, cercando di respirare. Si crea ricchezza creando valore aggiunto, entrando in competizione e devo dire che le misure […], che io personalmente non ho appoggiato, vanno nella direzione di punire alcuni settori industriali, che, come sapete, sono […], il distretto ceramico, […] dal carbone al gas, […] delle emissioni con uno sforzo gigantesco.

    Penso che servano tempi più lunghi e soprattutto compensazioni finanziarie, che l’Europa oggi non è in grado di fornire, perché, oltre ai 200 miliardi che […] di PNRR, io dubito che possa l’Europa ristrutturare completamente il proprio bilancio, cambiare […] e istituire fondi nuovi sovrani per la transizione. Allora, se è così, se noi mettiamo in contrasto la sostenibilità con il lavoro, con l’economia reale, è un problema. È un problema e la [...] europea diventa un boomerang. Come sapete, io sono abituata a parlare molto chiaro.

    Cito altri provvedimenti che […]. Quello sulla due diligence non so se sarà […] ricomprenderà, cioè l’idea di chiedere alle imprese non solo esse stesse di diventare sostenibili, di fare il bilancio sociale e rispettare condizioni umane di lavoro, ma di chiedere tutto questo a tutta la filiera a monte, ai fornitori, ai consulenti, a quelli a cui vendono, fino all’ultimo [...] con una perversione burocratica che poi rischia di soffocare il tessuto imprenditoriale.

    Quindi, penso che […] le grandi transizioni, e la transizione ecologica è la quinta rivoluzione industriale, vengano fatte con […]. Questa è un po’ la prospettiva da cui io mi sono sempre mossa qua dentro nell’ultimo anno.

    Chiudo dicendo che in prospettiva avremo una istituzione europea […] che aprirà una porta […], ma finalmente […] le tematiche del prossimo mandato saranno l’allargamento […] la politica di difesa e sicurezza e finalmente una politica estera in cui l’Unione europea non è più un player poco autorevole e silenzioso nei grandi conflitti mondiali, ma diventa un giocatore nelle trattative e nei tavoli geopolitici di primaria importanza.

    Questo è il sogno che io ho: un’istituzione europea che da matrigna è diventata più materna, che riesce a farsi carico […], che trasforma i cittadini in cittadini e non in […] ma soprattutto forte, forte nel mondo e non gigante dai piedi d’argilla strattonato, […] dagli Stati Uniti e dalla Cina. Questo è quello che mi auguro. Mi scuso per questo collegamento, a cui però tenevo moltissimo. Ringrazio tutti, saluto tutti. Siete praticamente casa mia, la mia ex casa. […] solo un po’. Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie a lei dell’intervento.

    Ringrazio tutti gli intervenuti. L’onorevole Ghidoni non la vedo più collegata. Non si riesce a collegare, quindi si scusa ma non riesce a fare l’intervento.

    Abbiamo terminato tutti gli interventi. Io vi ringrazio per l’attesa, la disponibilità e il confronto. La sessione europea proseguirà in questo mese e mezzo in tutte le Commissioni per arrivare poi, a fine marzo, all’approvazione in Assemblea della risoluzione.

    Grazie e buona giornata a tutti.

     

     

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